(f.f.) questa bellissima primula è uno dei fiori che annuncia il ritorno della bella stagione sulle nostre montagne. È pianta molto comune ed è soggetta
a limiti di raccolta dalla legislazione regionale, per cui l'invito al massimo rispetto.
pale primroses that die unmarried[1]
IL GENERE PRIMULA
Famiglia Primulaceae
Primula L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome del genere deriva dal latino medioevale primula (veris) (= primissima della primavera) poiché essa, con la sua fioritura, annuncia l’arrivo della primavera. Prīmŭlus, a, um significa primissimo e vēr, vēris significa primavera.
È un genere di piante erbacee annuali o perenni originarie delle zone temperate dell’emisfero boreale e comprendente almeno 500 specie alcune presenti in Italia.
Il genere è poi diviso in numerose sezioni (la specie di questa scheda appartiene alla sezione Vernales caratterizzata da foglie membranacee, rugose e fiori peduncolati). Esse hanno foglie basali a rosetta, intere o lobate, e fiori bianchi, gialli, rosa, rossi o violetti con corolla imbutiforme con cinque lobi. I fiori possono essere solitari o raccolti in ombrelli e spuntano all’inizio della primavera.
Alcune specie hanno proprietà farmacologiche e dai fiori si ricava un tè aromatico e non eccitante. Esistono diversi ibridi e cultivar rinomati per il colore dei fiori.
Essendo uno dei primi fiori a sbocciare dopo l'inverno la primula è considerata simbolo della primavera e del rinnovamento, inoltre è considerata simbolo della prima giovinezza e augurio di buona fortuna.
In Europa alle primule è attribuita la proprietà di mettere in contatto gli uomini con il mondo delle fate, ma c’era un problema: per poterlo fare era necessario cogliere il numero giusto di fiori, altrimenti era certa la rovina del malcapitato. Questo dovrebbe essere monito per i moderni visitatori dei boschi: non cogliere il fiore per evitare la malasorte.Ricordiamo le tre specie molto presenti anche sui nostri monti:
Primula vulgaris Hudson (Primula acaulis (L.) Hill): detta primula comune, alta al massimo 15 cm, il caule spesso manca e i fiori sono inseriti direttamente sulla rosetta. I fiori sono giallo-pallido con una macchia interna più gialla, fiorisce da febbraio a marzo.
Primula auricula L.: detta orecchia d'orso, alta 5-30 cm, con foglie spesse e carnose a forma tondeggiante. L'infiorescenza contiene numerosi fiori giallo-oro, fiorisce da aprile a luglio.
Primula veris L. (Primula officinalis (L.) Hill): detta primula odorosa, è alta 25-30 cm con gli scapi fioriferi che portano da 5 a 15 fiori giallo carico, fiorisce da aprile a giugno
PRIMULA VULGARIS
Primula vulgaris Hudson
Classificata da William Hudson[2] nel 1762.
Conosciuta anche come: Primula acaulis (L.) Hill e la sottospecie locale: Primula acaulis (L.) L. subsp. acaulis
Conosciuta volgarmente come: primula comune, primavera, fior di primavera, occhio di civetta.
Il nome specifico vulgaris deriva dal latino volgāris / vulgāris (= semplice, comune, frequente) a indicare il fatto che è pianta comune e conosciuta. L'altra denominazione acaulis deriva dal latino ā (prefisso privativo) e caulis, is (= gambo, fusto) per indicare l’assenza del fusto.
La Primula vulgaris è una pianta erbacea perenne dotata di rizoma obliquo od orizzontale con robuste radici biancastre. È priva di fusto ed è alta fino a 15 centimetri. Le foglie sono solo basali a formare una rosetta. Esse sono ovato-lanceolate e hanno margine dentato, la pagina superiore è glabra e quella inferiore è pelosa. Inoltre sono rugose per la presenza di numerose nervature e si restringono progressivamente verso la base. Le foglie adulte si distendono e raddoppiano la loro lunghezza. Essa produce numerosi fiori poco profumati portati da peduncoli lanuginosi che originano direttamente dalle radici. I cinque lobi del fiore sono saldati a formare un tubo corollino lungo 13-20 mm e sono giallo molto chiaro con una macchia aranciata alla fauce. Il frutto è una capsula ovata deiscente e contenente numerosi semi.
Sono presenti diverse sottospecie, la più comune di esse è proprio la vulgaris che è quella maggiormente presente nel nostro paese caratterizzata dai fiori giallo pallidi. Inoltre esistono numerose varietà e diversi ibridi interspecifici. Viene ampiamente coltivata come pianta ornamentale.
È una specie molto diffusa sia in Italia che in Europa. Nel territorio apuano è specie molto diffusa, specialmente nei castagneti, ed è presente dal piano fino a 1000 metri. In caso di inverno mite può anticipare la fioritura a dicembre - gennaio.
In cucina le foglie sono usate crude in insalata, lessate o cucinate in minestroni. I fiori freschi si utilizzano per fare frittate e quelli secchi per aromatizzare birra e vino. Inoltre con fiori e foglie si prepara una gradevole bevanda simile al tè, ma priva di azione eccitante.
Questa pianta era usata, in passato, per curare emicrania, crampi, spasmi e reumatismi come ricordato anche da Plinio. In effetti sono state riconosciute proprietà calmanti, antispasmodiche, diuretiche, lassative e sudoripare. Vengono usati il rizoma, le foglie e i fiori. Le proprietà medicinali sono comunque inferiori a quelle della congenere Primula officinalis L.
Il cosiddetto vino di primula, che si ottiene mettendo i fiori in bottiglia e coprendoli di vino bianco, favorisce la buona circolazione.
