(f.f.) la betulla è albero di grande bellezza presente sporadicamente sulle montagne apuane a testimoniare epoche in cui le temperature erano più basse e la sua diffusione era maggiore. È specie protetta che potrebbe soffrire la competizione da parte di altri alberi.
….gaudet frigidis sorbus, sed magis etiam betulla. Gallica haec
arbor mirabili candore atque tenuitate[1 ]….
IL GENERE BETULA
Famiglia Betulaceae
Betula L fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Betula deriva dal latino bĕtulla, ae (= betulla), il termine fu usato da Plinio il Vecchio. Questa parola, a sua volta, origina dal nome celtico di questa pianta che alluderebbe al colore bianco della corteccia.
Betula è un genere di alberi di media grandezza o di grandi arbusti tipici delle zone temperate e fredde dell'emisfero boreale. Essi hanno fusti sottili e foglie decidue e alterne la cui forma e colore variano con la specie. Sono piante monoiche con i fiori raccolti in amenti; i frutti sono samare le cui ali favoriscono la dispersione dei semi, essi sono raccolti in strobili.
Le specie arboree sono alte al massimo una trentina di metri con chioma allungata a forma di fiamma e poco densa. La corteccia è bianca con lenticelle orizzontali scure. Essa è facilmente staccabile e veniva usata per la concia della pelle, per la sua ricchezza in tannini, e anche per scriverci sopra.
Sono piante molto rustiche e resistono bene a condizioni ambientali estreme dal gelo alla siccità prolungata. Sono, inoltre, piante pioniere che occupano zone scoperte da incendio o taglio dei boschi, non sono molto longeve vivendo al massimo un centinaio di anni. Possono formare estesi boschi misti con conifere e latifoglie oppure possono formare boschi puri soprattutto nell'Europa centro-orientale o in quella settentrionale, inoltre possono presentarsi in piccoli gruppi o elementi isolati.
Sono coltivate come piante ornamentali nei parchi e nei giardini per la bellezza del fogliame e della corteccia, in silvicoltura sono usate per consolidare i terreni e per il rimboschimento. Il legno viene usato come combustibile e per costruire mobili, nell'industria dei compensati e per fare pasta per carta.
A queste piante sono riconosciute proprietà medicamentose, sono diuretiche, depurative, antisettiche e antinfiammatorie. Sono attive contro gotta, cellulite, reumatismi e calcoli renali. Le parti usate sono le foglie fresche, la corteccia e le gemme. Inoltre la corteccia contiene una sostanza, chiamata betulina, responsabile del colore bianco perlaceo della stessa a cui sono riconosciute proprietà antitumorali.
Il genere comprende una quarantina di specie che possono essere suddivise in tre gruppi: betulle asiatiche, betulle americane e betulle europee. In Europa le tre specie a maggior diffusione sono: Betula pendula Roth (betulla bianca), Betula pubescens Ehrh (betulla pubescente) e Betula nana L. (betulla nana) che fanno parte anche della flora italiana. Di esse Betula nana[2] è rarissima sulle Alpi e assente nell'Appennino, mentre Betula pubescens è rara sulle Alpi e forse presente in qualche stazione in Appennino. L'unica specie presente con una certa diffusione nel nostro paese è quindi Betula pendula. C'è da aggiungere la presenza in Sicilia di una specie endemica: Betula aetnensis Raf. che vegeta alle pendici dell'Etna.
BETULA PENDULA
Betula pendula Roth
Classificata da Albrecht Wilhelm Roth[3] nel 1788.
Conosciuta anche come: Betula verrucosa Ehrh.
Conosciuta volgarmente come: betulla (bianca)
Il nome specifico pendula deriva dall'aggettivo latino pendŭlus, a, um (= pendente, penzolante) con riferimento al portamento dei rami secondari della pianta.
La betulla è un albero alto fino a 25 metri con tronco sottile e rami secondari pendenti. Le foglie sono alterne e triangolari o romboidali con lunghi piccioli. I fiori maschili sono raccolti in amenti allungati che si formano già in autunno, quelli femminili sono cilindrici e compaiono in primavera insieme alle foglie e sono solitari all'estremità di ramoscelli sopra gli amenti maschili. I frutti sono samare riunite in una sorta di piccolo strobilo che si stacca a maturità.
Dal tronco, per incisione, si raccoglie un succo zuccherino simile allo sciroppo d'acero. Se fatto fermentare esso produce una bevanda detta birra di betulla. Per le proprietà medicinali rimandiamo a quello detto in genere per le piante del genere Betula.
Tra gli usi del legno ricordiamo che viene impiegato per affumicare il pesce. La corteccia era usata per fare vari oggetti come cestini, calzature, mentre con i rami si costruivano i cerchi delle botti. Ricordiamo un altro uso, citato anche da Plinio: con i giovani rami si facevano verghe per frustare i criminali, ma anche per punire gli studenti[4].
