SENTIERO CAI 165
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
19 Gennaio 2019

(f.f.) il sentiero 165 è molto faticoso per la ripidità e il dislivello superato e porta l’escursionista in una delle zone più selvagge delle Apuane massesi. Nonostante gli sconvolgimenti portati dall’uomo con l’apertura di cave altissime, alle pendici dell’Alto di Sella, la zona rimane ancora quasi incontaminata. In alto le cave hanno lasciato il loro segno, ma continuano a testimoniare la fatica dell’uomo e offrono panorami splendidi.

 
 

SENTIERO 165

Il sentiero è di competenza del Cai sezione di Massa che ne cura la manutenzione.

Tragitto

Resceto (485m) [innesto 35 (Via Vandelli), 161, 166] - Canale dei  Vernacchi – innesto 164 (970m) - innesto 160 (1010m) - Canale della Neve - La Selvarella (ca 1300m) - Cava Gruzze – innesto 164 - Focetta dell’Acqua Fredda (1600m) [innesto ferrata Vecchiacchi]

Informazioni sulla zona di partenza

Il percorso inizia da Resceto, frazione montana di Massa da cui dista 11,5 km.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara,  a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine e Gronda e si continua la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese (mantenersi sempre a sinistra).
Alcune corse dell’ATN portano da Massa a Resceto e viceversa, ma la domenicaResceto, l'inizio del sentiero è possibile salire solo con una corsa alle 14 e una alle 19 e scendere alle 14.30 e alle 19.30.

Descrizione del percorso

Itinerario interessantissimo e ripidissimo per antiche vie di lizza, in un ambiente che rimane ancora molto selvaggio. Presenta panorami splendidi e, in alto, costeggia per buon parte l’Alto di Sella.

Difficoltà: EE (sentiero difficile) la classificazione dipende dal gran dislivello da superare (oltre 1100 metri) che richiede buon allenamento, inoltre va considerato che il sentiero è quasi tutto esposto al sole. A questo c’è da aggiungere la salita continua e sempre molto ripida, il fondo sconnesso della via di lizza e qualche tratto da fare con l’aiuto di un cavo d’acciaio. Sconsigliato con il ghiaccio invernale.

Stato del sentiero: il sentiero è ben evidente e ben segnato, a parte un punto (presso un ometto, come sottolineato nella descrizione del percorso) in cui sarebbe bene indicare la deviazione, altrimenti la tendenza è quella di continuare la via di lizza.

Tempi:
salita: 03h 45’
percorso fino al Passo della Tambura: 04h 05’

il percorso in discesa è sconsigliabile poiché  troppo ripido e la indispensabile prudenza diminuisce di poco i tempi della salita, da calcolare almeno 3h dalla Focetta dell’Acqua Fredda.

Il percorso

Sintesi: Il sentiero percorre, in parte, antiche vie di lizza. Il primo tratto segue il canale dei Vernacchi, superando ovili, una captazione d’acqua e l’imponente ponte del Pisciarotto. Quindi sale ripidamente per poi deviare a destra, per un tratto scalinato e ripido, che porta su un crinale, il quale costeggia il Canale della Neve, supera due ponti distrutti  e arriva a una fonte, presso cui inizia il sentiero 164. Poco dopo c’è il secondo bivio con il 160 e il sentiero sale ripidamente tra rocce e paleo, incontra parti conservate della via di lizza per poi entrare in un boschetto, con due brevi tratti attrezzati con cavi d’acciaio. Poi segue il bosco della Selvarella, con la relativa casa (1355m), situata in un ripiano panoramico addossato alle ripide e lisce pareti dell’Alto di Sulla parte alta della via di lizza delle GruzzeSella. A questa segue il tratto finale e meglio conservato della via di lizza, il primo tratto va diritto verso il monte, per poi  curvare a sinistra, per mantenersi poi intagliata nelle piastre marmoree dell’Alto di Sella. La via supera la cava delle Gruzze, una cisterna arrugginita, la cava della Focetta e infine arriva ad un edificio di servizio delle cave che si trova a dominare la sottostante zona dei Campaniletti, con il relativo rifugio, dal quale in pochi minuti arriva alla Focetta.

