(f.f.) i densi cuscinetti rosa di Saponaria, dalla forma circolare, che macchiano i ghiaioni delle Apuane sono ben visibili anche a grande distanza e rallegrano la vista del viandante. Non è specie a rischio, ma merita rispetto e una sosta per ammirarla.
IL GENERE SAPONARIA
Famiglia Caryophyllaceae
Saponaria L. fu classificato da Linneo nel 1753.
Il nome del genere deriva dal latino sāpō, sapōnis (= miscela per tingere di rosso i capelli) a sua volta di origine celtica. Infatti la radice e le foglie delle piante di questo genere contengono delle saponine. Queste sono detergenti naturali usati sin dall’antichità per lavare lane e tessuti delicati.
Il genere Saponaria comprende una trentina di specie di piante erbacee annuali o perenni. Esse sono diffuse in Europa meridionale e nell’Asia sud-occidentale.
La specie più comune è la Saponaria officinalis frequente nel nostro paese lungo i corsi d’acqua e nelle zone umide la cui radice era usata come sapone sin dall’antichità, inoltre, in dosi modeste, agisce come diuretico ed espettorante.
Sono usate ai fini ornamentali la Saponaria ocymoides e la Saponaria pumila per la bellezza dei loro fiori.
SAPONARIA OCYMOIDES
Saponaria ocymoides L.
Classificata da Linneo nel 1753.
Conosciuta anche come: Saponaria ocymifolia Salisb.
Conosciuta volgarmente come: saponaria rossa, saponaria montana, saponaria di roccia, ocimoide rosa, savonella.
Questa specie somiglia a Saponaria alsinoides Viv. che vegeta in Corsica e Sardegna. Comunque per certi autori essa è solo una varietà della Saponaria ocymoides.
Il nome specifico[1] deriva dal latino ōcĭmum (= basilico) a sua volta derivato dal greco ωκιμου con significato di “simile al basilico” per la forma delle foglie e anche per il profumo. Il nome scientifico del basilico è Ocymum basilicum.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:
187. – Saponaria Ocymoides – L.
(luoghi in cui è stata osservata:) A Porta in loc. Salto della Cervia, nei colli di calcare cavernoso intorno al Castello di Montignoso e nelle mura stesse del Castello. Alla Tambura (Ross.), lungo il Frigido sopra S. Lucia presso le Miniere di Massa e tra la loc. Poggio di Canevara e il Forno, lungo la strada e nei monti tra il Mirteto e la Foce. A Carrara alla Foglia nel Canale Porcinacchia, al M. Sagro (Bolzon), tra Carrara e le cave di Miseglia (Bert.), tra Bedizzano e Bergiola Foscalina, alle cave di Colonnata. Comune ad Aulla nel colle del Castello e nei dicchi diabasici di Bibola e Vecchietto, tra Fivizzano e Sassalbo, lungo la via tra Monzone e Vinca, tra Gragnola e Casola, a Gravagna e ai Groppi Neri presso Pontremoli.
Fiorisce da Aprile a Luglio. Pianta perenne erbacea.
Pellegrini cita anche Saponaria officinalis L. e Saponaria Vaccaria L. [oggi denominata Vaccaria hispanica (Miller) Rauschert subsp. hispanica]
La pianta è molto usata nei giardini rocciosi per i suoi bei tappeti fioriti, ama i luoghi luminosi e la luce solare diretta. Perde la parte aerea con il freddo per produrla nuovamente in primavera. Sopporta molto bene temperature molto basse. Esistono cultivar con fiori più grandi e di colori diversi.
Ha proprietà detergenti e si usa contro la psoriasi e l’acne.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniopsida; Sottoclasse: Caryophyllidae; Ordine: Caryophyllales; Famiglia: Caryophyllaceae; Genere: Saponaria; Specie: Saponaria ocymoides
Forma biologica: Emicriptofita cespitosa (simbolo: H caesp). Emicriptofita (simbolo H): pianta erbacea biennale o perenne con gemme svernanti a livello del suolo che sono protette dalla lettiera o dalla neve. Cespitosa (simbolo caesp): pianta che presenta ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.
Descrizione: pianta perenne che forma densi cespugli tappezzati da piccoli fiori. I fusti sono prostrati e molto ramificati, alti da 10 a 40 cm e sono ricoperti da fitta peluria. Le foglie basali sono ottuse e obovate[3] mentre quelle cauline sono lanceolate e acute. I fiori, larghi circa 1 cm, sono raccolti in infiorescenze e la corolla è formata da 5 petali di colore dal rosa al rosso. Il frutto è una capsula.
Antesi: maggio-agosto
Tipo corologico: vegeta nelle montagne dell’Europa sud-occidentale, in Italia è presente sulle Alpi, sull’Appennino settentrionale e centrale mentre manca in quello meridionale.
Habitat: vive negli erbosi, nei ghiaioni e nelle rupi, preferibilmente su terreni calcarei, dai 100 ai 1500 metri.
Conservazione: la specie non è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette. È ben diffusa nel nostro territorio e al di fuori di esso. Naturalmente, non deve essere danneggiata e il fiore non deve essere colto.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Notate l’errore di usare la “y” invece della “i” abbastanza diffuso nella terminologia usata da Linneo. Errori che fanno sì che la stessa pianta a volte sia scritta con la “i” e a volte con la “y”.
2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 50.
3 Obovato: a forma di uovo rovesciato.