MONTE ALTISSIMO
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
22 maggio 2010 (revisione)

(f.f.) l’Altissimo è un monte imponente se visto dal mare nonostante in realtà non sia molto alto. Comunque la sua vetta, facilmente raggiungibile, offre un panorama straordinario sulla catena Apuana, sul mare e sulle isole liguri e toscane. Fu esplorato da Michelangelo che ne intuì le potenzialità legate all’estrazione del marmo statuario e proprio le cave, la maggior parte ormai abbandonate, ne segnano profondamente le pendici e costituiscono una sorta di Parco di archeologia Marmifera.

MONTE ALTISSIMO

Questo monte di vivo marmo, così popolare nella Versilia e nel Massese, per cui è perfino gratificato di un nome che non gli spetta, presentasi come un rilievo tondeggiante[1]....

il monte Altissimo visto dal sentiero 144 sopra Arni. Questo è il versante settentrionale dilaniato dalle cave: a dx le cave settentrionali e a sx quelle del Fondone.È un monte formato interamente da marmo che, dal mare, appare talmente imponente da meritare un appellativo che non gli compete, raggiungendo la sua vetta solo i 1589 metri.

Esso è interamente compreso nel comune di Seravezza (Lucca), a sud, nel versante a mare, guarda la Valle del Serra mentre a nord guarda il canale delle Gobbie.

Il versante sud è orrido e cade verticalmente per oltre 700 metri presentando, da lontano, l’aspetto di una parete strapiombante. In realtà è possibile distinguere una vera e propria parete Sud che fa capo alla vetta, mentre a ridosso della cresta sud-est che poi si prolunga a sud verso Falcovaia, è possibile distinguere un ampio anfiteatro che fa riferimento alle due vette minori: quota 1460 e 1471 in cui si stagliano le famose cave della Tacca Bianca (nome collettivo usato per le cave meridionali, tra cui la cava omonima).

I versanti settentrionali e orientali, delimitati dalle creste Ovest e Sud-est, sono invece boscosi e degradano meno ripidamente a valle dove passa la strada che da Massa porta ad Arni e in Garfagnana.

Si sale facilmente alla vetta dal Passo degli Uncini con il sentiero 143 facendo comunque un po’ di attenzione per alcuni punti esposti e scivolosi con la pioggia. Decisamente più semplice è la salita dalle cave del Fondone sempre con il 143.

In vetta è stata eretta una nuova croce il 28 ottobre 2007 molto imponente e ben visibile da lontano.le Apuane Settentrionali dalla vetta. Da sx Sagro, Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura, Sella e Macina.

Il panorama che si gode dalla vetta è molto bello sia sul mare che sulle Apuane settentrionali e meridionali.

Il monte è profondamente segnato da numerose cave che si aprono sui suoi fianchi ed arrivano anche a grande altezza, la maggior parte sono, comunque, ormai abbandonate.

Distinguiamo un gruppo settentrionale di cave presso la cresta nord, un gruppo orientale a nord delle quote 1471 e 1460 (tra cui la cava del Fondone), un gruppo meridionale alla testata della valle del Serra (tra cui quella della Tacca Bianca), diviso in due bacini con un’appendice nella zona di Falcovaia a sud-est, quest’ultima è la zona oggi più attiva.

la Cava della Tacca Bianca cui si perviene con percorso aereo sul fianco del monte (è l’apertura maggiore e più alta).

Michelangelo Buonarroti, tra il 1518 e il 1520, esplorò la zona di Seravezza e le pendici meridionali del Monte Altissimo alla ricerca di giacimenti di marmo destinati alla facciata della Basilica di S. Lorenzo a Firenze su commissione di papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico della famiglia de’ Medici. Fu attivata la cava della Cappella, situata sotto la pieve di San Martino, che produsse marmi che però non vennero usati per la chiesa fiorentina per un ripensamento del papa. Il grande scultore probabilmente intuì le potenzialità della zona, ma la vera escavazione[2] iniziò solo alla fine del XVI secolo e raggiunse livelli importanti di produzione solo con Henraux a partire dal 1800. Quindi è assolutamente falso che Michelangelo abbia ricavato dalle cave del monte Altissimo il marmo per le sue grandi sculture. la Cava della Tacca Bianca cui si perviene con percorso aereo sul fianco del monte (è l’apertura maggiore e più alta).

