(f.f.) il Sumbra è una montagna singolare che cambia fisionomia secondo il luogo di osservazione. Essa unisce ai tratti appenninici della vetta, nel
versante settentrionale, la severità della parete meridionale strapiombante sul solco della Tùrrite Secca. Essa è estremamente severa e difficile a salire per i rocciatori a causa
della pessima qualità della roccia. L’escursionista può facilmente salire alla vetta da Capanne di Careggine godendo dei panorami unici e severissimi della parete meridionale. Percorrendo la strada Castelnuovo Garfagnana-Arni, nel tratto da Campaccio
a Tre Fiumi[1], si può facilmente
apprezzare tutto il grandioso versante meridionale interessato, in passato, anche dall’escavazione del marmo.
MONTE SUMBRA
Conosciuto anche come Penna di Sumbra o monte Sómbora[2]. La vetta e la gran massa del monte si trovano nel comune di Vagli di Sotto mentre parte della cresta e degli altipiani orientali si trovano in quello di Careggine.
Esso è formato quasi completamente di marmo e cambia molto la sua fisionomia dal punto da cui lo si guarda. La vetta raggiunge i 1769 metri e si trova all’estremità ovest.
Il monte si estende in direzione est-ovest con una lunga cresta rocciosa che a nord, verso Vagli, è abbastanza dolce, fresca e boscosa, mentre a sud scende a precipizio con pareti marmoree che superano i 500 metri e sono molto impegnative per i rocciatori a causa della pietra non molto affidabile. Inoltre questo versante è solcato da diversi fossi che danno origine al fenomeno delle Marmitte dei Giganti: il Fosso del Fatonero, quello dell’Anguillaia e quello delle Comarelle, tutti tributari della Tùrrite Secca.
Molto caratteristico è l’aspetto a panettone che il monte ha visto da nord-ovest ad iniziare dal Malpasso, invece sul Passo di Fiocca il monte precipita con versanti ripidi e spigolosi dando di sé un’immagine severa nella sua imponenza.
Da Vagli il monte sembra un gigante accucciato con la testa rivolta ad ovest.
Si sale facilmente alla vetta tramite il sentiero 145 da Capanne di Careggine per le Coste del Giovo e la boscosa cresta est. Un po’ più difficoltosa l’ascesa da Arni e dal Passo di Fiocca mediante la via Ferrata Malfatti.
La vetta è molto erbosa e ricorda un po’ le alture appenniniche, essa è particolarmente panoramica sull’intera catena delle Apuane.
La prima ascesa invernale risale al 6 gennaio 1884 e fu fatta da Aristide Bruni con la fedele guida, ed alpinista di valore, Efisio Vangelisti di Pruno.
COME SI SALE
L’escursionista sale facilmente alla vetta tramite il sentiero 145 da Capanne di Careggine per le Coste del Giovo e la boscosa cresta est. Un po’ più difficoltosa l’ascesa da Arni e dal Passo di Fiocca mediante la via Ferrata Malfatti. Ci sono poi salite adatte solo ai rocciatori più esperti e scarsamente ripetute per la pessima qualità della roccia.
Cresta Est e versante Nord-Est
Il percorso è lungo e panoramico e si sviluppa tra prati e boschi con un breve tratto su bellissimi blocchi di pietra. É possibile partire da Capanne di Careggine, seguendo le Coste di Giovo, o dalla Maestà del Tribbio, per portarsi al Colle delle Capanne. Dal colle il sentiero 145 entra nel bosco di faggi per poi seguire la cresta Est dalla quale si gode di una splendida vista sulla parete Sud. Il percorso può continuare in cresta oppure sul versante nord-est e finisce per pendii erbosi che portano facilmente in vetta. Servono tre ore partendo da Tribbio e quattro partendo da Capanne. Il percorso è facile anche in inverno.
