CAMELEA
(Daphne mezereum)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
11 maggio 2010

(f.f.) la Daphne mezereum è una pianta molto velenosa con un fiore bellissimo che appare sul fusto nudo prima della formazione delle foglie. Con un po’ di attenzione può essere vista e fotografata sulle nostre montagne. Comunque non è pianta protetta, ma la sua velenosità la protegge da sola.

IL GENERE DAPHNE

Famiglia Thymelaeaceae.

Daphne L. 1753. Classificata da Linneo nel 1753.

Il nome del genere deriva dal greco δάφνη (= lauro, alloro) latinizzato in daphne. Δάφνη (= Dafne) è anche il nome della ninfa mutata in alloro. Infatti le foglie delle piante di questo genere somigliano a quelle dell’alloro (laurus nobilis).

Dafne era figlia del dio-fiume Peneo e Apollo se ne innamorò, non ricambiato[1]. Quindi la ninfa fuggì inseguita dal dio e, quando stava per essere raggiunta, supplicò il padre di trasformarla in modo da sottrarsi al dio. Il padre acconsentì e la trasformò in alloro. Apollo, non potendo avere l’amore della fanciulla, fece del lauro la sua pianta sacra e se ne adornò il capo.

Una variante del mito dice che Dafne suscitò l’amore di Leucippo figlio di Enomao, re di Elide. Costui travestito da donna si conquistò l’amicizia di Dafne e delle sue amiche. Apollo geloso ispirò alle ragazze il desiderio di bagnarsi a una fonte per cui fu scoperto l’inganno, Leucippo si rese invisibile per sottrarsi all’ira delle ragazze e Apollo si precipitò a catturare Dafne che fuggì e pregò Zeus di salvarla come avvenne trasformandola in alloro.

La famiglia delle Thymelaeaceae comprende una cinquantina di generi per un totale di circa 600 specie distinte. Il genere Daphne, a sua volta, comprende circa una settantina di specie, una decina delle quali spontanee nel territorio italiano.

Sono piccoli arbusti o bassi cespugli alti da pochi centimetri fino a un metro e più. Il fusto è generalmente legnoso con foglie caduche o persistenti e piccoli fiori tetrameri e frutti a drupa.

Queste piante sono diffuse in Europa centrale e meridionale, per lo più sui rilievi, nell’Africa mediterranea, nelle zone temperate della Siberia e in Asia centro-occidentale.

Quasi tutte queste piante sono velenose anche se esistono alcuni usi documentati nella medicina popolare.

Tra le specie presenti in Italia ricordiamo:

  • Daphne alpina L. (dafne alpina), ha foglie corte e caduche e fiori bianchi e piccoli.
  • Daphne gnidium L. (gnidio, erba corsa), tipica delle zone costiere era usata dai pescatori di frodo per avvelenare il pesce, mentre i frutti giallastri erano usati per sofisticare il pepe.
  • Daphne laureola L. (olivella o laureola), sempreverde con piccoli fiori giallastri e frutti dalla forma di oliva, neri a maturità. Si trova nei boschi submontani e montani.
  • Daphne oleoides Schreber (dafne spatolata), sempreverde con piccoli fiori bianchi.

Alcune specie sono usate come decorazione nei giardini rocciosi e nei parchi per la bellezza dei loro fiori.

DAPHNE MEZEREUM

Daphne mezereum L. Daphne mezereum

Classificata da Linneo nel 1753.

Conosciuta volgarmente come: camelea, fior di stecco (poiché i fiori compaiono prima della formazione delle foglie), mazzereo, mezereo, pepe di monte.

Sono usati in botanica diversi sinonimi tra i quali: Daphna florida e Daphne rechingeri.

Esistono alcune varietà e sottospecie di questa pianta.

Il nome della specie deriva dal latino medioevale mezereon, derivato dall’arabo māzaryn a sua volta di origine persiana. La parola araba significa mortale poiché tutte le parti della pianta contengono sostanze tossiche. Sottolineiamo che tra le congeneri la Daphne mezereum è considerata la più velenosa.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[2]:

1258. – Daphne Mezereum - L.

(luoghi in cui è stata osservato:) al M. Orsaro in Lunigiana (bert.) e nelle Alpi Apuane alla Tambura, al Sagro, alla Piastra Marina e fra il Carchio e l’Altissimo, al Pizzo d’Uccello.

Volg. Camelea, mazzereo, fior di stecco.

Fiorsce da aprile a giugno. Pianta legnosa.

Egli cita anche:

Daphne alpina L. [Dahne alpina L. subsp. alpina]

Daphne glandulosa Bert. [Daphne oleoides Schreiber]

Daphne gnidium L. (relativamente alla costa)

Daphne laureola L. [Dahne laureola L. subsp. laureola]

Tutta la pianta è molto velenosa, per la presenza di sostanze estremamente tossiche, in particolare la corteccia, i frutti e i semi la cui ingestione può anche essere mortale.

Esistono antichi usi curativi della pianta per sue proprietà antireumatiche, antiartritiche e antinevralgiche, ma naturalmente è necessario essere molto esperti per poterne far uso.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magniliopsida; Sottoclasse: Rosidae; Ordine: Myrtales; Famiglia: Thymelaeaceae; Genere: Daphne; Specie: mezereum.

Forma biologica: Nano-fanerofita (simbolo: NP). Le fanerofite (simbolo P) sono piante perenni e legnose con gemme svernanti poste a un’altezza maggiore di 30 cm dal suolo. Le nano-fanerofite hanno le gemme poste tra 30 cm e 2 metri d’altezza.

Descrizione: è un arbusto deciduo che raggiunge da 30 a 70 cm di altezza, raramente un metro. Il fusto legnoso ed eretto è ramificato in alto. Le foglie sono lanceolate e lunghe 5-6 cm, di color verde chiaro. Glabre e glauche nella pagina inferiore[3]. Esse sono raggruppate a ciuffi specialmente nella parte alta dei rami. I piccoli fiori, molto profumati, compaiono prima delle foglie attorno ai rami, in genere a gruppi di tre e sono formati da 4 sepali petaloidi di color rosa scuro o rosso purpureo. Dopo la fioritura all’apice del ramo compare il denso ciuffo delle foglie. Il frutto è una drupa rosso-corallo contenente un unico seme.

Antesi: marzo-maggio.

Tipo corologico: la pianta è di origine euro-siberiana. Prospera sui rilievi europei e nelle zone fredde e temperate in Asia. In Italia è presente in tutto il territorio peninsulare, molto diffusa sulle Alpi e più rara altrove.

Habitat: ama suoli calcarei e umidi in boschi montani e brughiere subalpine a quote comprese tra 500 e 2000 metri.

Conservazione: in Toscana non è considerata specie a rischio mentre lo è in regioni a noi confinanti. L’elenco toscano comunque contiene le seguenti specie: Daphne alpina, Daphne cneorum, Daphne oleoides e Daphne sericea.

Altre foto possono essere consultate qui

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 La fanciulla fu vittima della vendetta di Eros nei confronti di Apollo. Infatti quest’ultimo un giorno prese in giro Eros che stava tendendo un arco dicendogli che quell’arma era troppo potente per lui. Quindi Eros scoccò due frecce: una, dalla punta d’oro per accendere la passione amorosa, che scagliò contro Apollo e l’altra, con la punta di piombo che impediva la passione stessa, con cui trapassò la sfortunata ninfa. Quindi Dafne non avrebbe mai potuto soddisfare l’amore del dio Febo Apollo.

2 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 254.

3 Glauco: verde-biancastro per la presenza di una patina cerosa in superficie.