La prima salita invernale risale al 5 gennaio 1896 e fu opera di C. e Lorenzo Bozano del cai ligure.

L’Altissimo nella poesia

Il monte ispirò anche il poeta Gabriele d’Annunzio[3]:

Mutila dea, tronca le braccia e il collo,

la cima dell’Altissimo t’è ligia.

È tua la rupe onde alla notte stigia

discese il bianco aruspice d’Apollo.

La cruda rupe che non dà mai crollo,

o Nike, il tuo ventoso peplo effigia!

La violenza delle tue vestigiail versante meridionale del monte Altissimo, vista dalla zona del Folgorito, a dx le cave Cervaiole.

eternalmente anima il sasso brollo.

Quando sul mar di Luni arde la pompa

del vespro e la Ceràgiola è cruenta

sotto il monte maggior che la soggiòga,

sembra che dispetrata a volo irrompa

tu negli ardori e sul mio capo io senta

crosciar la foga dell’immensa foga.

I VERSANTI DEL MONTE

Cresta ovest

Inizia dal passo degli Uncini e arriva alla quota 1456 da cui continua, per la facile cresta, fino all’antecima ovest e subito dopo alla vetta. Il sentiero 143 si mantiene più a settentrione a mezza costa della cresta che recupera solo nella parte finale.

Versante nord

Dalla zona delle Gobbie (Bar Ristorante Le Gobbie, anticamente Casa Henraux) sale la cresta nord fino all’antecima ovest del monte. La cresta è incisa dalla marmifera per le cave settentrionali del monte ormai abbandonate. È boscosa e, in alto, rocciosa con vegetazione che tende a diminuire salendo.

La zona nord-est è occupata dalle cave orientali dell’Altissimo (Cave Fondone) che si sviluppano da 1200 a 1300 metri e sono unite da una marmifera al Cipollaio e da un’altra alle cave settentrionali. Esse sono delimitate a sud dalla cresta sud-est. Naturalmente la zona è stata profondamente modificata dall’attività estrattiva e qua passa il sentiero 142 per il passo del Vaso Tondo e per Falcovaia che, in parte, non è identificabile.

Cresta sud-est

Scende dalla vetta fino al passo del Vaso Tondo che si trova tra due quote secondarie (1471 a ovest e 1460 a est ) e si prolunga fino a Falcovaia. Sulla cresta si sviluppa un’altra parte del sentiero 143 per la vetta che guarda anche sulla parete sud e incontra diverse postazioni di guerra legate alla Linea Gotica.

Parete sud

Anche se il monte non è particolarmente frequentato dagli arrampicatori questa parete permette alcune interessanti vie di roccia con vari gradi di difficoltà partendo dalla vecchia marmifera per le cave più alte.

COME SI SALE

Il sentiero 143 permette di salire alla vetta sia dal Passo degli Uncini che da quello del Vaso Tondo con percorsi molto interessanti e panoramici, dagli Uncini il sentiero è considerato difficile perchè un po’ esposto.

Inoltre è possibile percorrere un anello partendo dalle Gobbie, salendo al Passo degli Uncini sia direttamente con il 33 sia con il 41 per la Foce del Frate, poi alla vetta e al Passo del Vaso Tondo da cui si torna alle Gobbie con la marmifera delle cave settentrionali che va a recuperare il sentiero 33.

Il monte diventa insidioso con la neve e, in particolare, con il ghiaccio.

LA VETTA

il pianoro sommitale, sullo sfondo Contrario, Cavallo, Tambura e Sella. La nuova grossa croce si trova dalla parte opposta delle montagne, dietro il personaggio in primo piano.La vetta è molto panoramica sia sulla costa ligure e tirrenica che sulle Apuane settentrionali e centrali. Il pianoro sommitale permette di sostare in contemplazione e meditazione.

