(f.f.) il caglio delle Apuane forma dei piccoli pulvini punteggiati da minuscoli fiori bianchi che prosperano tra le fessure delle rocce calcaree delle nostre montagne e in pochissime altre stazioni dell’Appennino meridionale. È quindi specie rara e protetta che può essere ammirata con un minimo di attenzione quando camminiamo sulle Alpi Apuane in luoghi generalmente inospitali per le altre piante.
IL GENERE GALIUM
Famiglia Rubiaceae
Galium L. Classificato da Linneo nel 1753.
Il nome generico Galium deriva dalla parola greca γάλα (= latte) per la proprietà di molte piante di questo genere di cagliare il latte, operazione indispensabile per produrre il formaggio. C’è da aggiungere che il termine caglio deriva dal latino cŏāgūlum (= coagulo, caglio, latte cagliato) con un probabile legame tra il termine greco e quello latino.
Il genere comprende piante erbacee annuali e perenni diffuse nelle zone temperate di entrambi gli emisferi, ma presenti un po’ in tutto il mondo. Le specie ammontano a circa 400, alcune delle quali vegetano anche in Italia.
Le foglie sono tipicamente raccolte in verticilli[1], i fiori sono piccoli, generalmente bianchi o gialli, con quattro petali oppure cinque e sono uniti in infiorescenze.
In Italia prosperano diverse specie alcune delle quali vengono coltivate nei giardini rocciosi.
Alcune delle piante del genere Galium hanno anche blanda attività medicinale.
GALIUM PALAEOITALICUM
Galium palaeoitalicum Ehrend.[2]
Classificata da Friedrich Ehrendorfer nel 1974.
Anche: Galium pyrenaicum var. olympicum
Conosciuto volgarmente come: caglio delle Alpi Apuane, stellina delle Apuane.
Il nome specifico palaeoitalicum è formato dal greco παλαιός (= vecchio, antico) e dal latino ītălĭcus, um (= italico, dell’Italia) e indica che questa è una vecchia specie italiana.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3]:
712. – Galium olympicum – Boiss. [Galium palaeoitalicum Ehrend]
= Galium pyrenaicum – Gouan.
(luoghi in cui è stata osservato:) Al M. Sagro fra la Foce Orsara e la Maestà di Vinca (Bicch. E Somm.), lungo il viottolo fra Fontana Antica e la Pianza (Bolzon), alla Tambura in loc. Bagnoli sopra i Campaniletti (Sav.), al M. Rasori, alla Rocchetta, al M. Girello sopra Pian di Santo, al Pizzo d’Uccello e al M. Grondilice.
Fiorisce in luglio e agosto. Pianta erbacea perenne.
C’è da aggiungere che Pellegrini cita (da pag. 146 a pag. 150) numerose altre specie del genere Galium tra cui il Galium purpureum L. var. apuanum Fiori che è un altro importante endemismo apuano.
Il Galium palaeoitalicum vive solo sulle Alpi Apuane e in poche località dell’Appennino meridionale in Campania (monti Picentini) e Calabria (monte Pollino). Quindi è un esempio di specie ad areale disgiunto.
Questa pianta presenta adattamenti tipici della flora di altitudine: portamento strisciante a cuscinetto e altezza limitata a pochi centimetri che garantiscono difesa dal vento che potrebbe strappare parti frondose e tutelano la pianta dalla perdita di acqua e dalla neve e dal ghiaccio. Sulle Apuane hanno caratteristiche simili la Globularia cordifolia e il Rhamnus glaucophylla
Inoltre le particolarità del suo habitat: luoghi assolati, ben illuminati e ventosi, evitano che essa entri in competizione con piante più grandi e più “evolute”.
Fino all’inizio degli anni 70 del secolo scorso la specie apuana era classificata come Galium pyrenaicum var. olympicum con un areale di distribuzione frammentato. Fu proprio il botanico austriaco Ehrendorfer a chiarire la situazione sistematica di questa pianta che appartiene a un gruppo di specie diploidi del genere Galium di origine orientale che migrarono da est a nord-ovest nel terziario. In particolare il progenitore del Galium palaeoitalicum migrò verso la catena dell’Appennino prima del Pleistocene lasciando traccia nel sud Italia, in particolare nella zona del Monte Pollino.
Somiglianze esistono anche con la specie occidentale Galium pyrenaicum, ma la specie più simile è il Galium olympicum Boiss. che vegeta sul monte Olimpo in Bitinia (Turchia) e le due specie potrebbero aver avuto un antenato in comune ed essersi poi differenziate sia per l’areale diverso che per motivi cariologici.
Infatti studi del DNA hanno dimostrato che il numero dei cromosomi è 2n = 20 invece che 22 come nei taxa orientali e occidentali di questo genere e proprio questa diminuzione del numero dei cromosomi, causata da una probabile fusione di due cromosomi, sarebbe la causa della nascita di questa nuova specie.
Quindi in definitiva si tratterebbe di un paleoendemismo cioè una specie anticamente diffusa in areali più ampi che si sono poi progressivamente ristretti e l’isolamento geografico avrebbe originato specie diverse, nel nostro caso ha avuto un ruolo importante anche il cambiamento nel numero dei cromosomi.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Asteridae; Ordine: Rubiales; Famiglia: Rubiaceae; Genere: Galium; Specie: Galium palaeoitalicum.
Forma biologica: Camefita pulvinata (simbolo: Ch pulv). Camefita (simbolo Ch): pianta perenne e legnosa alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Pulvinata (simbolo pulv): poco sviluppata in altezza con forma rigonfia o tondeggiante (a formare caratteristici pulvini o cuscini).
Descrizione: è una minuscola pianta alta da 2 a 8 centimetri che forma cuscinetti. I minuscoli fusti sono ricoperti da foglie aghiformi lunghe 0,5 cm e disposte in verticilli. I fiori hanno la forma di corto imbuto bianco che si apre, verso l’alto, in 4 lobi triangolari acuti.
Antesi: maggio-giugno-luglio.
Tipo corologico: endemismo apuano con limitata presenza anche nell’Appennino meridionale (Campania, Calabria).
Habitat: vegeta nelle pietraie e nelle crepe delle rocce calcaree, dai 1200 metri fino alle vette. Ama luoghi assolati e più o meno esposti al vento. Infatti le condizioni di vita molto severe gli permettono di evitare la competizione con piante più grandi e più sviluppate. In Appennino sale fino a 2200 metri e sulle Apuane scende a 800 metri e anche più in basso come, ad esempio, nel canale di Renara (Massa).
Conservazione: la specie è classificata, in Toscana, come LR, cioè a minor rischio (lower risk) mentre è VU, cioè vulnerabile, a livello nazionale e R, cioè rara, a livello mondiale. Quindi deve essere particolarmente rispettata.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Il verticillo è il nodo di un asse attorno al quale sono inseriti più elementi, nel caso in questione foglie.
2 Ehrend. è l’abbreviazione usata per le piante descritte da Friedrich Ehrendorfer (1927 Vienna) botanico austriaco e professore universitario. Si è occupato principalmente di sistematica vegetale utilizzando la cariologia e l’evoluzione molecolare ed è particolarmente esperto, tra l’altro, del genere Galium.
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 149.