SENTIERO CAI 160
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
ATTENZIONE!!!
In questa scheda è descritto soltanto il tracciato del sentiero indicato, risalente alla data sotto riportata. Non è presente alcun riferimento nè alcuna indicazione sul suo stato attuale e sulla sua attuale percorribilità, per conoscere i quali si rimanda alla voce "Sentieristica" del Menù Principale, in alto a destra. Rammentiamo, comunque, che, a tal proposito, la cosa migliore resta sempre quella di informarsi contattando le Sezioni CAI cui spetta la manutenzione dei singoli sentieri, poco prima di effettuare l'escursione.
08 dicembre 2010

(f.f.) il sentiero descritto è faticoso e impegnativo e la discesa è particolarmente ripida. La zona attraversata è molto selvaggia, nonostante la presenza di cave abbandonate lungo il percorso. Molto bella la cresta del monte Sella che offre panorami splendidi. È itinerario adatto solo a escursionisti esperti con le giuste condizioni meteorologiche.

 
 

SENTIERO 160

Il sentiero è di competenza del Cai sezione di Massa che ne cura la manutenzione.

Tragitto

Località all’Acqua (ca 1010m) [innesto 165] - Focola del Vento (1358m) – Cava Bagnoli (1610m) – Monte Sella (1739m).

Informazioni sulla zona di partenza

Il sentiero si stacca dal 165 a quota alta, poco sopra la fonte della Localita all’Acqua. Essa può essere raggiunta con faticosa salita in circa 1h 30’ dal borgo di Resceto che è frazione montana di Massa da cui dista 11,5 km.
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara,  a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine e Gronda e si continua la strada che finisce a Resceto (11,5 km) nella piazzetta del paese (mantenersi sempre a sinistra).
Alcune corse dell’ATN portano da Massa a Resceto e viceversa, ma la domenica è possibile salire solo con una corsa alle 14 e una alle 19 e scendere alle 14.30 e alle 19.30.

Descrizione del percorso Salendo, all'inizio del sentiero 160

Sentiero interessante e difficoltoso sia in salita che in discesa, da evitare assolutamente con neve e ghiaccio. Offre panorami notevoli, testimonianze di archeologia industriale e fioriture interessanti  tra cui la rara Artemisia nitida.

Difficoltà: EE (sentiero difficile). Il percorso non è molto lungo, ma dobbiamo considerare che la località di partenza può essere raggiunta solo con faticosa marcia di avvicinamento. Di conseguenza il dislivello superato è ragguardevole e la salita è sempre molto aspra. Alcuni tratti del percorso sono su fondo piuttosto instabile e prima della Focola del Vento è necessario aiutarsi con le mani. Evitare di percorrere il sentiero con avverse condizioni meteo e con neve e ghiaccio: potrebbe diventare veramente pericoloso.

Stato del sentiero: il percorso è ben evidente e sono presenti segni, anche se piuttosto vecchi. La parte iniziale è piuttosto degradata, con fondo a sfasciumi misti a terriccio e paleo. Non è sicuramente un sentiero molto frequentato. Sarebbe bene segnalare meglio il punto di partenza.

Tempi:
salita: 2h 30’
discesa: 2h 50’
Nota: la salita è molto ripida e così pure la discesa che deve essere fatta con grande attenzione e questo spiega il fatto che abbiamo messo di più a scendere che a salire.

Il percorsosul 160 presso l'orrido canale

Sintesi: Il sentiero sale subito in maniera decisa, con ripidi zig-zag, tra rari alberi e paleo, poi sulla destra c’è un orrido canalone sovrastato da una catena rocciosa che lo accompagna fino in alto. La salita si fa più difficoltosa, tra sfasciumi, paleo e terriccio, un po’ insidiosa quando il terreno è umido. Dopo alcuni alberi e un piccolo bosco il sentiero arriva su una cresta rocciosa che scende dalla Focola del Vento, adesso il panorama si apre e in basso c’è il fosso del Chiasso che scende verso la monorotaia Denham. Ora per roccette e un tratto di via di lizza si perviene alla Focola del Vento, molto panoramica, e sempre per via di lizza si arriva presso la cava di quota 1470, da cui il sentiero comincia a inerpicarsi per la parete del Sella fino alla cava Bagnoli, preceduta da un piccolo ravaneto. L’ultimo tratto risale un ripido valloncello per portarsi alla cresta del Sella: a destra la vetta sud e a sinistra la nord.

