(f.f.) questa pianta è comune sulle nostre Apuane e la sua fioritura è prolungata.
IL GENERE ANEMONE
Famiglia Ranunculaceae
Anemone L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Anemone deriva dal latino ănĕmōnē, es termine usato da Plinio il Vecchio, a sua volta derivato dal greco άνεμώνη che denominava queste piante.
Il termine è legato, nella tradizione popolare, a άνεμος (= vento) essendo questa pianta diffusa nei boschi esposti ai venti oppure perchè il suo fiore si apre al soffio dei venti. In realtà gli studiosi sono incerti sulla reale origine del termine che alcuni fanno derivare da Naaman, nome semitico di Adone, dal cui sangue, secondo la leggenda, si formarono gli anemoni.
Diversi sono i miti che riguardano questo fiore: in uno di essi Zefiro si innamorò della ninfa Anemone e Chloris, la dea dei fiori, gelosa, la trasformò nel fiore condannato a schiudersi al soffio dei venti.
In un altro mito Adone,del quale si era innamorata Venere, venne ucciso dal gelosissimo Marte trasformatosi in cinghiale, dalle lacrime di Venere e dal sangue di Adone sbocciarono gli anemoni
L’anemone era considerato simbolo di malinconia e dolore e in alcune tradizioni divenne simbolo del lutto e della morte
Il genere Anemone è strettamente imparentato con i generi Pulsatilla e Hepatica tanto che in passato essi erano compresi nello stesso genere.
Il genere Anemone comprende oltre un centinaio di specie presenti nelle zone temperate del sud e del nord del pianeta. Sono piante erbacee perenni alte da 15 cm a oltre 1 metro con radici ingrossate o rizomatose. Le foglie sono profondamente divise. Hanno fiori formati da numerosi tepali colorati (bianchi, gialli, azzurri, rosei e rossi) e fioriscono in primavera.
Sono piante velenose specialmente quando sono fresche, ma si conoscono usi medicamentosi popolari della pianta secca.
Vengono coltivati nei giardini e per il fiore reciso e i floricultori hanno prodotto una gran quantità di cultivar.
Una decina di specie sono spontanee in Italia.
ANEMONE HORTENSIS
Anemone hortensis L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta anche come: Anemone stellata Lam.
Conosciuta volgarmente come: anemone fior di stella, anemone stellato.
Il nome specifico hortensis deriva dall’aggettivo latino hortensis, e (= del giardino, che cresce nel giardino) in relazione all’habitat e alla facilità di essere coltivata in orti e giardini.
Anemone hortensis è pianta erbacea perenne provvista di tubero legnoso. Gli scapi sono pelosi, lunghi fino a 35 cm e portano un unico fiore profumato con 8-20 petali lanceolati di colore da bianco-azzurrino a rosso-viola. Inoltre il fiore ha numerosi pistilli circondati da stami con antere azzurro-scure.
La fioritura di questa pianta è scalare e dura a lungo se la stagione lo permette. Essa entra in riposo vegetativo in estate con il disseccamento della parte aerea e la ripresa avviene in autunno con la produzione delle nuove foglie basali.
Essa ripopola facilmente terreni bonificati e prospera lungo i bordi stradali.
Come le piante congeneri è specie tossica per quanto in passato fosse usata, nella medicina popolare, contro i dolori articolari.
Questa specie è molto coltivata e ha dato origine a numerose varietà e cultivar molto apprezzate.
Tra le specie simili ricordiamo Anemone pavonina Lam. che ha foglie basali lobate, ma non profondamente incise e calice petaloide con numero mediamente minore di elementi (fino a 12) più larghi e di colore rosso, ma anche variabile da violetto roseo fino a bianco con anello centrale bianco. Essa può ibridare con Anemone hortensis. In Italia è specie importata che può naturalizzare. In Toscana è pianta protetta.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:
14. – Anemone hortensis – L. [Anemone hortensis L. subsp. hortensis];
(luoghi in cui è stata osservata:) Comune nei poggi erbosi a Massa presso la Rocca, al Mirteto, a Po e a Pariana, nelle regioni di Romagnano, Codupino e Celia, lungo il Frigido tra il Ponte Vecchio e il mare, a Turano, ai Poggi alle Cinque Vie, ai Quercioli e in vari punti del territorio di Montignoso e di Porta. In territorio di Carrara alla Foce e tra la Foce e Codena, a Gragnana, a Torano e Miseglia, a Fontia, a Moneta, a Fossola, Avenza e Fossone. Comune altresì nella valle della Magra e dei suoi affluenti e così in tutta la Valle del Lucido e dell’Aulella, lungo il Taverone a Monti e a Licciana, a Filetto di Villafranca e tra Filetto e Bagnone, a Filattiera, a Tresana e a Talavorno di Mulazzo, all’Arpiola, tra Scorcetoli e Pontremoli.
Fiorisce da febbraio a maggio. Pianta erbacea perenne.
Pellegrini cita altre piante dello stesso genere: Anemone coronaria L.; Anemone coronaria L. var. phoenicea (Ard.) [Anemone coronaria L. var. coccinea (Jord.) Burn.]; Anemone hortensis L. β fulgens (D.C.) [Anemone pavonina Lam.]; Anemone hortensis L. γ pavonina (D.C.) [Anemone pavonina Lam.]; Anemone narcissiflora L.; Anemone nemorosa L.; Anemone ranunculoides L.; Anemone trifolia L.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Magnoliidae: Ordine: Ranunculales; Famiglia: Ranunculaceae; Genere: Anemone; Specie: Anemone hortensis
Forma biologica: Geofita bulbosa (simbolo: G bulb). Geofita (simbolo G): pianta erbacea perenne che porta le gemme in posizione sotterranea (in bulbi, rizomi, tuberi) e durante la stagione avversa non presenta organi aerei. Bulbosa (simbolo bulb): pianta che presenta un organo sotterraneo di riserva, detto bulbo, dal quale ogni anno nascono fusti, foglie e fiori.
Descrizione: pianta erbacea perenne dotata di un piccolo tubero nerastro legnoso. Lo scapo fiorifero è esile, pubescente, incurvato durante l’accrescimento ed eretto alla fioritura, raggiunge l’altezza di 30-35 cm. Le foglie cauline sono disposte in un verticillo di tre sotto il fiore e quelle basali sono palmate e formate da 3-5 segmenti variamente divisi a loro volta e hanno un lungo picciolo. I fiori singoli sono in posizione apicale e sono formati da una media di una decina di sepali petaloidi che al massimo possono raggiungere il numero di 20. Essi sono ellittico-lanceolati, in genere violaceo-chiari più raramente bianchi o rosati, ma sempre con evidenti nervature violette. Hanno numerosi stami azzurro-violetti e numerosi pistilli. Il frutto è un poliachenio formato da numerosi acheni lanosi.
Antesi: febbraio-maggio. Nelle regioni più meridionali anche da gennaio.
Tipo corologico: mediterraneo settentrionale dalla Spagna alla Grecia. In Italia è assente allo stato spontaneo nelle regioni del Nord: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.
Habitat: è presente negli incolti, nelle radure, nei pascoli, negli uliveti dal livello del mare fino a 1200 metri di quota.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove si trova Anemone pavonina Lam. È protetta in Molise.
Altre foto possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 18-20.