(f.f.) questo sentiero è molto praticato dagli escursionisti sia per andare al Rifugio Forte dei Marmi che per proseguire e salire le montagne della zona. Dal Callare partono semplici sentieri per le vette del Monte Nona e del Matanna e dalla prima parte del sentiero Bruni parte la deviazione per la Cintura del Monte Procinto e per la ferrata dello stesso monte.
SENTIERO 5
Il sentiero è di competenza del Cai sezione Forte dei Marmi che ne cura la manutenzione.
Tragitto
Strada di Stazzema (527m) – bivio sentiero 6 - Sorgenti della Grotta (836m) [innesto 5 A e 121] – bivio 121 [deviazione per
Rifugio Forte dei Marmi (865m) e 106] – innesto sentiero per la cintura del Procinto e per la ferrata - Callare del Matanna (1139m) – Rifugio Alto Matanna (1037m) [innesto sentieri
3 e 105].
Nel suo percorso il breve tratto iniziale è comune con il sentiero 6 poi, presso l’Alpe della Grotta, un altro breve tratto è comune con i sentieri 5A e 121.
Informazioni sulla zona di partenza
Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana, oltrepassata Ruosina (3,8km), si prende la deviazione a destra per il fondovalle in direzione
Stazzema.
Si oltrepassano Ponte Stazzemese, Mulina (8km) e Culierchia, si lascia a destra la deviazione per Pomezzana e Farnocchia (8,5km) e, poco dopo, su un ampio tornante prima di arrivare
a Stazzema, si imbocca la deviazione a destra (10km) contrassegnata con una indicazione "Rifugio Forte dei Marmi". Poi si arriva a una casa con maestà (11,5km) dove finisce la
strada asfaltata e iniziano i sentieri 5 e 6.
Descrizione del percorso
Questo sentiero segue, in parte, l’antica mulattiera che da Stazzema portava verso la zona di Camaiore, aggirando il Matanna. Poi, con deviazione all’alto Matanna, portava a Palagnana, Pescaglia e Fabbriche di Vallico e quindi in Garfagnana. Un tratto del sentiero è dedicato ad Aristide Bruni (con targa marmorea “Sentiero alpino A. Bruni Luglio 1884”) che si adoperò per costruirlo: è la parte del sentiero che porta al Callare. Inoltre il tratto che risale dal vicino rifugio Forte dei Marmi, sotto le pareti del monte Nona, è attrezzato con un cavo d’acciaio lungo una cengia rocciosa.
Difficoltà: E/EE. Il percorso è semplice eccetto il tratto della cengia attrezzata da percorrere con la
dovuta cautela in particolare in presenza di ghiaccio e neve.
Stato del sentiero: il sentiero è molto evidente ed è ben segnato. In alcuni tratti sono presenti alcune corde metalliche di protezione. In particolare
la cengia del Nona è attrezzata con cavo metallico molto utile in caso di neve e ghiaccio. La zona comunque è sempre umida per il continuo sgocciolio dalle pareti del monte
Nona.
Tempi:
andata 02h 05’; ritorno 01h 40’
Il percorso
Sintesi: Il sentiero si sviluppa inizialmente nel bosco fino alle sorgenti della Grotta con buoni panorami su Procinto e Nona, costeggia in basso la parete del Nona per poi risalire a una cengia rocciosa
attrezzata con cavo d’acciaio. Poi il sentiero continua costeggiando le pendici del Nona aprendosi verso il monte Matanna, arriva a una sorta di ara che in realtà è un traforo artificiale (del Pizzo di San Pietro) dove passava una ferrata per il Nona e in breve arriva al
Callare.
La strada asfaltata finisce poco dopo una casa con annessa maestà privata, qua fermiamo l’auto.
Ben evidente è l’inizio, a destra, dei sentieri 5/6 rispettivamente per il rifugio Forte dei Marmi e per il Monte Forato. A pochi metri dalla partenza c’è una prima maestà con annessa panchina per riposarsi, essa è stata restaurata dalla famiglia Giannaccini.