Il sentiero 145 da Capanne di Careggine passa per un castagneto, poi arriva ad un caratteristico intaglio nella roccia in cui si passa uno alla volta e che supera una cresta della
Costa del Giovo. Poi si mantiene parallelo alla Costa del Giovo in un ambiente di praterie e ruderi usati in passato dai pastori, tra cui i Capannelli di Careggine. Il panorama si
apre in particolare sulle Panie e sul Freddone mentre in basso si scorge il lago di Isola Santa. Poi, dopo un bosco di faggi, arriva al Colle delle Capanne. Invece dalla Maestà
del Tribbio il sentiero, segnato Garfagnana Trekking, passa per una bella faggeta.
Parete Sud
La parete sud è costituita da marmo ed è particolarmente impressionante la parte prossima alla vetta raggiungendo circa 500 metri di sviluppo. La roccia molto liscia e ripida rende estremamente difficoltoso arrampicarsi. Si accede alla parete stessa dalla zona di Campagrina, da Tre Fiumi e dal Campaccio, lungo la strada, per portarsi al fondo della Tùrrite Secca. Le principali vie per la parete sono state aperte negli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso da alpinisti locali, in particolare ricordo la Via dei Carrarini aperta da Sergio Bonelli e Felice Codega nel 1962.
Contrafforte Sud della cresta Est
Costituisce il limite orientale della parte Sud e per salirlo bisogna portarsi ai casolari delle Comarelle (727 m) per poi accedere al contrafforte che è adatto solo ai rocciatori esperti della pessima roccia apuana.
Versante Sud-Ovest
È quello percorso dalla Ferrata Malfatti. Fu scalato per la prima volta nel 1900 da Emilio Quèsta[3] e da F. Landi. Dal passo di Fiocca arrivati alla base dello spigolo ovest si devia a destra seguendo ben evidenti tracce di sentiero che portano all’inizio della ferrata. L’escursionista che proviene da Arni con il sentiero 144 può salire con attenzione il percorso della ferrata che è abbastanza semplice e particolarmente panoramica.
Spigolo Ovest
Questo è il versante che si vede dal Passo di Fiocca ed il percorso di roccia che porta in vetta è considerato uno dei migliori delle Apuane e fu vinto per la prima volta nel 1935.
Versante Nord-Ovest
Versante ben visibile dal Passo Fiocca e da esso raggiungibile dai rocciatori, il dislivello non è elevato, ma la roccia è molto infida.
Versante Nord
È quello che guarda verso Vagli di Sotto esso è formato da ripidi pendii coperti da bosco ed è percorso da fossi che confluiscono nel lago. Ha interesse alpinistico particolarmente in invernale.
TRAVERSATA - ANELLO PER LA VETTA
È possibile percorrere la traversata da Arni a Careggine, ma poi c’è il problema di tornare alla base di Arni: o si usano due auto oppure si torna a piedi lungo la strada asfaltata.
Partenza dal parcheggio di Arni con il sentiero 144 per le case Oriali fino alla base del Monte Fiocca che viene aggirato fino al Malpasso. Qua scendiamo per percorrere il bosco del Fatonero[4] fino alla sella del Passo Contapecore da cui arriviamo al Passo di Fiocca. Con la ferrata ci portiamo in prossimità della vetta che saliamo. Poi scendiamo seguendo la cresta erbosa e poi mantenendoci paralleli alla cresta per poi scendere per roccette e per una zona di rocce erose dall’acqua da cui entriamo nella faggeta che ci porta al Colle delle Capanne. Qua il sentiero esce in una prateria panoramica sulle Panie per poi rientrare nel bosco. Usciti da esso scendiamo per balze erbose fino alle Capanne di Careggine e poi alla caratteristica fenditura nella roccia larga meno di un metro e lunga circa venti dopo la quale c’è il bosco che ci porta a Capanne di Careggine (circa 6h 30’). A questo punto se abbiamo due automobili torniamo subito ad Arni, altrimenti dobbiamo scendere alla strada Castelnuovo-Arni e percorrerla con pazienza fino ad Arni, si tratta di percorrere otto chilometri di strada e servono circa un paio d’ore. Nel tragitto merita una visita la Cava Henraux ai Tre Fiumi.