Partiamo dal paese di Resceto, dove è semplice parcheggiare: o alla fine della strada o lungo essa. Entriamo nel borgo, passiamo presso la chiesetta e scendiamo in fondo al paese: davanti a noi si apre il Canale dei Vernacchi.
Occorre precisare che le cartine IGM e alcune guide continuano ad usare il nome “Canale dei Piastriccioni” per questo canale, mentre il realtà il canale dei Piastriccioni è quello che scorre a sud.
Il sentiero 165 del Cai, ben segnato, segue la sinistra orografica del canale, salendo subito abbastanza ripido.
All’inizio ci sono alcuni ovili e a 18’ una costruzione con torretta, usata come captazione d’acqua (585m), presso essa saliamo a destra. Il sentiero che stiamo percorrendo in parte segue antiche vie di lizza, altre sono visibili sul versante destro del canale, di fronte abbiamo costantemente la cresta del monte Sella.
A tratti alcuni alberi offrono un po’ di ombra. A 34’ arriviamo al  Ponte del Pisciarotto (696m). Questa è un’opera veramente imponente della via di lizza delle Cave delle Gruzze (o Cruze) che permetteva di superare la parte finale del canale della Neve.
Il ponte è altissimo e su di esso sono rimaste due longarine di ferro, mentre la copertura è franata, il sentiero scende sotto, nel canale, per poi salire ripidamente  seguendo un’altra via di lizza, tra sfasciumi, a sinistra in alto vediamo costruzioni dirute.
Il sentiero arriva presso una casetta, proprio sopra il ponte, e continua, per poi deviare a destra, per un tratto scalinato e ripido che ci porta (50’) su un crinale, il quale costeggia il Canale della Neve.
Lo percorriamo fino a un masso enorme e ci troviamo di nuovo sulla via di lizza. Adesso c’è un tratto dove sono cresciuti alberi (1h 06’), dal quale usciamo per attraversare un ponte rotto della via di lizza, lo aggiriamo a destra.
Intanto la valle si va restringendo, abbiamo a sinistra la confluenza del canale dei Campaniletti e subito dopo, a destra, quella dell’orrido canale che proviene dalla zona di cava Bagnoli e lungo il quale, in alto, passa il sentiero 160. Segue un altro ponte disastrato della via di lizza,  lo aggiriamo a destra.
A 1h 21’ siamo ad un primo bivio, presso il quale c’è una fonte: il sentiero 164, per il rifugio dei Campaniletti, va a sinistra, mentre il 160 e 165 vanno a destra (in realtà è più agevole imboccare il 164 pochi metri più in alto, dove troviamo un’altra indicazione). Quel che rimane del ponte del Pisciarotto
Dopo una breve sosta per rinfrescarci continuiamo e in pochi minuti siamo ad un altro ponte crollato, che aggiriamo a destra, passando alla sua base e a 1h 27’ siamo al secondo bivio, non ben indicato, comunque c’è una bassa palina di legno: il sentiero 165, per le cave delle Gruzze, segue a sinistra il Canale della Neve, mentre il  160, che nasce qua, devia a destra.
Il Canale della Neve ha questo nome perchè in esso la neve si conserva a lungo, a volte anche in estate, e in passato i rescetini venivano qua ad approvvigionarsi  di ghiaccio per le loro esigenze.
Adesso iniziamo la ripida salita del Canale della Neve, tra rocce e paleo e alcuni tratti in cui la via di lizza si è in parte conservata.
A 1h 41’ c’è un altro piccolo ponte distrutto, che aggiriamo a destra, segue un tratto tra alberi e poi siamo di nuovo sulla via di lizza.
A 1h 50’, presso un ometto di rocce, il sentiero entra, a sinistra, tra gli alberi, lasciando il tracciato della via di lizza che diventa ripidissimo, è necessario un minimo di attenzione per non perdere i segni, specialmente se c’è molta vegetazione.
La salita continua tra paleo e alberi e, dopo qualche minuto, incontriamo di nuovo la via di lizza.
A 2h 05’ c’è un cavo di acciaio che agevola la progressione in un tratto un po’ esposto, al quale segue, dopo 5’, un canalino di pochi metri, da salire con l’aiuto di un altro provvidenziale cavo d’acciaio.
Segue un tratto erboso dominato dal Monte Sella e dai crinali che da esso scendono.
A 2h 25’ siamo nel fitto bosco di faggi, detto la Selvarella, all’interno del quale passa la via di lizza.
Dopo 5’ arriviamo a una sella: il nostro sentiero segue a destra la via di lizza, ma a sinistra ci sono segni di un altro sentiero (segnato, ma non numerato) che va ad innestarsi con il 164 per i Campaniletti.
Ancora pochi minuti e a 2h 35’ siamo alla Casa della Selvarella (1280m).
Essa è situata in un ripiano panoramico, addossato alle ripide e lisce pareti dell’Alto di Sella.
L’edificio serviva come alloggio per i cavatori e ospitava i motori dell’impianto di lizzatura meccanica, attivo dal 1932, che serviva le cave a monte, permettendo il trasporto del marmo fino a Resceto. L’edificio è fatiscente e sul piazzale ci sono ancora vecchi blocchi di marmo.
Ci fermiamo dieci minuti e poi iniziamo la salita finale della via di lizza, subito molto ripida, il primo tratto sale diritto sul monte e a 2h 49’ curva a sinistra, per mantenersi poi intagliata nelle piastre marmoree dell’Alto di Sella. Salendo all'inizio del canale dei Vernacchi
Qui la via è abbastanza ben conservata, ma la parte più alta è ormai degradata.
A 3h 00’ arriva un ramo da destra e la pendenza diminuisce, a 3h 10’ c’è uno slargo, dove scende dal monte un canalone ripido, il fondo del sentiero è adesso molto sassoso e la ripidità aumenta, per poi diminuire di nuovo.
A 3h 22’ superiamo i resti della Cava delle Gruzze e, qualche minuto dopo, una grossa cisterna arrugginita, ben visibile anche da lontano.
A 3h 30’ arriviamo alla cava che si trova sotto alla Focetta dell’Acqua Fredda e, subito dopo, siamo a un edificio di servizio delle cave che si trova a dominare la sottostante zona dei Campaniletti, con il relativo rifugio.
Da qua, a sinistra, parte il sentiero 164 per il rifugio, segnato, ma non indicato in alcune cartine, il cui primo tratto fiancheggia un costone roccioso mediante un cavo fisso.
Noi saliamo invece verso la Focetta, continuando il sentiero segnato che sale in alto, a sinistra dell’edificio. Esso supera un ripido pendio roccioso ed erboso ed a 3h 42’ siamo sulla cresta dell’Alto di Sella.
Qua il sentiero termina innestandosi nella vecchia Ferrata Vecchiacchi, attualmente considerata inagibile. Prendiamo verso sinistra, il panorama è aperto sulla valle di Arnetola e le sue devastanti cave, sull’Alto di Sella, sul Fiocca, sul Sumbra e sulle Panie.
Il primo tratto del sentiero è segnato con segni gialli un po’ stinti ed è la parte finale della Ferrata Vecchiacchi. A 3h 45’ un cavo metallico permette di superare, agevolmente, una gobba sul lato destro del crinale, verso Arnetola.
Poi la cresta continua, molto facile, costeggiando il monte Focoletta e a 3h 57’ arriviamo a un ripiano erboso, dal quale scendiamo a 4h 04’, a destra il sentiero scende verso Arnetola, mentre, in un paio di minuti, il nostro porta al Passo della Tambura. 

