(f.f.) il monte Procinto è uno dei monti più caratteristici delle Alpi Apuane, può essere salito solo per arrampicate o per la via ferrata aperta nel 1893. Comunque può essere ammirato con facilità da tutta la zona di Stazzema.
MONTE PROCINTO
È uno dei monti apuani più singolari per la forma che richiama quella di un panettone. È un torrione calcareo di forma cilindrico - quadrangolare alto 1172,6 metri che si trova interamente nel comune di Stazzema.
Il Procinto e le torri minori a esso contigue si susseguono verso ovest continuando la cresta del monte Nona. Il Procinto è separato dal Nona mediante una profonda incisione (Foce del Procinto) che è facilmente superabile mediante un ponte di legno, a mezza costa, a livello della cosiddetta Cintura del Procinto. Il monte stesso è poi separato dalle sue torri minori mediante la Foce dei Bimbi.
Il monte è formato da uno zoccolo alto circa 100 metri sul quale si alza il torrione alto circa 150 metri con pareti verticali e con base anch'essa larga 150 metri. Le due parti sono separate da una cengia abbastanza larga, facilmente percorribile dagli escursionisti, detta Cintura del Procinto.
Sulla sommità prospera una sorta di giardino pensile con alberi e macchia e con la presenza di specie piuttosto rare e sul cucuzzolo sommitale c'è una croce.
Le strapiombanti pareti offrono agli scalatori la possibilità di effettuare interessanti arrampicate su roccia molto buona che vanno dalla libera alla artificiale. Altrimenti è possibile salire con la via Ferrata, prima a essere stata aperta in Italia.
Il monte è riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario (SIC) come stabilito da una direttiva comunitaria del 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali o seminaturali e della flora e della fauna selvatica.
NE HANNO PARLATO
Il poeta Ludovico Ariosto che fu governatore della Garfagnana estense dal 1522 al 1525 scrisse sul monte Procinto nei suoi Cinque Canti[1]:
Lo scoglio ove 'l Sospetto fa soggiorno,
è dal mar alto da seicento braccia,
di rovinose balze cinto intorno,
e da ogni canto di cader minaccia.
Così scrisse Aristide Bruni, ingegnere e alpinista del periodo romantico di fine secolo XIX, che tanto fece per valorizzare le montagna Apuane:
L'abisso, l'abisso solo vi spadroneggia. Tetre spelonche, spechi orrendi suppliscono ai rifugi, ma sono deserti. Dappertutto è orrore, dappertutto è desolazione. Quelle rocce attraggono lo sguardo, lo fermano e da esse lo spingono nel vuoto; è l'attrazione del vuoto, dell'abisso. Tristi ululati si ripercuotono fra quelle balze. Li manda l'uccello di male augurio che è l'ultimo abitatore di quelle rupi.[2 ]
I VERSANTI
Eccettuata la via ferrata è possibile salire alla vetta solo mediante arrampicate e numerose sono quelle che sono state aperte a iniziare dagli anni '30 del secolo scorso.
Parete Sud
Essa è ben visibile dal Rifugio Forte dei Marmi e nella sua parte centrale è stata disegnata le famosa via ferrata che, più in alto, si sposta verso sinistra. In seguito su questa parete furono tracciate diverse vie di arrampicata.
Spigolo Sud-Ovest
È lo spigolo più evidente e con il dislivello più grande (150 metri) ed è leggermente strapiombante.
Parete Ovest
È ben visibile dalla zona dei Bimbi, la via più famosa e quella aperta dai fratelli camaioresi Sergio e Vinicio Ceragioli nel 1937.
Spigolo Nord-Ovest
Misura circa 100 metri in altezza e nella parte alta c'è un grande strapiombo.
Parete Nord
È quella che guarda alla Pania della Croce, anche qua ci sono diverse vie. Alla base ci sono caverne di erosione visitabili dalla Cintura.
Spigolo Nord-Est
È il confine non ben definito tra le pareti Nord ed Est. Qua fu aperta nel 1933 una via dai fratelli Ceragioli insieme a Capanna che fu la prima via di ascesa dopo la ferrata, con questa impresa fu introdotto il quinto grado sulle Apuane.
Parete Est
È considerata la parte più bella e più difficile ed è apprezzabile bene dalla Foce del Procinto. Anche su di essa sono state aperte diverse vie di arrampicata.