In vetta è stata eretta una nuova croce, il 28 ottobre 2007, molto imponente e ben visibile da lontano.

LE CAVE

Il monte Altissimo è profondamente segnato da numerose cave, ormai abbandonate, che arrivano a grande altezza, tutte coltivate dalla Società Henraux. Le uniche ancora attive si trovano nella zona di Falcovaia alla fine della cresta sud-est del monte e a esse è dedicato un articolo di questa rubrica.

Le cave settentrionali sono situate presso la cresta nord, superano i 1000 metri di quota e sono ormai abbandonate e hanno lasciato un’ampia ferita bianca ben visibile da lontano. In zona rimangono edifici e altri manufatti di servizio per l’attività estrattiva. Una marmifera le collega alle cave orientali mentre un’ampia via di lizza scende verso la zona delle Gobbie.

Le cave orientali sono situate nel versante orientale del monte Altissimo a nord delle quote 1460 e 1471 e del Passo del Vaso Tondo. Si arriva facilmente alle cave con il sentiero 31 che inizia prima dell’ingresso della galleria per Arni o con una marmifera che si stacca dal sentiero 33. È possibile anche arrivare dal Cipollaio con strada asfaltata che poi diventa marmifera, segnata ancora come sentiero 31. La quota è circa 1200 metri, la zona è ricca di edifici e reperti dell’antica attività estrattiva tra cui un’ardita via di lizza, infatti anche esse sono ormai abbandonate. Sono poi presenti alcuni vasconi per la raccolta delle acque. Sono anche conosciute con il nome collettivo di cave del Fondone.

Le cave meridionali si trovano in testata alla valle del Serra e comprendono cinque cave tutte abbandonate. La zona fu forse esplorata da Michelangelo Buonarroti alla ricerca di giacimenti di marmo statuario per le sue opere. Egli, probabilmente, si rese conto della potenzialità della zona, ma lo sfruttamento iniziò solo alla fine del XVI secolo con estrazione di ottimo statuario. Le storie su opere di Michelangelo scolpite con marmo dell’Altissimo sono totalmente prive di fondamento.

Lo sfruttamento divenne più intensivo con Henraux a partire dal 1800 e per seguire le migliori vene di marmo si salì progressivamente sempre più in alto rendendo oltremodo difficoltoso l’accesso anche per i cavatori.

Viste dal basso le cave sono le seguenti: Cava Mossa; cava Macchietta e cava Fitta (abbastanza vicine); cava dei Colonnoni e cava della Tacca Bianca (anch’esse abbastanza vicine). Le ultime quattro sono tutte nella stessa zona, comunicano o comunicavano tra loro e sono ben visibili specialmente dal Picco di Falcovaia e lasciano sbalorditi per l’arditezza della posizione.

