DATA ESCURSIONE: 21/09/2008
Qui un approfondimento su Vinca.
Arrivati ad Equi Terme parcheggiamo facilmente lungo il torrente Lucido nei pressi del complesso termale che diffonde nell’aria il caratteristico odore di zolfo.
Poi guadagniamo il ponte principale e curviamo subito a destra, troviamo il cartello indicatore del sentiero e delle distanze (1,4 km per Àiola e 8 per Vinca).
Il tratto fino ad Àiola è comune al sentiero 39 Cai ed al sentiero 11 del Trekking Lunigiana (TL).
Superiamo una costruzione gialla in ristrutturazione: sono le vecchie scuole elementari che diventeranno una struttura del Parco delle Apuane (la Porta del Parco).
Subito dopo (05’) attraversiamo il torrente Fagli che proviene dalla Tecchia, per mezzo di un bel ponte a schiena d’asino.
Dopo pochi metri ritroviamo la strada e subito dopo (07’) entriamo in un castagneto per una mulattiera che all’inizio sale e poi scende lievemente fino al cimitero di Àiola, sono in piena fioritura i ciclamini.
Poi attraversiamo una zona aperta ricca di piante di melo e a 27’ arriviamo ad Àiola, che è divisa in due nuclei abitativi con in mezzo il lavatoio (31’), qualche casa è ridotta a rudere e rimangono bei portali che ricordano la dominazione fiorentina.
Giunti alla chiesa, sita nel secondo nucleo (36’), prendiamo a sinistra mentre a destra il TL prosegue in discesa verso Monzone.
Il paese termina subito dopo ed il sentiero entra nel bosco di castagni dove inizia a salire.
A 59’ siamo al primo bivio per l’
Eremo di San Giorgio , indicato a 2,4 km sulla sinistra.
Noi proseguiamo a destra e dopo 5’ siamo presso i ruderi del Castellaccio (528m), esso è una torre circondata da mura di recinzione dirute che funzionava come torre di guardia sull’ingresso della Valle di Vinca.
Poi scendiamo (il tratto che segue è costituito da saliscendi) e a 1h 12’ troviamo il segno di una fonte che in realtà è più giù (3’) sulla destra, ma l’acqua che scorre è veramente scarsa.
A 1h 17’ troviamo lungo il percorso alcuni macigni squadrati forse destinati a qualche opera di fortificazione.
Poi il sentiero comincia ad aprirsi (1h 23’) verso destra sul Sagro e sulla Rocca di Tenerano e sul Balzone: il paesaggio diventa più brullo, in basso si inizia a vedere la provinciale che da Monzone porta a Vinca (che percorreremo al ritorno).
Il sentiero è inciso nel fianco del monte con tratti su massicciata di sfasciumi ed in altri ci sono ponti di pietra: un’opera veramente notevole.
A 1h 40’, per superare una piccola frana, è stata posta recentemente una passerella metallica con un tratto di filo d’acciaio per aiutare la progressione.
A 1h 50’ arriviamo ad una maestà presso cui è un secondo bivio a sinistra per l’
Eremo di San Giorgio (1,4 Km) e Vinca dista 3,7 km.
L’immagine sacra è stata trafugata, ma il cartiglio indica data 1757.
Il sentiero ora costeggia ampi ravaneti e a 2h arriva presso a dei ruderi, una casetta di marmo che domina la vallata dallo strapiombo in cui si trova.
È la casa San Giorgio adibita al servizio dell’attività estrattiva, al suo interno i resti di un basamento, forse di un motore.
Il tratto di sentiero che segue è molto bello abbarbicato alle pendici del monte e ricco di vegetazione, ormai sfiorita: elicriso, santolina e molti fichi selvatici.
La zona del Balzone adesso diventa meglio visibile, riusciremo più avanti anche a scorgere lo scivolo della teleferica.
A 2h 20’ arriviamo alla
Madonna Vecchia di Vinca : questi sono i ruderi di un edificio sacro costruito in parte sotto la parete del monte presso un bel ponte che permette al sentiero di accedere al pianoro in cui si trova la costruzione.
La zona è stata sistemata di recente e sulla roccia c’è una sorta di altarino dedicato alla Madonna.
Dopo una breve sosta continuiamo, il sentiero adesso sale in un boschetto e a 2h 28’ scorgiamo in basso, infrascato, un riparo sotto roccia forse per le pecore.
Dopo 3’ un’altra fonte dove l’acqua scorre molto lentamente poi, a 2h 40’, presso dei muretti a secco c’è una maestà del 1850 dedicata alla Vergine delle Grazie.