LA VETTA
La vetta è molto erbosa e ricorda un po’ le alture appenniniche, il pianoro sommitale è molto ampio ed è presente una croce metallica con piedistallo di cemento.
Dalla vetta si gode di bella vista: a nord sull’Appennino, a nord-ovest sulle Apuane Settentrionali, ad ovest sul Sella, sul Fiocca e sull’Altissimo, a sud sul Corchia, sul Freddone e sulle Panie. In basso ad est si trova il lago di Vagli.
STORIE E LEGGENDE
Le leggende principali si raccontano nella zona di Vagli su cui il monte incombe con la sua massa imponente. Pare che il nome della montagna derivi dall’aspetto di animale accovacciato sulla sua ombra.
Per le leggende rimando a Fantozzi[5], esse trattano, come spesso succede, di tesori inaccessibili, di animali posseduti dal demonio (racconti di paura) e di giganti che dovrebbero spiegare gli spettacoli imponenti offerti dalla natura nel Sumbra in particolare le Marmitte.
Sono queste tipologie narrative che si trovano in tutto il folklore apuano e non solo in esso.
INTORNO AL MONTE
Campaccio
La Casetta di Campaccio si trova sulla strada Castelnuovo - Arni tra Isola Santa e Tre Fiumi. Situata a circa 600 metri di quota è punto di partenza per accedere all’inizio di alcune vie di roccia del Sumbra e di itinerari per ammirare le marmitte dei Giganti.
Campagrina
Frazione del comune di Stazzema a 805 metri tra Tre Fiumi ed Arni. Si trova tra il monte Altissimo ed ill Sumbra. Paese a lungo legato all’attività estrattiva del marmo. Da qua partono itinerari per portarsi alla base della parete sud del Sumbra.
Frazione del comune di Careggine nella valle della Tùrrite Secca, è costituita da un gruppo di case che si raccoglie attorno alla piccola chiesa di San Giacomo a 840 metri di quota.
Il paese è dominato dall’imponente vista del Pizzo delle Saette e costituisce punto di partenza per ascendere al monte Sumbra tramite il sentiero 145 che porta anche ad Isola Santa.
Il paese dista circa 3 km dalla strada provinciale per Castelnuovo-Arni. In paese c’è un ristorante piuttosto rinomato: La Ceragetta.
Capannelli di Careggine
Anche Capannelli del Sumbra. Sono un insieme di ruderi (a circa 1100 metri), presso le Coste del Giovo ed in particolare presso il famoso intaglio, testimonianza di un vecchio alpeggio usato dai pastori di Capanne di Careggine. Oggi sono attraversati dal sentiero 145 per il monte Sumbra. Da essi si gode di bella vista sulle Panie, sul Corchia ed il Freddone e sono ben esposti al sole.
Colle delle Capanne
È un nodo orografico a quota 1452 metri dal quale si diparte verso est il crinale delle Coste di Giovo mentre ad est inizia il crinale boscoso del monte Sumbra. Qua arriva uno stradello dalla Maestà di Tribbio che continua nel bosco e c’è una piccola zona attrezzata per i pic-nic. Passa poi il sentiero 145 che da Capanne di Careggine porta alla vetta del Sumbra.
Le Comarelle
Anche Case Comarelle. Gruppo di case abbandonate, usate in passato dai pastori a quota 727 metri. Si trovano sulla sinistra orografica dell’omonimo fosso, nella parte più orientale della parete sud del monte Sumbra. Esse si trovano lungo il percorso per affrontare il contrafforte sud della cresta est del monte, una impegnativa risalita per rocciatori vinta per la prima volta nel 1950.
Coste del Giovo
È un crinale che si stacca ad est del Colle delle Capanne (quota 1452 metri) e si abbassa verso Capanne di Careggine. È costeggiato dal sentiero 145 e presenta il famoso Intaglio. Presenta alcune modeste cime tra cui la quota 1329 detta Monte Grotti.
