(f.f.) questa bella sassifraga dai fiori rosso-purpurei (invece che gialli come le conspecifiche presenti in altre zone) arricchisce la flora apuana. Essa non è particolarmente appariscente e dà il meglio di sé con il giusto ingrandimento che evidenzia la bellezza del fiore.
IL GENERE SAXIFRAGA
Il genere appartiene alla famiglia delle Saxifragaceae e fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome del genere deriva dalla parola latina saxĭfrǎga che indicava piante di questo genere. L’aggettivo saxĭfrǎgus significa “che frange sassi o scogli” e, a sua volta, deriva da saxum (= sasso, pietra) e dal verbo frangĕre (= spezzare, infrangere, rompere). Alcuni sostengono che il nome derivi dalla proprietà attribuita alla pianta di frantumare i calcoli renali, mentre altri sostengono che sia legata al fatto che queste piante rompono le rocce su cui vegetano mediante bioerosione. In inglese sono infatti chiamate anche stone-breakers.
Il genere comprende oltre 400 specie di piante erbacee, a volte legnose alla base, perenni, annuali e, di rado, annuali o biennali, originarie delle zone montane della fascia temperata boreale dove arrivano fino a 4000 metri di altitudine. Oltre 100 specie sono presenti in Europa sulle montagne e nelle regioni artiche o sub-artiche, ma la distribuzione è cosmopolita.
In genere le foglie crescono vicino al terreno, possono essere succulente e formare rosette. I fiori hanno cinque petali, sono bianchi, rosa, rossi e gialli e si alzano rispetto al corpo principale della pianta spesso a formare cime o pannocchie, i frutti sono generalmente capsule.
Le sassifraghe amano terreno umido e fresco, in mezz’ombra o ombra e sono usate come piante ornamentali e per decorare giardini rocciosi. Esse vegetano in zone d’altitudine su rupi e ghiaioni e sono di rado crescono a quote inferiori.
Mentre alcune specie sono presenti su areali molto ampi, molte hanno areale limitato o puntiforme e quindi sono endemiti. Notevole è il polimorfismo di queste piante che origina un numero molto alto di sottospecie e varietà e comporta alcune difficoltà nella classificazione.
Sulle Alpi Apuane sono presenti 12 specie di questo genere (cui dedicheremo articoli su questa rubrica). L’elenco che segue è quello classico (Ferrarini&Marchetti) e potrebbe essere soggetto a variazioni con il progredire delle ricerche:
Saxifraga adscendens L. [Saxifraga adscendens L. subsp. adscendens]
Saxifraga aizoides L. conosciuta anche come Saxifraga autumnalis L. var. atrorubens
Saxifraga bulbifera L.
Saxifraga etrusca Pign. conosciuta anche come Saxifraga aspera
Saxifraga exarata Vill. [Saxifraga exarata Vill. subsp. moschata]
Saxifraga granulata L. [Saxifraga granulata L. subsp. granulata]
Saxifraga lingulata Bellardi conosciuta anche come Saxifraga callosa Sm.
Saxifraga oppositifolia L. [Saxifraga oppositifolia L. subsp. oppositifolia var. latina)
Saxifraga rotuntifolia L. [Saxifraga rotuntifolia L. subsp. rotundifolia]
Saxifraga tridactylites L.
SAXIFRAGA AIZOIDES
Saxifraga aizoides L.
Classificata da Linneo nel 1753
Conosciuta anche come: Saxifraga autumnalis L. var. atrorubens, Saxifraga atrorubens Bert.
Conosciuta volgarmente come: sassifraga gialla, sassifraga autunnale
Il nome specifico aizoides deriva dai termini greci άει-ζωος (= sempre vivo) e είδος (= aspetto, forma) a significare il fatto che la pianta è sempreverde. Questo termine è usato anche per denominare piante di generi diversi.
Come detto in precedenza anche questa sassifraga presenta un certo polimorfismo tanto che gli esemplari apuani, che hanno fiore rosso e amano rupi e pietraie assolate, erano classificate in passato come specie distinta che, quindi, era considerata endemismo apuano. In realtà il colore è l’unica differenza per cui attualmente abbiamo un’unica specie con fiori di colore diverso.