Poi usciamo dal bosco ed a 3h 00’ troviamo un’altra maestà con immagine marmorea della Madonna col Bambino del 1984 che sostituisce una precedente.
A questo punto il sentiero passa presso una chiesa in restauro (3h 06’) è questa la Maestà di Vinca o anche Eremo della Maestà. Da essa si diparte uno stradello che in pochi minuti ci porta alla strada asfaltata per Vinca, dove arriviamo a 3h 10’, presso il cartello indicatore del sentiero, poco sopra il cimitero con il monumento alle vittime dell’eccidio nazi-fascista del 1944.
Ci fermiamo un poco nel paese e compriamo il famoso pane appena sfornato.
Dopo 40’ di sosta scendiamo per la strada asfaltata, il primo tratto passa per il bosco ed è costituita da 12 ripidi tornanti che ci portano in 40’ ad un ponte di putrelle sul torrente Lucido (sulla sinistra della strada) che conduce alla valle della Canalonga e alla lizza del Balzone, in questa valle era operativa la teleferica del Balzone che superando un dislivello di 700 metri portava il marmo dalle cave del Sagro a Monzone, prima dell’apertura della strada Carrara-Campocecina.
A questa immane opera dell’uomo è dedicato il museo del Lavoro situato nella stazione ferroviaria di Monzone.
Scendendo per la strada abbiamo il torrente completamente secco a sinistra, a 46’ sulla destra ci sono i ruderi di una costruzione che funzionava da spaccio ed osteria per i cavatori.
A 54’ attraversiamo su un ponte il torrente che da adesso avremo sempre sulla destra e ad 1h 00’ troviamo sulla strada la vecchia casa cantoniera, sentinella sulla strada provinciale essendo l’unica abitazione esistente ed abitata da una coppia.
La strada provinciale che stiamo percorrendo è incassata nel fondovalle, è piuttosto stretta, ma il traffico è scarso e si percorre con tranquillità, sulla destra molto in alto c’è il sentiero che abbiamo percorso in mattinata che in parte riusciamo anche a riconoscere, sulla sinistra invece ci sono le pareti della Torre di Monzone.
A 1h 27’ cominciamo a vedere, in alto, Monzone Alto appollaiato su una rupe a controllare l’accesso alla Valle di Vinca ed il torrente comincia ad essere ricco di acque.
A 1h 27’ a sinistra la deviazione per Monzone Alto e 3’ dopo sulla destra alcune case presso il torrente Lucido, adesso pieno d’acqua, che costituivano un vecchio mulino, scendiamo e percorrendo uno stradello sulla sinistra di queste case arriviamo alle vicine fonti dell’Acqua Bianca e dell’Acqua Nera.
Queste sono inserite in un boschetto con un campo da bocce, tavolini ed un edificio che vende prodotti di ristoro.
L’acqua nera ha sapore alcalino-salmastro e cura l’ipertensione, l’acqua bianca (o acqua salata) è ricca di cloro ed ha gusto decisamente salato ed ha proprietà lassative.
Le sorgenti sono conosciute sin dall’antichità ed usate per le loro proprietà medicamentose e l’intera zona di Equi Monzone è conosciuta da tempi antichissimi per le proprietà delle sue acque, in particolare Equi con le sue acque sulfuree.
Dopo una sosta riprendiamo la strada a 2h 00’ ed in pochi minuti (2h 04’) siamo al bel ponte a schiena d’asino dedicato a Santa Lucia dove troviamo le indicazioni del sentiero 11 del trekking Lunigiana.
Sul ponte un’edicola marmorea del 1818 dedicata alla Santa ed una lapide in ricordo di Luigi Ianni, parroco di Vinca, qua ucciso nell’agosto 1944 insieme ad altre tre persone nel quadro dell’Eccidio di Vinca che complessivamente costò la vita a 174 persone.
Il sentiero 11 porta ad Àiola, le indicazioni però sono piuttosto carenti e finiamo per prendere un sentiero segnato di giallo che costeggia il Lucido di Equi fino ad arrivare alla strada che si stacca da quella principale di Equi a 2h 19’ ci siamo resi conto dell’errore, ma abbiamo continuato consapevoli di allungare di poco il percorso.
Il sentiero del trekking Lunigiana si stacca alla seconda deviazione a destra anche se non è ben segnato.
A 2h 33’ siamo all’inizio del paese di Àiola da cui col sentiero 39 arriviamo rapidamente ad Equi (2h 56’).