DATA ESCURSIONE: 11/04/2009
Qui un approfondimento sul Monte Rovaio.
Il sentiero 138 inizia sulla strada Arni-Castelnuovo, circa 2,5 km dopo Isola Santa in direzione Castelnuovo, presso uno spiazzo con fermata dell’autobus e cartelli del Cai.
Scendiamo costeggiando la Tùrrite Secca a sinistra e la strada che rimane alta a destra.
Il sentiero all’inizio è un largo stradello con bella vista sul Pizzo delle Saette e, ben presto, inizia a salire.
A 9’ siamo ad un ponte che attraversiamo, la strada si fa asfaltata e sale più ripida e con qualche tornante ci porta al modesto abitato di Pizzorno a 17’.
Lo attraversiamo e ci troviamo nel sentiero vero e proprio che risale la valle del Fosso Rimondina che scorre più in basso a destra.
Il sentiero è ameno nel bosco ed è ben segnato e risale, costeggiandoli, i fianchi occidentali del monte Rovaio.
A 27’ attraversiamo un fosso che scende dal monte e poi il sentiero sale decisamente a destra nel castagneto.
È necessario seguire attentamente i segni poichè esistono tracce che tendono a confonderci.
A 48’ alcune siepi di bosso ci annunciano dei ruderi (quota 656), adesso il sentiero si fa più dolce con tratti in discesa ed altri di falsopiano e saliscendi.
In basso, sulla destra, scorre il Fosso del Burrone, in questo tratto sul sentiero ci sono molte foglie per cui è necessaria un po’ d’attenzione supplementare.
A 01h 09’ riprende la salita abbastanza decisa costeggiando un canalone dove si trova il letto asciutto del Fosso del Burrone che attraversiamo un paio di volte.
A 01h 26’ lasciamo il canalone salendo a sinistra ed avvicinandoci alle pareti del Rovaio, il fondo del sentiero è fatto da roccette.
Poi il bosco si dirada ed il panorama si apre progressivamente su Fiocca, Sumbra, Freddone, Corchia e si comincia a vedere l’Uomo Morto.
Poi rientriamo nel bosco e a 01h 53’ arriviamo ad un rudere e ad una bella fonte con abbeveratoio. Ancora pochi metri e siamo una casetta con bella vista sull’Uomo Morto.
Infine a 02h 05’ arriviamo ad un gruppo di case, alcune restaurate: è Colle a Panestra presso il quale si trova la deviazione per il sentiero 133 che faremo, in parte, al ritorno.
Il piccolo borgo è dominato da uno spigolo roccioso (Nome del Gesù 1145m) che costutuisce l’estremità sud-est della cresta del Rovaio.
Il tratto dell’escursione che segue non è su sentieri numerati e ben segnati, ma le tracce sono ben evidenti ed ogni tanto troveremo anche segni bianco-rossi.
Il sentiero che dobbiamo seguire inizia dalla prima casa del borgo prendendo a sinistra, esso inizialmente scende per poi risalire abbastanza tranquillo.
A sinistra abbiamo il gruppo delle Panie: Pania Secca, Uomo Morto, Pania della Croce, Pizzo delle Saette mentre a destra abbiamo il monte Rovaio di cui aggiriamo a mezza costa i fianchi ripidi e sassosi.
A 02h 25’ troviamo una fonte con abbeveratoio, con un rudere in basso sulla sinistra, poi una serie di siepi di bosso preannunciano la bella casa Tréscola con lapide dedicata ai partigiani del gruppo Valanga. Sulla destra un segno ben evidente ci indica che dobbiamo salire a fianco di un rudere dopo il quale il sentiero diventa ben evidente, poi esce dal bosco, percorre sfasciumi e diventa molto panoramico, sulla destra le pareti rocciose del monte.
A 02h 45’ siamo sulla cresta sommitale del Rovaio dal quale la vista si apre ad Isola Santa e a Capanne di Careggine, la seguiamo ed in pochi minuti siamo alla sua estremità settentrionale (02h 50’) che consideriamo la vetta del monte.
Il panorama sulle Panie è veramente splendido e si estende poi al Sumbra, al Freddone, al Corchia ed al Fiocca ed all’Appennino.
Vicino incombe un picco roccioso della cresta del monte situato tra casa Tréscola e Casa Bovaio.
Ci fermiamo un po’ a goderci il panorama e a 03h 10’ torniamo indietro, prendendo a sinistra per evidenti tracce di sentiero che in un paio di minuti ci portano a Casa Bovaio a destra della quale, ai piedi della pareti strapiombante del monte, si trova una suggestiva capanna col tetto molto spiovente fatto di paglia: è veramente spettacolare sia per la posizione che per la costruzione: un residuo etnologico da preservare. A fianco un altro piccolo riparo più recente, entrambi erano destinati al bestiame.
Ci attardiamo intorno a questo gioiello dell’intelligenza contadina e poi scendiamo mantenendoci a fianco delle pareti del monte per un tratto di roccette che ci porta poi nel bosco. Seguiamo le tracce del sentiero fino ad arrivare ad un colle erboso che sceso verso sinistra porterebbe ad un gruppo di case detto Tievora, noi, invece, scendiamo a destra aiutandoci con un segno su una roccia con scritto Pasquigliora e S. Antonio, il primo tratto è discesa abbastanza ripida poi diventa un sentiero agevole e ben segnato che ci porta a 04h 10’ ad incrociare il sentiero 133. Qua arriva anche uno sterrato da sinistra in basso. Ci spostiamo verso sinistra alla casa di Fosco Maraini: siamo a Pasquigliora con bella vista sulla Pania Secca.
Dopo qualche minuto torniamo indietro e prendiamo il 133 in salita, tralasciando il sentiero 133 in discesa che arriva da sinistra da S.Antonio, in pochi minuti siamo a Colle a Panestra dove chiudiamo l’anello (04h 34’).
Ci fermiamo a mangiare qualcosa tra le belle fioriture di giacinti gialli e a 04h 57’ riprendiamo il cammino: a 05h 09’ inizia il tratto panoramico, a 05h 21’ inizia il canalone, a 05h 50’ i ruderi, a 06h 16’ siamo a Pizzorno ed a 06h 32’ siamo all’auto.