Intaglio nelle Coste del Giovo
È una stretta spaccatura naturale (a 1200 metri) nella roccia, larga meno di un metro e lunga una ventina di metri attraverso la quale passa il sentiero 145. Si trova a circa 45’ da Capanne di Careggine, poco prima dei Capannelli di Careggine. Il luogo è molto affascinante e ci si passa una persona alla volta, il tratto in discesa è comunque piuttosto malmesso per erosione delle rocce scistose e richiede un po’ di attenzione nel percorrerlo.
Maestà del Tribbio
Anche del Trebbio. Colle a quota 1157 metri situato alle estreme propaggini orientali del monte Sumbra. Esso è punto di partenza per salire al Sumbra seguendo un percorso del Garfagnana Trekking che si innesta al sentiero 145 al Colle delle Capanne. Da Careggine per Vianova arriva qua una strada che diventa poi sterrato.
Malpasso
Situato a 1425 metri, si trova sul primo contrafforte sud del Monte Fiocca. Da esso si gode di una vista superba sul panettone del Monte Sumbra. Qua passa il sentiero 144 che scende abbastanza ripidamente verso sinistra per pendii scistosi da fare con una certa attenzione, prima di entrare nel Fatonero.
Marmitte dei Giganti
Sono profonde buche cilindriche o semisferiche scavate, nell’alveo dei torrenti, dalla lenta azione erosiva dell’acqua e dei ciottoli da essa trasportati. Arrivano a 6 metri di diametro e si formano in rocce calcaree. Sono presenti in molte località nelle Alpi Apuane, ma le più interessanti e le più note sono quelle formate dai fossi che scendono dal versante sud del monte Sumbra. È possibile percorrere un itinerario ad anello per i tratti bassi del Fosso del Fatonero e del Fosso dell’Anguillaia che permette di ammirare le marmitte più belle delle Apuane, questo itinerario richiede uso di corde, comunque le marmitte più a valle sono facilmente visitabili anche da escursionisti. C’è da dire che alcune marmitte sono state distrutte dall’attività estrattiva del marmo, peraltro abbandonata da tempo in questa zona.
Passo del Contapecore
È una selletta panoramica presso un poggio (quota 1482 metri), con indicazioni di sentiero ed una stele di ardesia piena di nomi. La sella è una decina di metri più bassa del poggio. Il poggio fa parte del contrafforte che separa la Valle dell’Anguillaia da quella del Fatonero. Proprio di fronte c’è il Sumbra con la sua imponenza e dall’altra parte il Fatonero. Deriva il nome dall’abitudine che avevamo i pastori di contare le loro pecore in questo luogo, poiché era inevitabile che i greggi si mischiassero tra la Valle del Fosso del Fatonero e quella del Fosso dell’Anguillaia.
Passo di Fiocca
È una larga sella ricoperta da lastroni di marmo tra il monte Fiocca ed il Sumbra a 1560 metri. Il luogo é particolarmente panoramico sulle Apuane settentrionali, sullo spigolo ovest del Sumbra che si eleva poco distante e sulle Panie ed il gruppo dell’Altissimo. È attraversato dal sentiero 144 e da qua parte il sentiero per la vetta del Sumbra che è in parte attrezzato (ferrata Malfatti) e tracce di sentiero per il monte Fiocca.
È un’aspra e selvaggia conca a circa 750 metri di quota devastata da cave e ravaneti, in particolare la spettacolare cava, ormai abbandonata, che porta ancora il cartello Henraux e la cava Le Tagliate addossata alla galleria. Esistono ancora le costruzioni della cava ed un ristorante: La Romana. Qua arriva sia la strada dal Cipollaio che la provinciale Arni-Castelnuovo che passa anche per un breve galleria omonima. Oggi esso è l’incontro di tre strade e potrebbe essere denominato Tre Strade, ma il nome origina dall’incontro di tre rami fluviali: il Canale del Freddone, che è parallelo alla strada del Cipollaio, la Tùrrite Secca parallela alla strada per Castelnuovo ed il ramo che scende da Arni della stessa Tùrrite che è parallelo alla strada da Arni. Sono zone carsiche e quindi i letti dei fiumi sono quasi sempre asciutti. La zona, che si trova nel comune di Stazzema, a seguito di accordi con la società Henraux del 2006, dovrebbe essere sistemata con la costruzione di un teatro in una cava dismessa e la trasformazione degli edifici ex officine ed uffici della Società Henraux in un centro accoglienza per i turisti per la valorizzazione delle marmitte dei Giganti, delle cave e dei beni naturalistici della valle di Arni.