Consideriamo come riferimento la località all’Acqua (970m) dove è presente una fonte, qua è il bivio tra il sentiero 164 per  i Campaniletti  e il 165, che da Resceto sale alle cave Gruzze.
Da qua saliamo superando un ponte distrutto che aggiriamo a destra, passando alla sua base, e in 5’ siamo al bivio per il 160, che si inerpica a destra. L’inizio del sentiero non è indicato benissimo, ma esiste una palina di legno.
Adesso cominciamo a salire in maniera decisa, inizialmente il sentiero procede a ripidi zig-zag tra rari alberi ed erba, c’è anche una discreta fioritura di Aquilegia di Bertoloni, nella giusta stagione.
In dieci minuti troviamo sulla destra un orrido canalone, sovrastato da una catena rocciosa che ci accompagnerà fino in alto, in questo canale scendeva a precipizio un ramo di via di lizza che proveniva dalla cava Bagnoli per collegarsi in basso con quella che proviene dalle cave Gruzze.
La salita adesso si fa più difficoltosa, tra sfasciumi, paleo e terriccio, un po’ insidiosa quando il terreno è umido poiché la zona è quasi sempre in ombra.
Incontriamo alcuni alberi e in alto un piccolo bosco e finalmente a 45’ arriviamo su una cresta rocciosa che scende dalla Focola del Vento, adesso il panorama si apre sul mare, sul Sella, sull’ Altissimo, sul Sagro fino al Cavallo. Il Canale del Chiasso
In basso il fosso del Chiasso scende verso la monorotaia Denham e anche qua scendeva una via di lizza che in parte troveremo tra qualche minuto. Prendiamo a sinistra, seguendo la cresta, e a 55’ siamo sulla via di lizza che scende dalla Focola, ma la abbandoniamo quasi subito, poiché il sentiero sale a sinistra, per alcune roccette con un po’ di esposizione e con una bella finestra sulla zona dei Campaniletti e il monte Cavallo.
A 1h 09’ arriviamo alla Focola del Vento (1358m). È  questo un intaglio, caratterizzato da un roccione strapiombante e da una cabina elettrica, che serviva la cava Bagnoli, inoltre c’è un rudere e un tratto terrazzato in alto. La vista dall’intaglio è mozzafiato sulla ripidissima via di lizza delle cave Gruzze, con l’edificio posto presso la Selvarella, e sui Campaniletti.
Dopo una breve sosta continuiamo sulla via di lizza che all’inizio è veramente ripidissima  e a 1h 30’ arriviamo a una piccola cava del Sella (1470m), con una modesta costruzione e alcuni blocchi di marmo, da essa si gode uno splendido panorama sulla monorotaia Denham, nella sua parte più alta, con alcuni edifici, tra cui quello del custode che si eleva come nido d’aquila sul crinale. Questo piazzale è ben visibile dal basso poiché è stato costruito dall’uomo su un muraglione a secco di detriti di marmo.
Adesso il sentiero sale, inizialmente mantenendosi sulla sinistra, e poi devia verso destra, a percorrere per roccette e paleo la parete del Sella, seguendo una serie di zig-zag.
A 2h siamo in un canalone con tratti di via di lizza, piri in legno e un ravaneto che scende dalla cava e che parzialmente copre la vecchia via di lizza.
Dopo pochi minuti ( 2h 08’) siamo al piazzale della cava Bagnoli, da tempo abbandonata. Il luogo è molto panoramico e disseminato di blocchi di marmo, tra cui una carica pronta per essere trascinata a valle, ormai da decine d’anni.
Ci fermiamo qualche minuto e poi risaliamo il centinaio di metri del valloncello che porta alla cresta sommitale, dove perveniamo a 2h 30’. Alla Focola del Vento
Qua arriva, dal versante di Arnetola, un sentiero che si stacca da quello della vecchia via Vecchiacchi, attualmente considerata inagibile, che dal Passo Sella porta alla Focetta dell’Acqua Fredda.
A destra la cresta è ampia e facile a percorrersi e porta, in pochi minuti, alla vetta sud del monte, a quota 1739 metri, segnata da un palo metallico. Il luogo è estremamente panoramico sia sulle Apuane meridionali che su quelle settentrionali, sul mare e sull’Appennino.
Quando arriviamo la vetta ha ospiti: si tratta di un gruppo di capre che non sono minimante preoccupate dall’asperità dei luoghi e procedono senza la nostra prudenza. In basso scorgiamo segni di sentiero che arrivano alla vetta dalle sottostanti cave Ronchieri. Facciamo una capatina anche sulla vetta di destra (nord) dove è presente il libro di vetta, il percorso è un po’ esposto e richiede pochi minuti

