Data escursione: 13/10/2007
Nel 2020 la via Tedesca è stata parzialmente ripristinata, con interventi di pulitura dai rovi e risistemazione del piano e degli smottamenti, il primo tratto dalla Madonna del Cavatore alla Maestà del Doglio, che al tempo si trovava in stato alquanto disastrato e invaso dalla vegetazione è ora perfettamente percorribile. Si veda il primo tratto di questo itinerario VINCA (Madonna del Cavatore)-MAESTA' DEL DOGLIO-CASE DEI FIORENTINI-INN. SENT. NN )-FOCE RASORI (1316 m)-CAPANNA GARNERONE -INN. STRADA -MADONNA DEL CAVATORE (doppio anello)
Qui un approfondimento sul Monte Grondilice.
Qui un approfondimento su Vinca.
Dalla Madonna del Cavatore (mt.820), si imbocca il sentiero (Via Tedesca), in verità ultimamente troppo trascurato ed inizialmente alquanto impedito dai rovi (vedi note), che più avanti diventa stradello che seguiamo a sinistra, e che, risalendo un bosco di castagni, con qualche tornante ci porta ad una marginetta che domina il paese di Vinca, la Maestà del Doglio.
Di fianco a questa troviamo il segnale del sentiero 175, lasciamo quindi la via Tedesca che scende a destra, per seguire quest'ultimo e salire dapprima ancora in mezzo ai castagni, poi tra faggi ed abeti, per sfociare, infine tra i prati delle Capanne del Giovo, antico insediamento pastorizio. Qui il nostro sentiero incrocia il nr.37, che proviene, da destra, dal Rifugio Garnerone, e ne prende il numero.
L'ascesa si fa un po' più erta, ma il passo del Giovo (mt.1500) non è lontano. E' questa una bella sella erbosa che separa la Valle di Vinca dalla Val Serenaia e, contemporaneamente congiunge la Cresta Garnerone al Gruppo Pizzo d'Uccello-Nattapiana.
Una sosta è d'obbligo per godersi il panorama di tutte le cime più alte delle Apuane.
Si prosegue, quindi, lasciandoci a sinistra il sentiero 181 che conduce alla vetta del Pizzo d'Uccello, prendendo, a destra, il nr.179, che costeggiando la Cresta Garnerone e lasciandosi sotto a sinistra la cava di marmo di Orto di Donna (Cava 27), sale tranquillamente fino a cambiare il numero in 186, che porterà in breve tempo ai 1750 mt della Finestra del Grondilice.
Lasciando qui gli zaini, si può salire tra detriti (attenzione!) e facili roccette (1° grado), ai 1809 mt della vetta del Grondilice.
Per chi è appassionato di speleologia ricordiamo che, sulle pendici meridionali di questo monte a quota 1565 mt, si trova l'ingresso dell'abisso Olivifer, che con i suoi 1215 mt di profondità, risulta essere la seconda grotta più profonda in Italia, subito dopo l'Abisso Paolo Roversi (prof. mt.1350), che si trova sul versante nord del Monte Tambura (Carcaraia) a poco più di 2 km ad Est in linea d'aria.
Dalla Finestra del Grondilice, discendiamo con molta attenzione, tra detriti pietrosi e roccette prima e tra il paleo (gli insidiosi ciuffi d'erba delle Apuane) dopo, il versante Sud-Ovest fino alla piazzola elicotteri di Foce Rasori. Qui bisogna fare attenzione (la segnaletica non è delle migliori) e tenere le tracce di sentiero a destra fino a trovare il nr.37, che in poco tempo porta alla Capanna Garnerone, dove si trova anche una bella fonte perenne.
Da qui, facendo attenzione ad imboccare il sentiero di sinistra 153 (ex 173A) si scende nell'abetaia e poi tra radi faggi e roccette, finchè, superata una costruzione (la ex Casa della Forestale), arriviamo ad incocciare lo stradello che coincide con il sentiero 38.
Lo seguiamo a destra scendendo in un bel bosco di castagni secolari e in circa 40' ci ritroviamo alla Maestà del Doglio e da lì, in altri 10' al punto da cui eravamo partiti.