Il sentiero sale a sinistra nel bosco di castagni e per un breve tratto si vede lo sterrato in basso che continua la strada asfaltata che abbiamo fatto in auto (iniziata nel 1973 questa strada avrebbe dovuto collegare Stazzema con Palagnana, fortunatamente il progetto non si è realizzato, preservando la bellezza di queste zone).
In 5’ dalla partenza siamo al bivio: a sinistra si stacca il sentiero 6 per il monte Forato, a destra il sentiero 5, che imbocchiamo, per il Rifugio Forte dei Marmi e il Callare del Matanna. Il sentiero è molto tranquillo e si sviluppa nel bosco di castagni.
A 10’ incontriamo un’altra maestà, in questa c’è un’immagine in terracotta del 1998 della Madonna del Popolo, quella originale, in marmo, è stata asportata da vandali blasfemi per rivenderla a qualche arricchito per la solita cupidigia di denaro. Lungo il sentiero ci sono tre brevi tratti attrezzati con corde metalliche per agevolare la progressione quando il terreno è scivoloso. Inoltre sono presenti ruderi diversi, alcuni, le cosiddette “burraie”, servivano ai pastori e ai montanari per conservare gli alimenti, altri sono “calchere” cioè fornaci di calce usata costruire le abitazioni.
A 30’ c’è un breve tratto di salita più ripida: di fronte ci sono il Monte Procinto e il Monte Nona mentre a destra abbiamo il Monte Matanna (la visuale è buona quando il bosco è spoglio, in estate invece si vede poco). C’è da dire che più in alto un taglio del bosco ha notevolmente aperto la visuale sul Procinto.
Proseguiamo con tratti pianeggianti seguiti da salite e a 45’ incrociamo un traliccio dell’Enel.
Finalmente a 55’ arriviamo alle Sorgenti della Grotta: qua c’è una captazione d’acqua con relativa fonte freschissima e l’incrocio con il sentiero 5 A che proviene a sinistra dalle Scalette. Pochi metri a sinistra c’è anche l’imbocco del sentiero 121 (fonte di Moscoso-S.Rocchino): il breve tratto da qua fino all’Alpe della Grotta è a comune tra i sentieri 5 e 121. Inoltre qua c’è una maestà con icona marmorea del 1727 dedicata a S.Antonio e Santa Margherita.
Dopo una breve sosta prendiamo a destra per il 5/121 in direzione del Rifugio. Costeggiamo le pendici del Nona con un agevole sentiero. Ad 1h 05’ arriviamo al bivio: a destra continua il sentiero 121 sul quale, a 50 metri tra gli abeti, si trova il rifugio Forte dei Marmi, invece a sinistra sale il sentiero 5 per il Callare del Matanna.
Il tratto che iniziamo è il sentiero dedicato all’ingegner Aristide Bruni (che nel 1879 scalò il Procinto, ma probabilmente fu preceduto da boscaioli locali) e sale ripidamente per le pendici calcaree del Monte Nona: la vista che si gode è splendida e arriva al mare. Su noi incombe la severa parete del Nona molto impegnativa per gli arrampicatori.
In dieci minuti arriviamo alla cengia rocciosa attrezzata con una fune d’acciaio molto utile in caso di ghiaccio saliamo ancora e a 1h 25’ troviamo la deviazione a sinistra per il Procinto che porta alla Cintura e all’inizio della ferrata.
Proseguiamo seguendo il sentiero che continua a costeggiare il monte Nona e a 1h 40’ siamo a un traliccio dell’Enel da cui si ha una buona vista su Procinto e Matanna e dopo 5’ siamo a un intaglio con una sorta di ara pagana. In realtà questo traforo (del Pizzo di San Pietro) è artificiale e fu fatto, alla fine dell’ottocento, per allestire una via attrezzata per il monte Nona.
Saliamo ancora pochi minuti e a 1h 50’ siamo al Callare del Matanna, segnalato da un altro traliccio dell’Enel e da un crocifisso restaurato pochi anni fa. A sinistra si stacca un sentiero di cresta diretto alla vetta del Monte Nona, mentre a destra un altro per il Monte Matanna.