Valle della Tùrrite Secca
Prende nome dal torrente il quale nella parte alta, scorrendo in ambiente carsico, è quasi sempre in secca fino a risorgere dove ora è il lago artificiale di Isola Santa. Il torrente nasce nella zona del Passo del Vestito e dopo 21 km confluisce nel Serchio nell’abitato di Castelnuovo Garfagnana. A questo proposito due governatori-poeti della Garfagnana scrissero dei versi. Prima Ludovico Ariosto (1474 – 1533) governatore dal 1522 al 25: “Qui scesi, dove da diverse fonti/ Con eterno rumor confondon l’acque/ la Turrita col Serchio fra duo ponti”. Poi Fulvio Testi (1593 – 1646) governatore dal 1640 al 42: “Qui dove argenteo il corso/ La Turrita discioglie, e seco viene/ A maritarsi innamorato il Serchio”. Il livello dell’acqua è costante e piuttosto basso, alcune zone sono deturpate dall’uomo con discariche. La valle è aspra, arida e pietrosa tra la rupe marmorea del Sumbra a nord ed il massiccio delle Panie ed il monte Freddone a sud. Alla testata della valle abbiamo il gruppo Sella-Macina e Altissimo-Pelato. La zona fu sempre poco abitata ed ebbe impulso dall’attività estrattiva del marmo a fine 1800 con lo sviluppo di Arni e Campagrina. Nel fondovalle importante è il piccolo borgo di Isola Santa. La strada che percorre la valle fu costruita dopo la seconda guerra mondiale a sostituire una rete di sentieri impervi e malagevoli permettendo di rompere l’isolamento di questa zona.
Vagli
Il comune di Vagli Sotto si trova nella valle del torrente Édron circondato dal verde e dalle montagne apuane dal Sumbra alla Tambura ed alla Roccandagia. Dopo la dominazione lucchese il comune passò sotto gli estensi nel 1451 e fino all’unificazione nazionale. Paese di pastori ed agricoltori divenne poi paese di cavatori con l’apertura delle cave di Arnetola. Tra il 1947 ed il 1953 il corso del torrente Édron fu interrotto per formare una diga ed un lago per produrre elettricità, esso sommerse il paese di Fabbriche di Careggine, situato però nel vicino comune di Careggine, importante per la lavorazione del ferro dal XIII secolo. Ci sono due borghi con questo nome: Vagli di Sotto e Vagli di Sopra. Vagli di Sotto, o Vagli Sotto, si trova a 600 metri di quota raccolto su un poggio prossimo al lago, esso si è sviluppato attorno alla chiesa di San Regolo del XII secolo. Il nucleo antico è ormai in stato di abbandono a cause delle infiltrazioni d’acqua dal lago e di conseguenza la popolazione si è trasferita nel vicino nucleo abitato di Sant’Agostino che prende il nome dalla chiesetta dedicata al santo e che risale al XI secolo. Vagli di Sopra, o Vagli Sopra, si trova a 725 metri sulle pendici della Roccandagia, è più vitale ed abitato e possiede la chiesa di S. Lorenzo di origine romanica, ma riedificata nel XIX secolo. Nei dintorni ci sono Campocatino e l’Eremo di S.Viviano. Da Vagli partono un sentiero del Garfagnana Trekking per la Maestà di Tribbio ed il 177 per Campocatino ed il passo della Focolaccia.