Questa specie, insieme a Primula veris e Primula eliator, presenta il fenomeno dell'eterostilia. Questo fenomeno consiste nella presenza di esemplari in cui i filamenti staminali e gli stili hanno diversi rapporti di lunghezza. Sono fiori brevistili quelli in cui lo stame è ben visibile all'apice del tubo corollino mentre lo stilo è lungo la metà. Sono invece longistili quelli che hanno stami corti e stilo allungato con stigma visibile all'esterno. Questo fenomeno, già studiato da Darwin, favorisce l'impollinazione entomofila e ostacola l'autoimpollinazione, favorendo quindi il rafforzamento genetico della specie.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:
963. – Primula vulgaris – Huds. [Primula acaulis (L.) L. subsp. acaulis]
= Primula veris - γ - acaulis - L.
= Primula silvestris - Scop.
=Primula grandiflora - Lam.
= Primula acaulis - (L.) Hill
.(luoghi in cui è stata osservata:) Comunissima nei dintorni di Massa alle Grazie, a Po, lungo il Frigido al Ponte Vecchio, a Canevara, al Forno, a Gronda, nella valle di Antona, a Pariana e Altagnana, lungo il canale di Bergiola Maggiore, nel M. Brugiana, lungo il canale di Ricortola e nei fossi delle colline di Mirteto e Candia, al canale della Foce, tra Codena e Bedizzano e tra Bedizzano e Bergiola Foscalina, nei monti di Fosdinovo e di Aulla, nella valle del Lucido a Gragnola, a Monzone e a Equi, al Solco di Equi e tra Monzone e Vinca, a Licciana, a Comano, a Bagnone, a Mulazzo, nei dintorni di Pontremoli, a Montelungo, alla Cisa, in Val Gordana e nella valle del Verde.
Volg. Primavera, occhio di civetta. Fiorisce in febbraio e marzo. Pianta perenne erbacea.
964 – Primula vulgaris – Huds. - α - calychanta (Ces.) [Primula acaulis (L.) L. subsp. acaulis]
= Primula acaulis - β - caulescens - Koch.
= Primula grandiflora - α - calychanta - (Ces.)
(luoghi in cui è stata osservata:) indicata a Massa alle Capannelle e alle sorgenti del Frigido (Ross.).
Fiorita in aprile. Pianta erbacea perenne.
965 – Primula vulgaris – Huds. - β - rubra (Ces. P. et G.) [Primula acaulis (L.) L. subsp. rubra (Sm.) Greuter et Burdet]
= Primula grandiflora - β - rubra - (Ces.)
= Primula Sibthorpii - Hoffmgg.
(luoghi in cui è stata osservata:) nell'aprile 1888 ho trovato questa varietà a Massa presso il Mirteto e in luoghi erbosi nel canale presso Castagnetola nel M. Brugiana. Precedentemente indicata in piccola quantità alle Capannelle e alle sorgenti del Frigido (Ross.).
Fiorisce in aprile. Pianta erbacea perenne.
Pellegrini cita anche: Primula auricula L. [Primula auricula L. subsp. ciliata (Moretti) Lüdi]; Primula suaveolens Bert. [Primula veris L. subsp, columnae (Ten.) Maire et Petitm.]; Primula villosa - Wulf. - ε - apennina (Wid.) [Primula apennina Widmer].
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Primulales; Famiglia: Primulaceae; Genere: Primula; Specie: Primula vulgaris
Forma biologica: Emicriptofita rosulate (simbolo: H ros). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Le Rosulate (simbolo: ros) hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale.
Descrizione: pianta erbacea perenne alta fino a 15 cm dotata di un corto rizoma. È priva di fusto e le foglie sono tutte basali disposte a rosetta a livello del terreno. Sono ovato-lanceolate con margine dentato, la pagina superiore è glabra mentre quella inferiore è pelosa. Hanno aspetto rugoso e si restringono alla base, dopo la fioritura si allungano molto. I fiori sono numerosi, eretti, poco profumati e imbutiformi. Sono inseriti direttamente al centro della rosetta e sono portati da peduncoli pelosi che iniziano dalle radici. I cinque lobi sono saldati insieme a formare un tubo corollino lungo fino a 2 cm e sono giallo molto pallido con macchia aranciata alla fauce. Il frutto è una capsula deiscente contenente numerosi semi.
Antesi: febbraio -maggio.
Tipo corologico: europeo e caucasico. In Italia è presente in tutte le regioni.
Habitat: lungo i sentieri, nelle siepi, nei prati, nei boschi di latifoglie (faggete, quercete, carpineti, castagneti) dal piano fino a 2000 metri di quota (sul Gran
Sasso), nelle regioni più calde è solo specie montana. Ama terreni calcarei, freschi e ben drenati
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette, come vale per altre regioni italiane. L’elenco comprende invece sia la Primula auricula L. subsp. auricula che la Primula auricula L. subsp. balbisii Lehm. che sono classificate entrambe come LR (lower risk) cioè a minor rischio, ma non devono essere assolutamente colte.
Comunque esiste, in Toscana, il limite della raccolta, per tutte le specie di Primula, a non più di 10 steli.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 "Pallide primule che muoiono nubili!", la citazione è tratta dalla scena quarta del quarto atto di “The Winter’s tale” di William Shakespeare. Essa si riferisce al fatto che la pianta fiorisce in un periodo in cui ci sono pochi insetti impollinatori per cui molti fiori non vengono impollinati.
2 William Hudson (1734-1793) fu botanico e farmacista inglese, ma si interessò anche di insetti e molluschi. La sua opera principale è Flora anglica che contribuì a diffondere in Gran Bretagna i principi della classificazione linneana.
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 199.