Il luogo è molto panoramico in particolare sul monte Procinto e Corchia da una parte e sul Piglione, dietro il quale si intravedono i monti Pisani, dall’altra, inoltre la visuale si apre sull’Appennino, sulla costa e, se la giornata è limpida, arriva fino alle Alpi Marittime.
Il sentiero prosegue in discesa diretto all’albergo-rifugio Alto Matanna. La discesa è abbastanza ripida e molto semplice e, a tratti, il sentiero è scavato nel terreno argilloso.
A 02h 02’ siamo al bivio tra il sentiero 5 e il 109 diretto alla Foce delle Porchette, prendiamo a destra e in breve siamo al rifugio (02h 05’).
Aspetti di rilievo del sentiero
Sorgente della Grotta
Si trova alle pendici del monte Procinto e del Monte Nona. C’è una captazione d’acqua con relativa fonte freschissima e qua si incontrano il sentiero 5 da Stazzema, il sentiero 5 A che proviene dalle Scalette e ancora il sentiero 121 (fonte di Moscoso-S.Rocchino). Inoltre c’è una maestà con icona marmorea del 1727 dedicata a Sant’Antonio e Santa Margherita. A pochi minuti si trova il Rifugio Forte dei Marmi dell’Alpe della Grotta.
Rifugio Forte dei Marmi
Il rifugio Forte dei Marmi, posto a 865 metri, all’Alpe della Grotta è proprietà del Cai di Forte dei Marmi e si trova nel comune di Stazzema. Era inizialmente un casolare proprietà della famiglia Gherardi, autonominatisi custodi del monte Procinto. È situato in luogo molto ameno, circondato da abeti e dominato dal monte Procinto e dalla strapiombante parete sud-ovest del monte Nona mentre, poco distante, c’è il monte Matanna. Il rifugio è facilmente raggiungibile con il 5 o con il 5 A da Stazzema, con il 106 da Pomezzana, con il 121 da S.Rocchino attraverso la Foce di Grattaculo e sempre con il 5 dall’Alto Matanna. Oltre che per gli itinerari escursionistici il rifugio è punto di partenza per gli arrampicatori diretti al Procinto e al Nona e per la famosa ferrata del monte Procinto.
Aristide Bruni
Ingegnere, di origine milanese, socio del Club Alpino Svizzero e tra i fondatori della sezione di Milano del Cai nel 1874, entrò nel genio civile e fu assegnato all’ufficio di Pisa entrando così in contatto con la realtà apuana in particolare con la Stazione alpina di Lucca. Per una ventina di anni si dedicò all’esplorazione delle nostre montagne e fu socio del Cai di Firenze città nelle quale scelse di risiedere. A lui si deve la prima ascensione documentata del monte Procinto. Il 17 novembre 1879 egli, insieme a Cesare Dinelli e alle guide Angelo Bertozzi, Efisio Vangelisti e Giuseppe Vangelisti di Pruno, salì il monte per quella che poi sarebbe diventata la ferrata. In realtà pare che la sommità della montagna fosse stata raggiunta già anni prima da alcuni boscaioli che erano saliti per tagliare il bosco sommitale nel 1848. Bruni divenne un grande estimatore della zona che promosse dal punto di vista alpinistico e turistico. Tra l’altro promosse la costruzione del sentiero adesso a lui dedicato, dall’Alpe della Grotta al Callare del Matanna (sentiero 5), sul quale una lapide lo ricorda: “Questo sentiero per congiungere con breve e sicura via la vallate della Vezza e della Tùrrite cava fu ideato e compiuto dall’ingegnere Aristide Bruni incoraggiandolo particolari(?) ed il CAI auspice la sezione di Firenze. 26 ottobre 1890 sentiero del Callare 1259m, diramazione per la foce del Procinto 460m, giro della cintura 624m, lunghezza totale 2343m. CAI la sezione di Carrara (Apuana) dono”. Fece costruire anche la famosa ferrata che divenne operativa nel 1893 a cura del Cai di Firenze.