  • Cava Mossa. Anche della Mossa e in passato Vincarella. È quella più bassa situata a circa 851 metri di quota alla base della cresta per la quota 1460. Detta anche cava Michelangelo dal nome della società che la gestiva, in subappalto dalla Henraux, la “Michelangelo Marmi srl” di Querceta. La cava è abbandonata ed è molto panoramica e impressionante per l’escavazione della parete del monte che si sviluppa per almeno un centinaio di metri in verticale. Il ravaneto della cava segna profondamente il versante meridionale del monte. La cava è attraversata dalla marmifera per le cave più alte.
  • Cava Macchietta. Si trova a quota 1081 metri. Vi si perviene con la marmifera da Azzano e dalla Polla con deviazione a destra rispetto al percorso per la cava dei Colonnoni. Il piazzale è molto panoramico sulla sottostante cava Mossa, sul Picco di Falcovaia che si trova proprio di fronte e sulle sovrastanti cava Fitta e Tacca Bianca. La cava si sviluppa, estremamente suggestiva, nelle viscere della montagna ed è collegata con la sovrastante cava Fitta. Dal piazzale una ripida scaletta metallica supera un taglio di cava e porta verso la cava Fitta e da qua alla Tacca Bianca. Nel gennaio 2010 la società Henraux ha presentato un progetto per la riapertura della cava innescando un’aspra polemica con ambientalisti ed Ente Parco.
  • Cava Fitta. Si trova a circa 1100 metri, ed è posizionata tra la cava Macchietta e la Tacca Bianca. Si sale dal piazzale della cava Macchietta tramite una scala metallica che supera un taglio di cava, poi segue un tratto ripido sul marmo, ma scalinato e protetto da corde di acciaio che porta a un primo ingresso della cava cui segue un’altro bel tratto scalinato nel marmo che porta al piazzale principale della cava Fitta dove sono alcuni edifici fatiscenti. Dal piazzale inizia una ripidissima e breve via di lizza per la cava della Tacca Bianca. La cava si sviluppa dentro la montagna con visioni molto suggestive ed è collegata all’interno con la cava Macchietta. il sentiero dei Tavoloni, dai Colonnoni (foto del 1986) al centro verso destra la cava della Tacca Bianca.
  • Cava dei Colonnoni. Abbandonata dal 1971, si trova a circa 1150 metri di quota. Da essa partiva il sentiero dei Tavoloni per la cava della Tacca Bianca. Si arriva alla cava con la marmifera da Azzano e dalla Polla. Il piazzale è molto panoramico sulla costa e la cava si sviluppa dentro la montagna.
  • Cava della Tacca Bianca. È la cava più alta del versante meridionale del monte Altissimo e dà il nome a tutta la zona. Si trova a 1180 metri di quota ed è ormai abbandonata. Un ardito percorso su tavoloni la unisce alla vicina cava dei Colonnoni mentre un sentiero arditissimo scavato nella roccia la unisce al passo del Vaso Tondo. Si perviene a essa dalla cava Macchietta passando per la cava Fitta e poi per ripida via di lizza. Il piazzale è sorretto da un muraglione a picco sulla cava Fitta e in esso sono presenti alcune vecchie costruzioni mentre la cava si sviluppa nelle viscere della montagna. Essa forniva dell’ottimo marmo statuario.

INTORNO AL MONTE

Campo delle Gobbie

È lo spiazzo, a quota 1037 metri, dove si trova attualmente l’albergo ristorante le Gobbie, nel comune di Seravezza poco dopo l’uscita della galleria del Vestito che mette in comunicazione Massa con Arni e la Garfagnana. L’albergo-ristorante, impropriamente chiamato anche Rifugio, era in passato una delle tante case Henraux della zona legate alle cave di marmo di proprietà di questo imprenditore. Oggi è un buon punto di appoggio per gli escursionisti e di fronte c’è un bel piazzale dove parte il sentiero 33.

Località La Polla

È il nome dato alla zona chiusa dalla sbarra della marmifera Henraux alle pendici meridionali del monte Altissimo. È situata a circa 600 metri e qua si trova la nuova Cappella della Madonna della Tacca Bianca e, poco in basso, la vera e propria Polla, cioè le sorgenti del Serra. La marmifera che passa qua sale poi verso la cava Mossa e oltre. dalle Cervaiole: la zona delle cave meridionali con gli antri scavati nella montagna.

Passo degli Uncini

Piccola sella a quota 1362 metri al termine della cresta degli Uncini a sud-est. Essa si trova in testa al Canale della Grotta Giuncona a nord-est mentre a sud si affaccia sugli scoscesi versanti del monte Altissimo che guardano la valle del Serra. È percorso dal sentiero 33 dalle Gobbie per il Pasquilio e qua arriva pure il 41 da Pian della Fioba per il Passo dell’Angiola, adesso rinumerato 143. È punto di partenza per l’ascesa classica al monte Altissimo tramite il sentiero 143.

Passo del Vaso Tondo

È un’incisione nella cresta sud-est del monte Altissimo a quota 1382 metri. Il passo si affaccia sull’anfiteatro della Tacca Bianca con la caratteristica forma che giustifica il nome. Si arriva qua facilmente dalle Gobbie oppure con il sentiero 31. Da qua passa il sentiero 143 per il monte Altissimo, il 142 per Falcovaia e il ripido sentiero molto esposto per le cave della Tacca Bianca.