Spigolo Sud-Est
Si trova presso la Foce del Procinto e si sviluppa anch'essa per circa 100 metri.
Dal monte Procinto si stacca in direzione ovest una costa rocciosa movimentata con fianchi incisi profondamente da canali e camini. In essa distinguiamo la Foce dei Bimbi con a lato, verso sud, il Bimbo Fasciato (o Torrione Bacci), poi una schiena con tre gobbe, un intaglio, il Piccolo Procinto, la Foce della Bimba e per finire un torrione isolato detto La Bimba o L'Ignorante.
LA VETTA
Sulla vetta si trova una piccola croce e il panorama è molto bello sulle Apuane Centrali e meridionali e sulla costa toscana e ligure.
Pochi metri sotto la vetta c'è un antro naturale dove si trova una piccola fonte. Qua fu murata nel 1893 una lapide, poi distrutta durante l'ultima guerra, dedicata a Richard Budden[3] che così recitava: Al cav. R. H. Budden/ per anni e dottrina venerando/ apostolo in Italia/ dell’alpinismo/ il 29 giugno 1893/ prima gita intersezionale/ al Procinto/ i soci del C.A.I./ questo ricordo. Questa lapide fu ripristinata nel 1978.
Sotto la vetta c'è un boschetto detto il Giardino.
Intorno al 1872 studiò le pendici del Procinto il naturalista fiorentino Stefano Sommier[4]. Egli nel 1886 salì alla vetta, primo botanico a farlo, qua trovò il Rhamnus glaucophylla, endemita apuano e dell'Appennino lucchese, da lui classificato.
GLI ITINERARI
Il Procinto ha attirato l'attenzione degli arrampicatori sin dal secolo scorso, essi hanno aperto molte vie in tutte le pareti e si sono anche cimentati sui torrioni che costituiscono le propaggine del monte.
Negli anni '80 ci fu un boom dell'arrampicata sportiva e il monte divenne una palestra di roccia molto apprezzata per poi perdere di interesse per gli scalatori più forti, mentre rimane molto difficile per la massa.
Inoltre oggi i giovani scalatori apprezzano molto di più le falesie per l'arrampicata sportiva.
La via ferrata
La Ferrata del Procinto fu allestita dal Cai Firenze dal 1890 al 1893 e rende la vetta facilmente accessibile a chi non soffra di vertigini. Essa segue la via aperta da Bruni nel 1879 e fu inaugurata il 29 giugno 1893 e fu la prima via ferrata aperta in Italia.
Essa inizia dalla cintura con una scala metallica posta nel 1954 mentre prima era mobile, in legno, il cui uso veniva gestito dai fratelli Gherardi, allora proprietari dell'edificio che attualmente è il Rifugio Forte dei Marmi nonchè del terreno su cui si erge la montagna, che per questo furono detti "i custodi del Procinto".
La ferrata si sviluppa sulla parete dove sono stati scalpellati dei gradini, una catena metallica a sinistra, un cavo a destra e numerosi pioli metallici infissi nella roccia aiutano la progressione essendo carenti in questo tratto buoni appigli naturali. In questo tratto l'esposizione è notevole, ma l'escursionista è in sicurezza. Poi la ferrata piega a sinistra con appigli naturali, la salita continua superando qualche risalto roccioso sempre scalinato fino a una cengia ampia che si sposta ancora a sinistra fino al canalone terminale. Lo risale spostandosi verso destra per poi uscire nel boschetto sommitale (detto il Giardino). Un paio di tornanti e ne esce per raggiungere la vetta. Il dislivello della ferrata è di 150 metri a iniziare dalla scala metallica.
C'è da aggiungere che nel 2012 il monte è stato interessato da una frana che ha coinvolto la zona della ferrata per cui chi volesse salire deve consultare il rifugio Forte dei Marmi per sapere le condizioni al momento. Inoltre nella parte alta sono sempre possibili scariche di sassi
GLI ANELLI
Esistono diversi itinerari che, senza salire alla vetta, permettono di apprezzare la bellezza del Procinto. Ne suggeriamo alcuni.
Anello Nona Procinto: da Stazzema con il sentiero 5 si arriva al Callare del Matanna e all'Albergo-Rifugio Alto Matanna. Poi con il sentiero 109 si va alla Foce delle Porchette da cui con i sentieri 8 e 6 si torna al punto di partenza. Servono circa 5 h.