SENTIERI E FERRATA
Ferrata del Monte Sumbra
Essa permette di aggirare a destra per una cengia erbosa lo spigolo ovest del Sumbra. Il tratto lungo 180 metri (ferrata Ricciardo Malfatti) è attrezzato con un cavo d’acciaio che
agevola la progressione, infatti il percorso in qualche tratto è piuttosto esposto. È consigliabile l’uso della necessaria attrezzatura, per quanto la progressione non sia
difficoltosa e sia possibile farla anche senza attrezzatura, ma con la necessaria prudenza. La ferrata richiede circa 15’. Alla fine, sul Sumbra, c’è una targa metallica (Via
Ferrata Ricciardo Malfatti Monte Sumbra-Passo Fiocca sviluppo 180 metri Anno 1987). Più che di una via ferrata è più propriamente un sentiero attrezzato comunque è parecchio
degradata e, specialmente nella parte alta, ha bisogno di un serio intervento di manutenzione.
Sentiero 144
Arni (916m) – Malpasso (1425m) – Fatonero - Passo di Fiocca (1560m) innesto sentiero 145 - Passo Sella (1500m). Il
primo tratto del sentiero segue balze erbose piuttosto ripide con bella vista sul Monte Altissimo e sul
Macina fino ad arrivare ad una panoramica cresta rocciosa che si stacca dal monte Fiocca. Arrivati alla base del monte il sentiero prosegue a destra per tratti scalinati e poi erbosi per poi seguire la conformazione
del monte (cresta sud-est). Si comincia a vedere l’inconfondibile sagoma a panettone del Monte Sumbra ed il sentiero arriva al Malpasso da cui scende a sinistra in direzione del bosco
del Fatonero per un tratto di rocce scistose. Attraversato il bosco arriva ad una selletta panoramica (passo Contapecore) presso un poggetto, poi continua in salita fino al passo di
Fiocca. Da qua scende per una valle carsica per poi risalire, attraversare la cresta nord del Fiocca ed arrivare ai prati del Passo Sella.
Sentiero 145
Capanne di Careggine (860m) - Colle delle Capanne (1452m) - Monte Sumbra (1764m) - Passo di Fiocca (1560m). Dalla chiesa il sentiero entra nel castagneto seguendo uno stradello tra diversi ruderi, poi esce per balze erbose ed attraversa il caratteristico Intaglio. Da qua scende per risalire ai Capannelli di Careggine, sempre per balze erbose. Attraversa poi un boschetto, fuoriesce nuovamente per una prateria erbosa ed arriva al Colle delle Capanne. Qua entra in una bella faggeta che porta alla cresta del Sumbra che si aggira nel versante garfagnino con bella vista su Vagli. Poi il sentiero sale e si riporta presso la cresta con bei panorami sulla strapiombante parete sud del Sumbra e poi per un tratto erboso arriva alla vetta. Dopo essere scesi dalla vetta la via Ferrata Malfatti permette di superare facilmente l’asperità dello spigolo ovest del monte e di arrivare al Passo di Fiocca.
ITINERARI RELATIVI AL MONTE SUMBRA:
note
2 In passato anche Penna di Sommora o Monte Somora.
3 Emilio Quèsta (1878 -1906) alpinista genovese grande estimatore delle alpi Apuane a lui si deve la prima scalata della Punta omonima insieme a Bartolomeo Figari, ma scalò in prima assoluta diverse cime tra cui il monte Contrario. Morì in montagna l’8 settembre 1906 all’Aiguille Centrale d’Arves. Insieme a Lorenzo Bozano e Gaetano Rovereto fu autore della prima Guida delle Alpi Apuane pubblicata nel 1905 dalla sezione ligure del Cai.
5 Paolo FANTOZZI, Le leggende delle Alpi Apuane, Le Lettere, Firenze, 2003. In questo testo sono raccolte leggende e storie delle Apuane, quelle che riguardano il Sumbra sono a pagina 42-48.