Aspetti di rilievo del sentiero

Località all’acqua
Si trova al bivio tra il sentiero 165 da Resceto e  il 164  per i Campaniletti: la zona è caratterizzata dalla presenza di una sorgente. La quota è 970 metri. Pochi minuti più in alto inizia il sentiero 160 per il monte Sella.

Via di lizza dei Bagnoli
È, in assoluto, la via di lizza che affronta il maggior dislivello nei bacini marmiferi massesi: dai 1610 metri della cava omonima ai 310 di Renara, quindi 1300 metri, con dislivelli medi sopra il 50% e del 70% nella prima parte. Dalla cava essa scende verso la Focola del Vento, un po’ sopra la quale giunge un breve tratto da una cava posta a quota 1470. Presso la Focola la via si biforca, ma i due rami percorrono entrambi il fosso del Chiasso e si ricongiungono a 1100 metri, per poi confluire poco sotto, nel percorso della monorotaia Denham.Cava Bagnoli, sullo sfondo, dal Sagro fino al Cavallo Originariamente, però, essa poi continuava mantenendosi a sinistra del tracciato attuale della Denham, nel Fosso del Chiasso, che andava a incontrare a 730 metri. Esiste una variante che si dirige a destra, verso il Canale della Neve, per un orrido canalone e che si congiunge con la via della lizza delle Gruzze, a circa 1000 metri di quota. Questa variante presto sostituì il percorso per il Chiasso. Attualmente rimangono pochi tratti ancora in buone condizioni e su di essi passa il sentiero 160 per il monte Sella.

Focola del Vento
È situata a quota 1358 metri. È  questo un intaglio (cioè una foce) caratterizzato da un roccione strapiombante e da una cabina elettrica che serviva la cava Bagnoli, inoltre c’è un rudere ed un tratto terrazzato in alto. La vista dall’intaglio è mozzafiato sulla ripidissima via di lizza delle cave Gruzze e, in particolare, sulla Selvarella. Oggi qua passa il sentiero 160 per il monte Sella e i resti della via di lizza proveniente dalla cava Bagnoli.

Cava dei Bagnoli
Questa cava, ormai dismessa, prende il nome dal luogo in cui è situata, essa costituisce un bel esempio di archeologia marmifera nella montagna massese. Il toponimo monte Bagnoli si trova in carte del 1800 a indicare una delle cime del Sella. La cava si trova a 1610 metri e il suo piazzale si raggiunge abbastanza agevolmente con il sentiero 160 che, in parte, segue la vecchia via di lizza. Presso la cava c’è un vecchio ravaneto. Il piazzale è molto panoramico e disseminato di blocchi di marmo, tra cui una carica pronta per essere lizzata sulla sua slitta di legno. Dalla cava basta salire un facile canale e si perviene alla cresta del monte Sella.