Sulle Alpi Apuane la troviamo in ambienti di altitudine e freschi. Essa vegeta su pietraie e nelle fessure delle rocce formando dei tipici pulvini.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:
592. – Saxifraga aizoides – L.
= Saxifraga autumnalis – L.
(luoghi in cui è stata osservata:) Nelle Alpi di Camporaghena nella parte alta della Valle del Taverone (Nard.) e al M. Orsaio (Cocch.). nelle Alpi Apuane è sostituita dalla varierà seguente.
Fiorisce da luglio a settembre. Pianta erbacea perenne.
593. – Saxifraga aizoides – L. β – atropurpurea (Sterub.)
= Saxifraga atrorubens – Bert.
(luoghi in cui è stata osservata:) Al M. Sella (Ross.), alla Tambura, tra il Sagro e la foce di Vinca, tra Vinca e il Giovo, tra la Rocca di Tenerano e la Dogana della Tecchia, al Poggio d’Altala sopra Equi, al Vergheto sopra Colonnata e tra il Pizzo Tamburone e Caglieglia, tra il Carchio e l’Altissimo.
Fiorisce da luglio a settembre. Pianta erbacea perenne.
Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Saxifraga adscendens L. [Saxifraga adscendens L. subsp. adscendens]; Saxifraga aizoon Jacq. [Saxifraga paniculata Miller]; Saxifraga aspera L. [Saxifraga etrusca Pign.]; Saxifraga bulbifera L.; Saxifraga caesia L.; Saxifraga cuneifolia subsp. apenninica Bert. [Saxifraga cuneifolia L.; Saxifraga granulata L. [Saxifraga granulata L. subsp. granulata]; Saxifraga lingulata Bellardi; Saxifraga moschata Wulfen; Saxifraga oppositifolia L. [Saxifraga oppositifolia L. subsp. oppositifolia]; Saxifraga rotundifolia L. [Saxifraga rotundifolia L. subsp. rotundifolia]; Saxifraga tridactylites L.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Saxifragales; Famiglia: Saxifragaceae; Genere: Saxifraga; Specie: Saxifraga aizoides
Forma biologica: Camefita suffruticosa (simbolo: Ch suffr). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Suffruticosa (simbolo: suffr): le parti erbacee seccano ogni anno e rimane in vita la parte legnosa.
Altri autori la classificano come:
Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
Descrizione: pianta erbacea perenne alta fino a 20 cm che forma pulvini. I numerosi fusti sono leggermente legnosi e striscianti, i rami fioriferi sono pubescenti ed ascendenti e presentano numerose foglie carnose, lanceolate-lineari e portano all’apice una infiorescenza con 3-7 fiori dal diametro di circa 1 cm. Ogni fiore presenta 5 sepali triangolari e 5 petali lanceolati di color giallo punteggiati di arancione oppure purpurei, le antere sono arancioni e l’ovario, a maturità, è rosso purpureo. Il frutto è una capsula ovoidale.
Antesi: giugno-agosto (sulle Apuane fino a ottobre)
Tipo corologico: circumboreale. Vegeta nelle zone fredde e freddo-temperate dell’emisfero boreale. In Europa è presente nelle zone artiche e subartiche, sulle montagne del nord e del centro fino all’Italia centrale (è presente anche in Calabria).
Habitat: zone umide, pendii franosi, rupi e pietraie, sia silicei che calcarei, da 300 a 3000 metri (sulle Apuane vegeta su rupi e pietraie).
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove si trovano, invece: Saxifraga callosa, Saxifraga etrusca, Saxifraga exarata subsp. exarata e Saxifraga granulata subsp. brevicaulis, Saxifraga latina. L’allegato C parla genericamente di tutte le sassifraghe, ma riteniamo che essa debba essere inclusa anche come specie.
BIBLIOGRAFIA
Giuseppe CATALDI Il genere Saxifraga sulle Alpi Apuane: status delle conoscenze e aspetti di conservazione, Tesi di laurea specialistica in Gestione e Valorizzazione delle Risorse Naturali, Università di Pisa 2007 (disponibile on-line sistema ETD-09132006-114846).
Altre foto della specie possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 125-127.