Aspetti di rilievo del sentiero

Resceto
Paese nel comune di Massa, a quota 485 metri. Si trova ai piedi della Tambura e del monte Cavallo ed è dominato dalla mole di Piastra Marina. La carrozzabile della bassa Tambura finisce nella piazzetta di questo paesino e si prosegue con la famosa via Vandelli. Il borgo si sviluppò proprio dopo la costruzione della Vandelli e non presenta particolarità,  oltre la posizione, che è molto panoramica. È un paese di cavatori e di pastori, le Bosco e casa della Selvarella, sullo sfondo il Sagro case sono costruite di ardesia e brecciame di marmo e la chiesa è dedicata alla beata Vergine del Carmine. Fino al 2009, durante il mese di Agosto, ogni anno si teneva la rievocazione storica della lizzatura
È nodo strategico per gli escursionisti delle Apuane massesi, da qua parte il sentiero 35 (via Vandelli) e le diramazioni 166 e 166 bis (nuova numerazione 166 A) per il rifugio Aronte alla Focolaccia, inoltre la diramazione 170 per la foce delle Vettoline.  Poi parte il sentiero 165 per le cave Gruzze o Cruze, seguendo il canale dei Vernacchi (nelle cartine IGM dei Piastriccioni) e il sentiero 161 per Castagnolo e Forno e, con deviazione, ancora la foce delle Vettoline.  