Cresta del monte Sella
In passato la cresta era chiamata Schienale dell’Asino. Essa è una cresta molto affilata  cheDalla vetta sud, la cresta del Sella inizia a nord con la Focetta dell’Acqua Fredda e che si allarga solo nel pianoro sommitale, tra le vette principali, entrambe quotate 1739 metri. La cresta si sviluppa per oltre un chilometro in direzione nord-nord-ovest / sud-sud-est mantenendosi in quota, intorno ai 1700 metri. Nella cresta si distingue una vetta settentrionale che costituisce l’Alto di Sella, a 1723 metri, alcune quote minori, la vetta principale costituita da due cime ravvicinate più o meno della stessa altezza e, infine, un’antecima sud a 1700 metri, poi la cresta continua nel monte Macina a formare una dorsale nord-sud compatta ed aspra. Delle due vette principali quella nord è piuttosto esposta e su di essa c’è il libro di vetta, mentre quella sud è molto tranquilla e su essa c’è un palo di legno a indicare la cima. La cresta precipita sia nel versante massese che in quello garfagnino con versanti molto ripidi e aspri che non possono però essere considerati vere pareti e con dislivelli più consistenti nel versante massese. Essa divide la zona di Renara e Resceto, nella valle del Frigido nel comune di Massa, dalla valle di Arnétola nel comune di Vagli di Sotto. Il monte può essere raggiunto col sentiero 160 da Resceto, col percorso della monorotaia Denham da Renara e dal passo di Sella con percorsi più brevi. Tutti i percorsi sono faticosi e impegnativi, ma estremamente remunerativi per la visuale unica che si gode dalla vetta. Sul monte, ad alta quota, è aperta la cava Ronchieri e, in passato, erano aperte la cava Bagnoli e le famosissime cave Gruzze che in vario modo hanno contribuito a modificare la fisionomia del monte stesso. Il monte fu scalato il 29 novembre 1883 da Aristide Bruni insieme alle guide Efisio Vangelisti e Angelo Lorenzoni, anche se non sappiamo se fosse la prima volta. L’Alto di Sella invece fu salito per la prima volta il 17 maggio 1903 da Federico Federici e da Emilio Quèsta. La prima salita invernale è del 7 febbraio 1910 ad opera di Giovanni Battista Bozzino e C. Mancini con partenza dal Passo di Sella.

Deviazioni e possibilità di escursioni

Sono possibili solo le seguenti opzioni:

  • Andata e ritorno con il 160 preferibilmente partendo e tornando a Resceto con il sentiero 165, con le necessarie soste servono circa 9 ore
  • Traversata da Resceto con arrivo ad Arni o ad Arnetola, dove dovremo trovare un mezzo per tornare indietro. I due percorsi richiedono circa 4 ore.

Itinerari relativi al sentiero CAI 160 presenti sul sito:

RESCETO–CANALE DEI VERNACCHI–FOCOLA DEL VENTO–CAVA BAGNOLI–MONTE SELLA (mt.1739)

Commento

Il percorso descritto richiede buon allenamento per il dislivello notevole ed è sicuramente molto impegnativo, specialmente in discesa. Esso fa conoscere all’escursionista  una delle zone più selvagge delle Apuane massesi. La cresta terminale è tranquilla, ma si sconsiglia di salire la seconda vetta se non si ha dimestichezza con il vuoto. I panorami sono sempre splendidi e non solo in vetta, la vista dalla Focola è già un premio per la fatica fatta. Le fioriture sono sempre interessanti, dall’Aquilegia di Bertoloni alla rara Artemisia Nitida, presente in vetta. L’altro aspetto rilevante è quello dell’archeologia industriale con le cave abbandonate e le antiche vie di lizza.

Assolutamente sconsigliato con la pioggia e a maggior ragione con neve e ghiaccio.