(f.f.) questa piccola pianta è endemismo apuano che allieta i terreni calcarei fino alle vette. Il fiore non è vistoso, ma i cespuglietti di
questa Silene sono ben visibili al viandante attento che ne conosce l’importanza e la lascia in pace.
IL GENERE SILENE
Famiglia Caryophyllaceae.
Silene L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Silene deriva dal latino scientifico Silene da Sīlēnus, a sua volta dal greco Σιληνός (= Sileno). La derivazione dipende dalla forma dal calice che sostiene il fiore delle piante di questo genere che ricorda la pancia di Sileno. Questo è un essere mitologico dell’antica Grecia immaginato in forma umana, ma con orecchie, coda e zoccoli di cavallo. Molti miti sono legati alla sua figura: era considerato padre dei satiri e padre, o figlio, del dio Pan. Gli si riconosceva grande saggezza che, a volte, svelava agli umani. Era raffigurato come molto brutto col naso camuso e lo sguardo da toro e, appunto, un ventre molto grosso per l’abitudine ad ubriacarsi. C’è da aggiungere, comunque, che il nome potrebbe derivare anche dal greco σίαλον (= saliva) in riferimento alla sostanza biancastra ed appiccicaticcia secreta da molte piante di questo genere.
Il genere Silene comprende oltre 300 specie di piante prevalentemente erbacee, annuali, biennali o perenni. Esse sono diffuse in tutto il mondo e in Italia ne sono presenti
almeno sessanta specie distinte. Hanno foglie opposte e fiori bianchi, rosa o rossi, solitari o in infiorescenze. Non hanno particolari esigenze di coltura e crescono in ogni tipo di
terreno sia al sole che in mezz’ombra.
SILENE PICHIANA
Silene pichiana Ferrarini & Cecchi
Classificata da Ferrarini e Cecchi nel 2001.
Conosciuta anche come: Silene graminea Vis.; Silene vallesia L. subsp. graminea. Silene vallesia L. subsp. graminea (Vis. Ex Rchb.) Nyman
Conosciuta volgarmente come: silene delle Apuane, silene di Pichi.
L’incertezza nella classificazione di questa pianta fu risolta nel 2001 quando i due botanici sopra nominati la identificarono come strettamente endemica delle Alpi Apuane mediante accurate analisi comparate con le specie simili che vivono sulle Alpi, sull’Appennino e nei Balcani.
Attualmente vengono considerate vicarianti[1] di questa specie: Silene vallesia Vis. (specie
silicicola) e Silene graminea Viv. (specie calcicola) nelle Alpi occidentali; Silene petrarchae Ferrarini & Cecchi nei Balcani e Silene cattariniana Ferrarini & Cecchi nell’Appennino centrale. Studi successivi potrebbero ulteriormente chiarire il quadro sistematico di queste specie di Silene.
In definitiva, comunque, si tratta di un gruppo di specie orofile dell’Europa meridionale presenti dalla penisola iberica, alle Alpi e Appennino, ai Balcani fino all’Anatolia e al Caucaso.
Il nome specifico pichiana è omaggio al botanico fiorentino Pichi-Sermolli[2] insigne maestro e scienziato come ebbe a dire uno dei classificatori della specie.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:
194. – Silene vallesia – L. [aggiornamento: Silene pichiana Ferrarini & Cecchi]
(luoghi in cui è stata osservata:) nelle Alpi Apuane al Sagro nelle rupi lungo lo Zappellone, alla Tambura e presso lo stesso monte al Zucco della Preta (Bert.), al Pizzo d’Uccello (Ad. Targ.), alla Focolaccia (Somm.), al Piastrone (Car.). al M. Rasori e nella valle delle Rose, alla foce del Giovo e sopra i Casali alla Punta Nattapiana, al M. Borla e ai Vallini sopra Colonnata.
Fiorisce in luglio e agosto. Pianta perenne erbacea.
Pellegrini cita anche: Silene armeria L.; Silene auriculata Sm. [Silene lanuginosa Bert.] alla quale è dedicato un articolo di questa rubrica; Silene cretica L.; Silene gallica L.; Silene inflata L. [Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. vulgaris]; Silene italica (L.) Pers. [Silene italica (L.) Pers. Subsp. italica]; Silene nocturna L. [Silene nocturna L. subsp. nocturna]; Silene nutans L. [Silene nutans L. subsp. nutans]; Silene otites (L.) Sm. [Silene otites (L.) Wibel subsp. otites]; Silene rupestris L.; Silene saxifraga L.; Silene sericea All. [Silene colorata Poiret].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniopsida; Sottoclasse: Caryophyllidae; Ordine: Caryophyllales;
Famiglia Caryophyllaceae; Sottofamiglia: Silenoideae; Genere Silene; Specie: Silene pichiana.
Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
Descrizione: forma bassi cespuglietti erbosi alti da 5 a 15 cm. Le numerose foglie basali sono lineari-lanceolate lunghe fino a 4 cm. I fusti sono ascendenti pubescenti-ghiandolosi e portano all’apice uno o pochi fiori. Questi hanno calice tubuloso con nervature rosso-scure lungo da 1,5 a 2,5 cm e 5 petali roseo-violetti o rossi. Il frutto è una capsula.
Antesi:.giugno-luglio.
Tipo corologico: endemismo apuano in senso stretto.
Habitat: vegeta su substrati calcarei assolati: fessure delle rocce e detriti aridi dai 1000 metri fino alle vette.
Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette come la congenere Silene lanuginosa Bert. L’elenco la riporta come Silene vallesia L. subsp. graminea (Vis. Ex Rchb.) Nyman, ma esso è precedente la nuova classificazione del 2001. Le due specie sono classificate entrambe come LR (lower risk) cioè a minor rischio, ma non devono essere assolutamente disturbate.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Vicarianza ecologica è la distribuzione di specie sistematicamente affini in ambienti o territori più o meno limitrofi, ma diversificati per uno o più fattori ecologici.
2 Rodolfo Emilio Giuseppe Pichi-Sermolli (1912-2005) insigne botanico fiorentino, lavorò in diverse università italiane e all’estero specializzandosi nello studio delle Pteridofite, soprattutto felci. Ha lasciato un ricchissimo erbario attualmente proprietà dell’Università di Firenze.
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 52.