SENTIERI

Marmifera Henraux

Inizia poco dopo l’abitato di Azzano a circa 434 metri ed è asfaltata solo per poche decine di metri. Lungo il percorso si incontra un’edifico (ex-casa Henraux) oggi denominato Palazzo dell’Altissimo (ex casa Henraux) in località Mortigliani a 521 metri di quota, che, in futuro, dovrebbe diventare un Bed&Breakfast. Segue la sbarra che chiude l’accesso alla marmifera in località la Polla, poi c’è la cappella contenente la Madonna marmorea originariamente collocata alla Tacca Bianca. La marmifera prosegue verso destra a tratti molto accidentata fino alla cava Mossa che attraversa e continua a salire fino a un bivio (1028 metri): a destra la strada sale ripida per la cava Macchietta mentre a sinistra continua per dirigersi alla cava dei Colonnoni. Il percorso per la cava Macchietta è più corto rispetto all’altro.

Sentiero dei tavoloni

Dalle cave dei Colonnoni iniziava una passerella aerea con ringhiera per la cava della Tacca Bianca percorsa dai cavatori e non molto lunga. I tavoloni di legno erano poggiati su supporti metallici infissi nella roccia ed erano quindi sospesi nel vuoto. Ormai il sentiero non è più percorribile per il degrado sia delle tavole che dei supporti metallici.

Sentiero del Vaso Tondo

Unisce le cave della Tacca Bianca con il Passo del Vaso Tondo. Questo sentiero è intagliato nella roccia con una larghezza tra gli 80 e i 100 centimetri ed era usato dai cavatori per raggiungere il posto di lavoro. Deve essere percorso con piede sicuro e assenza di vertigini. Sono necessarie poi grande cautela e massima concentrazione. Da evitare assolutamente le giornate di pioggia e quelle con neve e ghiaccio. Partendo dalla cava il percorso è in leggera salita fino alla base del canale erboso che sale al passo che è molto ripido e va percorso con la solita attenzione a causa dell’insidioso paleo apuano. Richiede circa un’ora di cammino.

Sentiero 31

Azzano (452m) - Foce del Giardino (1022m) – Cervaiole - Strada marmifera per le cave del Fondone - Arni (916m) innesto 144 -Strada Marmifera per il Passo Sella - Passo di Sella (1500m) – Arnétola (ca 900m). Da Azzano, dopo una ripida scalinata, si immette in una mulattiera che costituisce il sentiero, supera alcuni ruscelli fino ad arrivare, a circa 750 metri, presso ad alcuni ruderi tra cui una pregevole fornace a pianta circolare. Poi segue il bosco fino alla Foce del Giardino da cui si inizia a vedere l’Altissimo con le sue impressionanti cave abbandonate. Poi inizia la salita del pendio roccioso del Picco di Falcovaia in parte per gradini e poi per una bella via di lizza impreziosita da rari piri marmorei fino al piazzale di cava dove il sentiero è interrotto dai lavori della cava delle Cervaiole. Dall’altra parte della cava il sentiero segue la strada asfaltata per il Colle del Cipollaio per poi immettersi a sinistra nella marmifera per le cave del Fondone. Dalla cava scende nel bosco fino alla galleria del Castellaccio, dalla curva prima della galleria segue una via di cava ripida ed ormai inerbita che porta alla Madonna del Cavatore, poi alle case Giannelli ed al Rifugio Puliti da cui scende verso il parcheggio di Arni e la strada. Dal parcheggio all’ingresso di Arni il sentiero diventa la marmifera per le cave della zona, quasi tutte abbandonate. Supera una sbarra metallica e sale sempre ripidamente fino al Passo Sella, superando piazzali di cava, edifici abbandonati ed il bivio per la Cava Faniello. Ai lati del sentiero la cresta del Macina da una parte e le pendici del Fiocca dall’altra. Il sentiero arriva al passo di Sella dal quale la marmifera prosegue per le cave Ronchieri. La marmifera per il passo Sella, destinata in realtà alle cave Ronchieri, costruita negli anni ’70 è diventata il vecchio sentiero 31, che in buona parte ha ricalcato. In passato l’ultimo tratto del sentiero rappresentava il collegamento da Vagli ad Arni ed è una bella mulattiera che passa per boschi alla base del versante orientale del Sella.