Canale dei Vernacchi
Le carte IGM e alcune guide delle Apuane si ostinano a chiamarlo, erroneamente, canale dei Piastriccioni. Si immette nel canale di Resceto, proprio presso il paese e forma una valle orrida, percorsa da vie di lizza e dalla parte iniziale del sentiero 165 per le cave Gruzze. È formato dal canale della Neve che si fonde con quello dei Paleri, più o meno a livello del ponte del Pisciarotto.
I vernacchi sono i nuovi getti emessi dalle ceppaie di castagno, che si trovavano probabilmente, in passato, in questa zona.

Ponte del Pisciarotto
È situato a quota 696 metri ed è un’opera veramente imponente della via di Lizza delle Cave Gruzze. Permetteva di superare un torrente che scende dall’orrido canale della Neve e va poi a formare il canale dei Vernacchi, fondendosi con quello dei Paleri. Esso si trova sulla destra, salendo, a circa mezz’ora dal paese.
Il ponte è altissimo, fu costruito tra il 1931 ed il 1932, e su di esso sono rimaste due longarine di ferro, mentre la copertura è franata. Il sentiero 165 scende sotto, nel canale, per poi salire ripidamente, seguendo un’altra lizza.
Poco dopo il ponte la via di lizza fa una curva e il tratto seguente è imponente e ben conservato, costruito con enormi muri di detriti di marmo. La via di lizza era in realtà servita da una ferrovia a scartamento ridotto “va e vieni” e proprio sul ponte avveniva lo scambio per l’incrocio dei carrelli.
Il sistema ebbe comunque vita breve e le cave Gruzze poco dopo furono chiuse, il materiale metallico fu asportato e tutto andò in rovina.

Canale della neve
Il Canale della Neve scende dall’Alto di Sella e, presso la casa della Selvarella, nella sua destra orografica, si immette la via di lizza delle cave Gruzze, attualmente franata e impercorribile. 
Il canale va poi a formare il canale dei Vernacchi, fondendosi con quello dei Paleri nella zona del Ponte del Pisciarotto.
Infatti il canale termina con un orrido che passa sotto, detto ponte.
Il canale prende il nome dal fatto che, data la sua pendenza, in inverno la caduta di slavine fa accumulare la neve che, a volte, rimane anche in estate e gli abitanti di Resceto salivano qua per procurarsi il ghiaccio.
A quota 1250 metri, circa, si trova il Nevaio del Canale della Neve, la cui persistenza estiva è legata a fattori climatici, tanto che a volte persiste anche in estate, per un’estensione di circa 200 metri ed è ben visibile dal monte Castagnolo e da Resceto. Il tratto rosso segna il percorso della parte alta della via delle Gruzze

Cava delle Gruzze
Il toponimo Gruzze o Gruze esiste, sempre a Massa, in località Casette: il Filone della Gruzza.
Inoltre un monte la Gruzza (937 metri), poi le Gruzze di Suvero e le Gruzze di Veppo si trovano nel comune di Rocchetta di Vara (SP) e un’altra località Gruzza presso le Figarole, nel comune di Ameglia (SP).
Probabilmente il termine deriva dal longobardo “rilievo, massa rotonda” per quanto nella zona apuana esso sia usato per indicare risalti di roccia e guglie.
La cava si trova a circa 1550 metri di quota, addossata alla cresta sud-ovest dell’Alto di Sella.
Il termine Cruze, usato nelle cartine IGM e in alcune guide, è da intendersi come italianizzazione del termine dialettale che secondo noi è preferibile usare.
Il termine Cave Gruzze si usa per denominare tutte le diverse cave della zona sud-ovest dell’Alto di Sella, ma, in realtà, la vera cava delle Gruzze è di limitate dimensioni e si trova, in salita, poco prima del cisternone metallico ben visibile anche da lontano, per esempio dal rifugio Conti ai Campaniletti o dalla vicina Finestra Vandelli.
La cava fu dismessa per la difficoltà di portare a valle il marmo. Nel 1931-32 fu poi costruito un sistema di lizzatura meccanica che non riuscì a rivitalizzare più di tanto l’attività estrattiva. La crisi economica e la guerra portarono all’abbandono completo delle cave dell’Alto di Sella.

