(f.f.) il giglio martagone è un fiore bellissimo che sta diventando sempre più raro sulle Alpi Apuane a causa della raccolte sconsiderata. La pianta è
piuttosto appariscente arrivando anche ad un metro di altezza e questo non aiuta la sua conservazione. Nonostante questo in alcune zone delle Apuane prospera ancora, forse perchè
arrivarvi a piedi è faticoso per gli umani ed i cinghiali, che sono ghiotti dei suoi bulbi, non le frequentano.
IL GENERE LILIUM
Il genere Lilium fu descritto da Linneo sin dal 1753. Comprende specie europee, asiatiche e nord-americane dotate di bulbo con radici generalmente perenni. I fiori sono molto vistosi con forme e colori molto diversi tra loro e spesso molto profumati.
Il genere comprende oltre ottanta specie e molti ibridi e varietà coltivate ed usate anche come fiori recisi. I fiori sono conosciuti con il nome collettivo di gigli.
Ricordiamo, tra gli altri:
LILIUM MARTAGON
Lilium martagon L.
Conosciuto volgarmente come: Giglio martagone (pr. martagóne), giglio nobile, martagone, bella montanina, riccio di dama.
Sono usati in botanica i sinonimi: Lilium caucasicum (Misczenko) Grossh., Lilium hirsutum Miller, Lilium verticillatum Dulac, Lilium versicolor Salisb.
Il nome generico deriva dal latino līlĭum e forse da un’antica radice li che significa bianco. In greco giglio era leirion (λείριον). Il nome specifico deriva dallo spagnolo martagón, dal turco martagān (= turbante) per la forma del fiore. Non hanno fondamento le derivazioni dal nome del dio Marte.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:
1434. – Lilium Martagon – L.
(luoghi in cui è stata osservata:) Indicato alla Cisa sopra Pontemoli (Bert.), nelle Alpi Apuane alla Frattetta sotto il Sagro (Bert.) e sopra Cascina Piscinicchi nel Carrarese (Bolzon).
Volg. Riccio di dama, giglio martagone. – Fiorisce in luglio
Pianta erbacea perenne.
Proprietà medicamentose
La pianta ha proprietà espettoranti, emmenagoghe[2], diuretiche e cardiotoniche per sostanze contenute essenzialmente nella radice bulbosa da cui si ricava un decotto. Per uso esterno il bulbo è utilizzato contro piaghe, eczemi, scottature e macchie della pelle. Anche i petali sono usati con proprietà simili a quelle del bulbo.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Liliopsida; Sottoclasse: Liliidae; Ordine: Liliales; Famiglia: Liliaceae; Genere: Lilium; Specie: martagon.
Forma biologica: Geofita bulbosa[3] (simbolo: G bulb). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Bulbosa (simbolo bulb): pianta che presenta un organo sotterraneo di riserva, detto bulbo, dal quale ogni anno nascono fusti, foglie e fiori.
Descrizione: la pianta è alta da 30 a oltre 100 cm, ha fusto eretto, robusto e cilindrico, spesso striato di violetto in alto. Le foglie sono oblungo-spatolate o lanceolate lunghe fino a 12 cm per lo più disposte nella parte mediana a verticilli[4] di 4-8 foglie, le foglie superiori sono invece alternate. Ogni fusto porta da 3 a 20 grandi fiori penduli del diametro di 5-6 cm nei quali i petali sono arricciati verso l’esterno e lasciano sporgere verso il basso lunghi stami dalle antere scure. L’odore del fiore è sgradevole. I petali sono roseo-violetti, lucidi e punteggiati di scuro. I frutti sono capsule con numerosi semi che maturano a settembre. Il bulbo ha forma ovoidale, è grande ed è giallo intenso.
Antesi:. Giugno-luglio
Tipo corologico: questa specie prospera sulle montagne dell’Europa centrale e meridionale, ma anche nel Caucaso, in Siberia ed in Giappone. In Italia è presente sull’arco alpino e sull’Appennino centrale e settentrionale.
Habitat: vegeta nei boschi aperti, soprattutto nelle faggete, e nelle radure erbose fertili ed umide superando anche i 2000 metri
Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali più a rischio di estinzione. Essa è classificata nella categoria LR (lower risk), cioè a rischio minimo. naturalmente, non deve essere danneggiata ed il fiore non deve essere assolutamente colto. Invece a livello nazionale non è considerata a rischio. Sulle Alpi Apuane è in serio pericolo di estinzione, infatti è molto ricercata da raccoglitori sconsiderati per cui rimane ormai solo in luoghi di difficile accesso.
La specie è minacciata anche dai cinghiali che amano il bulbo e da insetti che distruggono la parte epigea.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 288.
2 Emmenagogo: favorisce le mestruazioni.
3 Sono geofita bulbose anche i generi Narcissus, Crocus, Gladiolus, Alium, Ophrys ed Orchis.
4 Verticillo: nodo di un asse attorno a cui sono inseriti più elementi, in questo caso foglie.