(f.f.) Valeriana tripteris è una pianta officinale presente sui terreni calcarei delle montagne apuane. Presenta una bella fioritura e non è pianta protetta.
IL GENERE VALERIANA
Famiglia Valerianaceae
Valeriana L. classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Valeriana deriva dall’aggettivo latino vălĕrĭānus, a, um (= relativo a Valerio) poiché la pianta abbondava nella provincia Vălĕrĭa della Pannonia. Linneo attribuiva il significato a un ipotetico re Valerio che per primo avrebbe usato questa pianta.
Altri sostengono che invece derivi dal verbo latino vălĕre (= essere forte, star bene in salute) in riferimento alle proprietà medicinali di queste piante, tra l’altro il nome proprio Valerio significa proprio “che sta bene in salute” come augurio per il neonato.
Il genere comprende circa 150 specie erbacee perenni rizomatose delle regioni temperate e fredde europee e nord-americane e delle regioni tropicali sudamericane. Una decina di esse sono spontanee in Italia.
Esse sono alte da pochi centimetri fino a 1,5 metri. Hanno foglie opposte e fiori piccoli e odorosi raccolti in densi corimbi dal colore variabile dal bianco al rosa.
Alcune specie sono coltivate come piante ornamentali e altre come officinali. Infatti queste piante contengono sostanze sedative utili per curare i disturbi del sonno e lievi stati d'ansia. Inoltre alleviano i dolori muscolari, quelli delle artriti e dell'emicrania.
La valeriana svolge azioni benefiche anche sul sistema circolatorio stabilizzando la pressione sanguigna, controllando le tachicardie e ostacolando la formazione di coaguli nel sangue.
La specie più nota è la Valeriana officinalis , valeriana minore o silvestre, spontanea in Italia nei luoghi umidi e nei boschi, essa è anche coltivata per estrarre un principio medicamentoso contenuto nelle radici e nel rizoma che presenta attività antipasmodica e sedativa del sistema nervoso centrale.
L’odore penetrante della Valeriana officinalis è particolarmente apprezzato dai gatti per cui essa è chiamata anche erba dei gatti (anche se non è l’unica conosciuta con questo nome).
VALERIANA TRIPTERIS
Valeriana tripteris L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta volgarmente come: valeriana trifogliata.
Il nome specifico tripteris deriva dai termini greci τρέις (= tre) e πτερόν (= ala) in riferimento alle caratteristiche foglie cauline superiori divise in tre segmenti lanceolati.
La Valeriana tripteris è una pianta erbacea alta fino a 50 centimetri. Possiede un rizoma profumato legnoso e ramificato da cui di dipartono i fusti ascendenti, cilindrici e rossastri. Le foglie basali sono raccolte in rosette e hanno lunghi piccioli (fino a 5 cm) e lembo triangolare, base ovata e margini dentellati. Le foglie cauline inferiori sono opposte e presentano un breve picciolo mentre quelle superiori sono divise in tre segmenti lineari-lanceolati con margini dentati. I fiori sono raccolti in infiorescenze terminali a corimbo, sono lunghi 3-5 mm e presentano petali rosati o bianchi.
È specie orofila dell’europa meridionale e vegeta in luoghi sassosi e nei boschi preferibilmente su substrato calcareo.
La pianta possiede proprietà medicinali sedative e narcotiche come già descritto per le congeneri.
Questa specie è piuttosto variabile nelle caratteristiche dei fiori, foglie e fusto per cui esistono in Italia tre sottospecie: Valeriana tripteris L. subsp. tripteris che è quella qua descritta ed è la sola presente sulle Apuane; Valeriana tripteris L. subsp. austriaca Walther presente in Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia; Valeriana tripteris L. subsp. tomentella Walther presente in Trentino-Alto Adige.
In passato Valeriana tripteris era considerata sottospecie di Valeriana montana L. con cui condivide l'areale di distribuzione. Comunque quest'ultima specie presenta foglie basali ellittiche, ottuse o tronche alla base con margine lievemente dentellato, mentre quelle superiori sono intere.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[1]:
721. – Valeriana tripteris – L.
(luoghi in cui è stata osservata:) Indicata al Solco di Equi nella valle del Lucido (Ross.) e in territorio di Carrara a Cascina Piscinicchi e ad Acqua Sparta e in vari punti del gruppo del Sagro (Bolzon). Trovasi anche tra il M. Carchio e l'Altissimo, al Pizzo d'Uccello sopra Vinca, ad Antona in loc. la Foce e lungo il fosso del Vecchiano a Redicesi.
Fiorisce in giugno e luglio. Pianta erbacea perenne.
Pellegrini cita altre specie dello stesso genere: Valeriana montana L.; Valeriana officinalis L. [Valeriana officinalis L. subsp. officinalis]; Valeriana saxatilis L. [Valeriana saxatilis L. subsp. saxatilis].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Dipsacales; Famiglia: Valerianaceae; Genere: Valeriana; Specie: Valeriana tripteris
Forma biologica: Emicriptofita scaposa (simbolo: H scap). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.
Descrizione: pianta erbacea perenne rizomatosa alta da 20 a 50 centimetri. Ha fusto eretto cilindrico, le foglie basali sono lungamente picciolate e disposte in rosette, hanno lembo triangolare e margini finemente dentati. Le foglie cauline inferiori sono opposte e hanno breve picciolo mentre le cauline superiori sono divise in tre segmenti lineari lanceolati con margine dentati. I fiori sono raccolti in corimbi e hanno petali bianchi o rosati. Il frutto è una cipsela[2] oblunga.
Antesi: maggio-agosto
Tipo corologico: orofita sud-europea presente fino al Caucaso e all'Anatolia. Presente in tutto il territorio nazionale eccetto Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
Habitat: boschi, luoghi sassosi e rupi ombreggiati, calcarei e umidi, dai 500 m ai 2700.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette dove sono presenti le congeneri: Valeriana officinalis L., Valeriana saxatilis L.; Valeriana tuberosa L.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 151.
2 La cipsela è un frutto secco indeiscente simile a un achenio con un pappo apicale che ne facilita la dispersione anemocora.