Via di lizza delle Gruzze
Dobbiamo distinguere il primo tratto che costeggia la cresta dell’Alto di Sella in cui essa è praticamente incisa, il piano inclinato che scende a sinistra, la via di lizza che scende a destra.
Era detta anche via di lizza di Niloli. Il punto più alto sono le cave della Focetta dell’Acqua Fredda, a 1600 metri, l’estensione è circa 2890 metri e il dislivello 1105 metri.
Il primo tratto taglia il versante sud-ovest dell’Alto di Sella per poi scendere alla Selvarella (1300 metri), questo è il tratto più spettacolare e, in certe parti, molto ben conservato. Da qua si diparte, a destra, il ramo antico della via di lizza, lungo il canale delle Gruzze, ad aggirare lo sperone della Selvarella, fino ad incontrare il piano inclinato, a quota 970 metri, circa nei pressi della fonte, il tratto, in pessimo stato di conservazione, è oggi percorso dal sentiero 164.
Invece il piano inclinato si sviluppa a sinistra dello Sperone ed era servito da un sistema di lizzatura meccanica “va e vieni”, i cui motori erano nella casa della Selvarella.
In certi passaggi la pendenza supera anche il 70%, il percorso segue il Canale della Neve ed è in cattivo stato di conservazione, a parte brevi tratti. La via poi raccoglieva un tratto proveniente dai Bagnoli, poco sotto la confluenza del tratto di destra, per poi scendere e superare il Canale della Neve sullo splendido Ponte del Pisciarotto e continuare, in cattivo stato di conservazione, con innesti di altre vie di lizza, fino al paese. Il materiale metallico dell’impianto è stato completamente asportato, anche se qualche putrella arrugginita si trova dispersa lungo il tragitto.

Sentiero attrezzato Vecchiacchi
Questo sentiero fu allestito tra il 1976 e 1977 dal Cai di Lucca che lo intitolò a Francesco Vecchiacchi (Filicaia di Camporgiano 1902 – Milano 1955), fisico, specializzato in elettrotecnica e onde radio e grande appassionato di montagna, in particolare delle Apuane.
Il sentiero attrezzato, impropriamente chiamato anche ferrata, unisce direttamente  il Passo di Sella con quello della Tambura seguendo il versante orientale della cresta di Sella, il terreno è a tratti infido ed esposto ed è reso sicuro dalla presenza di circa 1500 metri di cavo metallico e da alcuni scalini scavati nella roccia. Da qualche anno il sentiero è considerato non percorribile poiché alcuni tratti sono danneggiati dalle frequenti scariche di sassi e il cavo metallico non dà più sicurezza. È segnato con tratti gialli, ormai stinti, e riceve da destra il sentiero 146, poco prima della Focetta dell’Acqua Fredda. Da questo si può salire alle vette del monte Sella.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Il sentiero 165 permette di fare diverse escursioni connettendosi ad altri sentieri.

Diamo qualche suggerimento, ricordando di partire sempre con buone scorte di acqua e di effettuare i percorsi esclusivamente nella buona stagione:

  • Andata e ritorno sul 165: richiede circa 8 ore, ma lo sconsigliamo per la discesa eccessivamente ripida che mette a repentaglio le articolazioni delle ginocchia.
  • Anello con il 35 (via Vandelli): arrivati al passo della Tambura si prosegue per la via Vandelli fino a Resceto. Richiede circa 8 ore con una sosta al Rifugio dei Campaniletti dal quale è possibile apprezzare la parte alta del sentiero 165. È  uno dei percorsi classici delle Apuane e offre moltissimi stimoli, anche naturalistici e storici, all’escursionista.
  • Anello-traversata della Tambura: arrivati al Passo della Tambura si sale alla vetta e da qua al passo della Focolaccia da cui si scende per la ripida lizza (sentiero 166). Il percorso richiede più di 9 ore e ottimo allenamento, ma è anch’esso straordinario.

Itinerari relativi al sentiero CAI 165 presenti sul sito:

Commento

La via di lizza delle cave Gruzze è sicuramente uno dei percorsi più massacranti delle Apuane per la salita che non dà respiro, ma è molto appagante per l’ambiente selvaggio e per i panorami che offre.
Usando altri sentieri sono possibili anelli interessantissimi che fanno conoscere all’escursionista alcune delle zone più rilevanti delle nostre montagne.