Anello alto passando dalla vetta del Nona: da Stazzema con il sentiero 5 si arriva al Callare da cui si sale al monte Nona e poi, tramite un sentiero blu, si scende alla Foce delle Porchette da cui si torna al punto di partenza. Servono circa 5 h e 30' e si gode il panorama della vetta del Procinto da quella del Nona.
Cintura del Procinto: da Stazzema con il sentiero 5 si arriva all'Alpe della Grotta e si sale in direzione del Callare, ma ben presto si devia a sinistra per la Foce del Procinto, si percorre la Cintura e si torna indietro fino all'Alpe dove con il 121 si va alla Baita degli Scoiattoli e da qua si recupera il sentiero 6 e poi il 5. Servono circa 4 ore.
Anello Alpe della Grotta - Baita degli Scoiattoli: con il sentiero 5 si arriva all'Alpe della Grotta e da qua con il 121 alla Baita degli Scoiattoli da cui si recupera il sentiero 5. Senza soste servono circa 3 ore.
STORIE DI ASCESE ED ESPLORAZIONI
La prima salita al cucuzzolo sommitale è attribuita a boscaioli locali verso il 1848. Essi erano saliti per tagliare il boschetto cresciuto sulla sommità incuranti del timore che un luogo così selvaggio doveva incutere ai semplici montanari del tempo e delle difficoltà necessarie per salire in vetta.
La prima salita sportiva documentata si deve ad Aristide Bruni aiutato da Cesare Dinelli, che però non salì alla vetta, e dai montanari locali Angelo Bertozzi, Efisio e Giuseppe Vangelisti oltre a Celestino Bertozzi, che anch'egli non arrivò in vetta. Era il 17 novembre del 1879.
Ci riserviamo in un articolo successivo di parlare diffusamente della storia delle ascese al monte.
FOCI E ALTRO
Foce del Procinto
Si trova a 995 metri e consiste in un intaglio roccioso tra le pareti verticali del Monte Procinto e quelle del Monte Nona. Il luogo è molto panoramico sulle Panie e sul Corchia. L’orrida spaccatura tra i due monti viene superata mediante un ponte di legno che porta alla Cintura del Procinto. Alcune improbabili conifere caratterizzano la Foce che è facilmente raggiungibile con deviazione dal sentiero 5 (sentiero Bruni).
Cintura del Procinto
Essa consiste in una larga cengia alberata a mezza costa che circonda tutto il monte Procinto, con dislivelli irrilevanti. Su di essa corre un sentiero ben evidente, piacevole e panoramico che, senza sostes richiede meno di 20’ per tornare al punto di partenza, cioè la Foce del Procinto. La Cintura non è difficile, ma richiede un minimo di attenzione per la presenza di qualche tratto un po’ esposto. Su questo sentiero ci sono le diramazioni per accedere alle vie di arrampicata e qua e là qualche caverna scavata nelle pareti del monte per l’erosione delle acque. Inoltre, a breve distanza dalla Foce, in senso orario, si trova l’attacco della Ferrata.
Foce dei Bimbi
È una sella posta a circa 950 metri tra il Procinto e l'avancorpo del Piccolo Procinto. Essa è coperta da un boschetto di faggi. Vi si accede sia dal sentiero 121 che dalla Cintura.
Bimbi del Procinto
Sono l’insieme dei numerosi pinnacoli minori addossati tra loro a ovest del Monte Procinto. Sono tutti interessanti per i rocciatori e tra essi i più rilevanti sono: La Bimba (o L’Ignorante), Il Bambino Fasciato (o Torrione Bacci) e il Piccolo Procinto. Partendo dal Procinto verso ovest abbiamo: la Foce dei Bimbi, il Bimbo Fasciato, una schiena con tre gobbe (detto anche Cresta dei Bimbi), un intaglio stretto, il Piccolo Procinto, la Foce della Bimba e la Bimba.
Bimbo Fasciato
Detto anche Torrione Bacci, è alto 994 metri ed è una piccola guglia che si innalza presso la Foce dei Bimbi nel gruppo del Procinto ed è interessante per i rocciatori. Il nome gli deriva dal fatto che le concrezioni calcaree lo fanno apparire come se fosse ricoperto da fasce. Seguendo il sentiero 131 si passa ai suoi piedi.
Piccolo Procinto
Può essere considerato una copia in miniatura del monte principale (che può esserne considerato il padre). Raggiunge i 1140 metri e riveste interesse per gli arrampicatori.