Numerosi sono i miti e le usanze legate alla Betulla nel folklore nordico. Per gli sciamani siberiani essa era l'albero cosmico a causa della sua grande resistenza al freddo che le permette di giungere al limite della tundra. Per le popolazioni celtiche era l'albero aurorale, il primo a mettere le foglie nelle foreste nordiche. Nei riti contadini le verghe di sambuco erano usate per scacciare l'anno vecchio.
La Betula pendula è diffusa in Europa e Asia, particolarmente in Siberia e nell'Europa del Nord. Si è naturalizzata anche nel Nord-America tanto da essere pianta infestante in Canada.
In Italia è ben presente sull'arco alpino, prevalentemente in Piemonte e Lombardia, mentre è più rara sull'Appennino. È specie pioniera che colonizza terreni abbandonati o incendiati e in questo è favorita dall'abbondante produzione di semi e dalla sua buona capacità pollonifera. Sopporta terreni molto acidi e terreni poveri di humus, ama i terreni umidi, ma anche suoli drenati grazie alle sue lunghe radici. Sopporta bene le basse temperature e raggiunge i 2000 metri di quota.
Sulle Alpi Apuane la betulla si trova associata a boschi di faggio e cerro e più raramente da sola. Essa ha trovato ambienti favorevoli alla sua crescita nei versanti interni e si sta espandendo soprattutto nei terreni silicei più umidi. Ricordiamo la sua presenza alle pendici del monte Sumbra e sotto i torrioni del monte Corchia, sui monti intorno Campocatino e, saltuariamente, in molte altre zone.
È pianta protetta e la sua sopravvivenza potrebbe essere a rischio per la concorrenza di altre specie che oggi sono ceduate molto di meno. In Toscana è presente anche nell'Appennino nord-occidentale e nel Pratomagno.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[5]:
1342. – Betula alba – L. [Betula pendula Roth]
(luoghi in cui è stata osservata:) indicata al M. Orsaro in Lunigiana sopra Pracchiola in loc. Cubbio e ai Piani (Caruel.). trovasi anche lungo il canale della Rocca presso Massa, ai Tecchioni e nella valle del Frigido tra il Ponte di Forno e Gronda.
Volg. betula, betulla, bidollo.
Fiorisce in maggio. Pianta legnosa.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Hamamelidae; Ordine: Fagales; Famiglia: Betulaceae; Genere: Betula; Specie: Betula pendula
Forma biologica: fanerofita arborea (P scap). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
La pianta può avere anche forma biologica di: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.
Descrizione: albero di media grandezza con chioma espansa verso l'alto. Il tronco è eretto e alto fino a 30 metri ed è piuttosto sottile. I rami primari sono ascendenti mentre quelli secondari sono sottili e penduli. La corteccia è sottile e liscia, inizialmente bruno-dorata poi bianco-candida con fenditure orizzontali nerastre, essa tende a desquamarsi in sottili strisce. Le foglie sono caduche, alterne, picciolate di forma da triangolare a romboidale con apice acuminato e margine dentato. Sono verde intenso nella pagina superiore e grigio-verdastre in quella inferiore. I fiori sono unisessuali, quelli maschili riuniti in amenti giallastri e penduli già formati in autunno, quelli femminili sempre in amenti più corti e cilindrici che compaiono in primavera. I frutti sono samare riunite in una sorta di piccolo strobilo che si stacca a maturità.
Antesi: marzo - maggio.
Tipo corologico: eurosiberiana, zone fredde e temperato fredde dell'Europa e dell'Asia. In Italia è comune sulle Alpi ed è più rara in Appennino. È assente nelle isole maggiori, in Puglia, in Calabria e in Umbria.
Habitat: preferisce terreni acidi, umidi e fertili, ma si adatta anche a suoli poveri. Ama la luce del sole e sopravvive a temperature molto basse Vegeta da 400 metri a circa 2000.
Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette ed è classificata come VU cioè vulnerable (= vulnerabile) quindi esposta ad alto rischio di estinzione in natura. A livello nazionale la specie non è considerata a rischio, ma è protetta anche in Abruzzo, Molise, Campania e Veneto.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
[1] Plinio il Vecchio, Naturalis historia vol XVI 74-75: prospera il freddo sorbo, ma ancora di più la betulla. Questo albero gallico è mirabile per candore e per esilità.
[2] Essa è da considerarsi specie relitta dell'era glaciale quando era diffusa in tutta Europa.
[3] Albrecht Wilhelm Roth (1757-1834) fu medico e botanico tedesco. La sua opera principale fu Tentamen florae germanica, ma si interessò anche della flora indiana basandosi su campioni fornitigli da un amico missionario. Fu professore di botanica all'Università di Jena.
[4] Proprio per questo veniva chiamata pianta della saggezza in una visione pedagogica, per fortuna, sorpassata.