Pizzo di San Pietro
A pochi minuti dal Callare del Matanna c’è un intaglio con una sorta di ara pagana. In realtà questo traforo è artificiale e fu fatto alla fine del 1800 per allestire una via attrezzata per il monte che fu poi smantellata. Il monte traforato si chiama Pizzo di San Pietro ed è alto 1109 metri.
Callare del Matanna
È situato a quota 1139 metri ed è una sella che si apre tra il monte Nona e il monte Matanna che mette in comunicazione la zona dell’Alpe della Grotta con l’albergo Rifugio Alto Matanna e quindi con la Garfagnana. È caratterizzato da un traliccio della corrente e da un crocifisso di grandi dimensioni. Si arriva a esso con il sentiero 5 da Stazzema per l’Alpe della Grotta e si scende rapidamente al Rifugio dove si inseriscono sentieri per la Foce delle Porchette (109) e per la Foce del Pallone (3). Inoltre dal Callare iniziano i sentieri blu per le vette dei monti Nona e Matanna. Il termine callare significa valico nei dialetti lucchese e pisano.
Albergo Rifugio Alto Matanna
È situato nel comune di Stazzema alle pendici del Matanna all’ombra di conifere ed è raggiungibile da strada asfaltata dalla Foce di Bùcine. Fu fatto costruire da Alemanno Barsi che già possedeva e gestiva l’Albergo alpino del Matanna alle Ferriere di Palagnana (687 metri). L’Albergo che prese la denominazione di Alto Matanna sorse al Piano d’Orsina a 1040 metri alle pendici del monte Matanna alla fine del 1800. Il 29 giugno 1893 fu posta una lapide che ricordava l’inaugurazione del sentiero Stazzema-Palagnana: Inaugurandosi la nuova strada/ Stazzema-Palagnana/ il 29 giugno 1893/ auspice la Sezione di Firenze dal C.A.I./ e il cav. Budden presidente/ la Sede Centrale, il Comune e gli Abitanti/ a memoria del convegno intersezionale/ Q.M.P.. Barsi insieme al figlio Daniele fu l’ideatore, nel 1910, della famosa e sfortunata funicolare aerostatica da Grotta all’Onda per la Foce del Pallone. I Barsi permettevano agli escursionisti l’uso gratuito della sala dell’albergo. Il 27 maggio 1923 qua fu fondata la sezione lucchese del Cai. L’albergo è in posizione privilegiata: qua passa il sentiero 3 (Palagnana-Foce del Pallone-Foce di Grattaculo), il 5 (Callare del Matanna-Stazzema), il 109 (Foce delle Porchette-Foce di Petrosciana) ed è facile salire alle vette del Nona e del Matanna. Il complesso è dotato anche di una piccola cappella destinata al culto.
Deviazioni e possibilità di escursioni
Il sentiero permette di fare diverse escursioni connettendosi ad altri sentieri. Diamo qualche suggerimento:
Andata e ritorno su sentiero 5: con lo doverose soste necessita di circa 4h 30’. Volendo è possibile spingersi alla Foce del Pallone e alle pendici del Matanna allungando di poco l’escursione.
Anello del Monte Nona: in realtà sono possibili diversi anelli. Dal Callare si scende a prendere il sentiero 109 fino alla Foce delle Porchette da cui si scende fino al luogo di partenza. Sono circa 5h 30’ di cammino con le soste. Altrimenti dal Callare si sale alla vetta del Nona e si scende con il ripido sentiero blu fino alla Foce delle Porchette, anch’esso richiede circa 5h 30’. Entrambi i percorsi sono panoramici sulle Panie, in particolare il secondo.
Salita al Monte Matanna: dal Callare è possibile salire la cresta nord-ovest fino alla vetta. Il percorso richiede circa 1h 30’ compreso il ritorno. I volonterosi possono abbinare la salita alle due vette del Nona e del Matanna nelle lunghe giornate estive.
ITINERARI INERENTI A QUESTO SENTIERO PRESENTI SUL SITO:
Commento
Questo è un sentiero che offre moltissimo all’escursionista che può salire diverse vette e godere di ottimi punti panoramici. Altrimenti si può fermare a uno dei rifugi e dedicarsi ai piaceri della tavola.