Foce della Bimba
È un intaglio a est della Bimba coperto da faggi. Arrivarci comporta difficoltà alpinistiche.
La Bimba
Conosciuta anche come L’Ignorante, la sua vetta raggiunge 989 metri. È un torrione alto circa 90 metri interessante per i rocciatori con un caratteristico profilo che ricorda più una vecchia che una bambina. Alla sua base est si trova la Foce della Bimba. Sotto la sua mole si trova il Rifugio Baita degli Scoiattoli e passa il sentiero 131.
RIFUGI
Rifugio Forte dei Marmi
Il rifugio Forte dei Marmi, posto a 865 metri all’Alpe della Grotta, è proprietà del Cai di Forte dei Marmi e si trova nel comune di Stazzema. Era inizialmente un casolare proprietà della famiglia Gherardi, autonominatisi custodi del monte Procinto. È situato in luogo molto ameno, circondato da abeti e dominato dal monte Procinto e dalla strapiombante parete sud-ovest del monte Nona mentre, poco distante, c’è il monte Matanna. Il rifugio è facilmente raggiungibile con i sentieri 5 e 5 A da Stazzema, con il 106 da Pomezzana, con il 121 da S.Rocchino attraverso la Foce di Grattaculo e sempre con il 5 dall'Albergo Rifugio Alto Matanna. Oltre che per itinerari escursionistici il rifugio è punto di partenza per gli arrampicatori diretti al Procinto e al Nona e per la famosa ferrata del monte Procinto.
Baita degli Scoiattoli
È veramente un posto speciale situato a 885 metri: è una vecchia costruzione riattata con ben 17 posti letto e servizio cucina, all’esterno c'è una bella tavolata sotto un pergolato a canne da cui si gode una vista splendida sulla costa fino alla Palmaria. Essa si trova proprio sotto la Bimba del Procinto. È sempre aperta poiché vi abitano il signor Ermete (che lasciò Pietrasanta nel 1993 per venire a vivere in questo posto incantevole) e il signor Italo, cuoco in pensione, che fanno servizio cucina a prezzi molto economici. Fu aperta dal signor Gabriello. Vi si accede con il 121 per il Rifugio Forte dei Marmi, con il 5 A mediante deviazione non numerata e dalla Cintura del Procinto. A pochi metri c’è la piazzola per l’elicottero nella posizione più panoramica sotto la Bimba (la Retaia).
SENTIERI
Sentiero 5
Strada di Stazzema (527m) – bivio sentiero 6 - Sorgenti della Grotta (836m) [innesto 5 A e 121] – bivio 121 [deviazione per Rifugio Forte dei Marmi (865m) e 106] – innesto sentiero per la cintura del Procinto e per la ferrata - Callare del Matanna (1139m) – Rifugio Alto Matanna (1037m) [innesto sentieri 3 e 105]. Questo sentiero segue, in parte, l’antica mulattiera che da Stazzema portava verso la zona di Camaiore, aggirando il Matanna. Poi, con deviazione all’alto Matanna, portava a Palagnana, Pescaglia e Fabbriche di Vallico e quindi in Garfagnana. Un tratto del sentiero è dedicato ad Aristide Bruni (con targa marmorea “Sentiero alpino A. Bruni Luglio 1884”) che si adoperò per costruirlo: è la parte del sentiero che porta al Callare. Il sentiero si sviluppa inizialmente nel bosco fino alle sorgenti della Grotta con buoni panorami su Procinto e Nona, costeggia in basso la parete del Nona per poi risalire a una cengia rocciosa attrezzata con filo d’acciaio. Poi il sentiero continua costeggiando le pendici del Nona aprendosi verso il monte Matanna, arriva a una sorta di ara che in realtà è un traforo artificiale (del Pizzo di San Pietro) dove passava una ferrata per il Nona e in breve arriva al Callare.