Sentiero 33

È detto sentiero dell’Omomorto. Foce di Campaccio (827m) – Passo Focoraccia (1059m) - Passo del Pittone o Pitone (1151m) - Passo della Greppia (1200m) - Passo degli Uncini (1380m) - Casa Henraux alle Gobbie (1037m) - Rifugio Puliti (1013m) – bivio 31 -Arni (916m). Il primo tratto è semplice, dopo il Passo Focoraccia un breve tratto di corda metallica conduce al Passo del Pitone. Il tratto fino al passo della Greppia deve essere percorso con attenzione. Poi sale ripido fino al Passo degli Uncini da cui scende tranquillamente fino alle Gobbie. Qua il sentiero entra nel bosco dove sale lievemente costeggiando le ultime propaggini del monte Macina. Poi esce su roccia e paleo ed aggira la quota 1235 e passa poco lontano dallo spiazzo dove si trova la Madonna del Cavatore. Costeggia alcune case ed arriva al rifugio Puliti da cui scende alle case di Arni.

Sentiero 142

Cave Cervaiole (ca 1200m) – Foce di Falcovaia (1194) – Passo del Vaso Tondo (1380m) – Cave del Fondone (ca 1200m). Il sentiero segue l’estrema cresta sud-est del monte Altissimo anche su roccette esposte e poi arriva al passo del Vaso Tondo da cui scende per agevoli rocce con un tratto scalinato fino alla cava del Fondone. Da percorrere solo in giornate senza neve e ghiaccio. In realtà esiste un’altra indicazione di inizio del sentiero presso la via di lizza, che si raggiunge salendo la cava verso sinistra.

Sentiero 143

Passo degli Uncini (1380m) - Monte Altissimo (1589m) - Passo del Vaso Tondo (1380m). Con la revisione del 2008 parte dalla Foce del Frate, inglobando parte del vecchio 41. Partendo dal Passo dell’Angiola (o Foce del Frate) costeggia ad est la catena degli Uncini, ed è molto panoramico sulle Apuane dal Sagro al Grondilice, Contrario, Cavallo, Tambura, Sella, Macina, Fiocca e Sumbra, fino alle Panie. Il primo tratto è su facili roccette in discesa, poi entra nel bosco ed ogni tanto ci sono finestre panoramiche sulla zona a mare. Dal passo degli Uncini sale alla cresta del monte Altissimo, lo aggira sviluppandosi sulla parete, poi risale tratti erbosi e rocciosi che riportano in cresta ed alla vetta. La discesa è su marmo e sfasciumi, poi il sentiero curva diventando panoramico sulla costa. Ci sono alcune opere difensive dei partigiani, una bella vista su Falcovaia e quindi il Vaso Tondo.

ITINERARI RELATIVI AL MONTE ALTISSIMO:

note

1 La citazione è tratta da Lorenzo Bozano, Emilio Quèsta, Gaetano Rovereto, Bartolomeo Figari, Guida delle Alpi Apuane, seconda edizione, Club Alpino Italiano-sezione ligure, Genova, 1921. Questa fu la prima guida della zona apuana oggi di grandissimo interesse storico poiché permette di comparare la situazione dopo oltre cento anni, infatti la prima edizione della guida, senza la partecipazione di Figari, è del 1905.

2 Infatti mancavano allora vie di comunicazione per accedere ai bacini marmiferi, Michelangelo quindi continuò ad usare il marmo dei vicini bacini marmiferi carraresi, conosciuti sin dai tempi di Roma imperiale.

3 La poesia “Il Peplo Rupestre” è tratta dal libro terzo delle Laudi del cielo del mare della terra degli eroi dalla raccolta “Alcyone”.