Sentiero 6
Strada di Stazzema (527m) – bivio sentiero 5 - innesto sentiero 5 A – innesto sentiero 121 - Fonte di Moscoso (800m) [innesto sentiero 8] – innesto sentiero 124 A – innesto sentiero 109 - innesto sentiero 124 - Foce di Petrosciana (961m) [innesto sentieri 131 e 110] – innesto sentiero 137 - Petrosciana (704m) – innesto sentiero 12 - Fornovolasco (480m). Antica strada di collegamento tra l’Alta Versilia e la Garfagnana, portava da Stazzema a Fornovolasco e da qui a Gallicano. In passato si pensò anche di trasformarla in carrozzabile, ma poi si optò per la strada del Cipollaio, mantenendo inalterata la zona. Numerosi sono i sentieri che incrociano questa via principale e numerose le maestà, testimonianza della religiosità popolare. A pochi metri dalla partenza c’è una prima maestà restaurata dalla famiglia Giannaccini, poi il sentiero sale a sinistra nel bosco di castagni, fino al bivio con il 5. Segue una maestà con un muro pericolante che ha un’icona marmorea fatta di recente, i resti di una miniera e, prima del raccordo con il 5 A, una captazione di acqua con fontana. Poco dopo la deviazione per la base del soccorso alpino, poi Casa Giorgini, la Casa del Pittore con vicino un’altra maestà. Superata la deviazione per il rifugio Forte dei Marmi, il sentiero procede nel bosco molto tranquillo salendo leggermente e costeggiando alcuni ruderi fino a un’altra maestà che rimane un poco più in alto presso un altro gruppo di case riattate sotto il Procinto. Segue la deviazione per il 121, un’altra maestà e la Fonte Moscoso che rimane poco sotto. Segue la prima deviazione per la Foce delle Porchette, la deviazione 124 A a sinistra, quella per il 129 a destra fino ad arrivare alla Maestà dei Fratelli Meccheri da cui si diparte a sinistra il 124 per Cardoso, da qua con alcuni ripidi tornanti il sentiero arriva alla Foce di Petrosciana. Scendendo per Fornovolasco si perde rapidamente quota fino al bivio con il 137 a quota 860m. Poi si prosegue in discesa fino a Fornovolasco passando per i casolari di Petrosciana di Sopra e di Sotto e per i ruderi della Chiesaccia.
Sentiero 121
San Rocchino (801 m) [innesto sentieri 3, 106 e 107] – Foce di Grattaculo (860 m) - Rifugio Forte dei Marmi (865 m) [innesto sentieri 5, 5 A e 106] – Sorgenti della Grotta (810 m) – Baita degli Scoiattoli (885 m) – innesto 6 - Fonte Moscoso (800 m) [innesto sentiero 8]. Inizialmente percorre piane coltivate e poi entra nel bosco costeggiando la parete ovest del Matanna fino al Rifugio. Poi continua mantenendosi sotto la parete del Nona fino alle Sorgenti della Grotta presso le quali il sentiero sale a destra con un breve tratto ripido e costeggiando le sue propaggini fino al notevole punto panoramico della Retaia presso il rifugio la Baita degli Scoiattoli. Poi scende le pendici nord del Procinto per immettersi nel sentiero 6 e, in breve, arriva alla fonte di Moscoso.
ITINERARI RELATIVI AL MONTE PROCINTO PRESENTI SUL SITO:
STAZZEMA-FONTE DELLA GROTTA(836m)–FOCE DEL PROCINTO(995m)–CINTURA-FOCE DEL PROCINTO-STAZZEMA
note
1 Sono così chiamati 5 canti non inseriti nell' Orlando Furioso, pubblicati per la prima volta nel 1545 dagli eredi di Aldo Manuzio in calce a un'edizione dell' Orlando Furioso. Naturalmente la citazione del monte fa pensare che l'Ariosto sia salito alla Foce di Petrosciana da Fornovolasco. Rimane da capire perché il Procinto sia diventato simbolo del Sospetto.
2 Il testo si trova in: “Rassegna di Alpinismo”, anno II, n° 2, 4 aprile 1880. È interamente riportato in: Carlo MARIANI, L’ombrello di Freshfield. Relazioni di viaggio e storia dell’esplorazione nelle Alpi Apuane (1865-1905), Giardini Editori e stampatori, Pisa, 1986. Pag 147-155.
3 Richard Henry Budden (Londra 1826 – Torino 1895), geologo, naturalista ed alpinista inglese, visse molto in Italia dove fu presidente del Cai di Firenze dal 1874 fino alla morte.
4 Carlo Pietro Stefano Sommier (Firenze 1848 – Firenze 1922) di genitori francesi stabilitisi a Firenze. Amico e collaboratore di Paolo Mantegazza. Viaggiatore, antropologo, etnologo, ma essenzialmente botanico. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche.