(f.f.) la Biscutella apuana è una pianta esclusiva delle Alpi Apuane dove è abbastanza diffusa, generalmente su rocce calcaree, da quote basse fino a circa 1600 metri. I suoi fiori gialli allietano il cammino dell’escursionista spesso inconsapevole di ammirare una pianta molto rara. Inoltre la limitatezza dell’areale di diffusione ne fa una specie a rischio di estinzione che deve essere particolarmente rispettata.
LA FAMIGLIA E IL GENERE
La famiglia delle Crociferae o Cruciferae oggi chiamate Brassicaceae[1], è formata da piante erbacee, annuali o perenni, diffuse soprattutto nelle regioni temperate dell’emisfero boreale con un particolare centro di biodiversità nella zona mediterranea.
Il nome deriva dal fiore con quattro petali che ricorda una croce. Alla famiglia appartengono oltre 300 generi per complessive 4000 specie. Alcune famiglie hanno importanza per l’alimentazione umana come il cavolo, la rapa, il ravanello, la rucola e il crescione. Da altre specie si ricavano oli commestibili (colza, ravizzone) oppure spezie (senape) altre, infine, sono usate a scopo ornamentale come la violacciocca, la Iberis, l’Alyssum e la Lunaria annua (monete del papa).
Il genere Biscutella comprende almeno 46 specie di piante molte delle quali prosperano anche in Italia.
La sistematica del genere è complicata dall’esistenza di specie diploidi, tetraploidi ed esaploidi con grande varietà di forme.
Localmente esiste anche la Biscutella levigata e la Biscutella cichoriifolia anch’essa specie a rischio.
BISCUTELLA APUANA
Biscutella apuana Raffaelli[2]
In passato Biscutella laevigata L. var. ambigua DC. Oggi riconosciuta come specie autonoma.
Volgarmente: Biscutella apuana, Biscutella delle Apuane
Il nome generico biscutella deriva dal latino bĭs (= due volte) e scūtum (= scudo) quindi “doppio scudo” con riferimento alla forma del frutto, una siliquetta, che risulta composta da due logge a forma di disco. Questo nome fu attribuito da Linneo. Il nome specifico apuana deriva dalle Alpi Apuane dove la pianta è endemica.
Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[3] (che naturalmente non distingueva tra B. laevigata e B. apuana):
103. – Biscutella laevigata – L.
= Biscutella variabilis – Lois.
= Biscutella perennis – Spach.
= Clypeola didyma – Crantz.
= Biscutella didyma – Vitm.
= Biscutella saxatilis – Bert.
(luoghi in cui è stata osservata:) nelle Alpi Apuane alla Tambura (Ad. Targ., P. Sav.), all’Altissimo (Ad. Targ.) anche dal lato che confina col territorio di Massa, al Sagro (Bert.), al M. Carchio e nella sottostante loc. Madielle. Alle sorgenti del Frigido e nella valle di Renara, in quella di Antona, alla Brugiana verso le cave di Caglieglia e in quelle sopra il Forno in Valle del Frigido (Bert.): Comune in tutti gli agri marmiferi del territorio di Carrara così: a Colonnata (Ross.), ai Fantiscritti, in reg. Gioia e sopra Bedizzano. Tra Àiola e Vinca in Lunigiana, sopra Vinca al Pizzo d’Uccello, alla Maestà di Vinca, al Solco d’Equi.
Fiorisce da maggio a luglio. Pianta erbacea perenne.
Sulle Alpi Apuane è presente anche la Biscutella laevigata L. subsp. laevigata, detta biscutella montanina, che fiorisce da giugno a luglio. Oltre che su alcune vette apuane si trova anche nel vicino Appennino tosco-emiliano. Essa vegeta nei prati, nei pascoli e nei pendii rocciosi oltre i 1300 metri. Le due specie si distinguono per alcuni caratteri in particolare la B. laevigata ha foglie intere o denticolate quasi esclusivamente basali, le cauline generalmente mancano o sono lineari inoltre ha silique glabre e vegeta a quote più elevate fino a 1800 metri.
Inoltre c’è da aggiungere la Biscutella cichoriifolia (vedi nota 6) che è stata osservata sulle Alpi Apuane solo presso le cave del Cantonaccio alle basi del Pizzo d’Uccello, ma essa è ampiamente diffusa in altre zone del centro e del nord Italia.
LA PIANTA
Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Dilleniidae; Ordine: Capparales; Famiglia: Brassicaeae; Genere: Biscutella; Specie: apuana
Forma biologica: Emicriptofita rosulate[4] (simbolo:H ros). Le Emicriptofita (simbolo H) sono piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve. Le Rosulate (simbolo: ros) hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale.
Descrizione: è una piccola pianta erbacea perenne alta 20-40 cm con il fusto poco legnoso alla base, peloso e ispido nella parte inferiore e ramificato in quella superiore. Ha foglie dall’aspetto grassetto coperte da peli radi e rigidi, quelle basali in rosetta ovato-lanceolate e dentate che si restringono nel picciolo lunghe da 5 a 15 cm e larghe 2, quelle cauline in numero di 2-4 sono più piccole, lanceolate e sessili con due orecchiette alla base. I fiori che misurano circa 5 mm si trovano alla sommità del fusto raccolti in infiorescenze e sono portati da peduncoli più lunghi del fiore, la corolla è formata da quattro petali gialli più o meno chiari. Il frutto è una siliquetta[5] formata da due logge discoidali (da cui il nome del genere) appiattite e saldate lungo un fianco.
Antesi: Maggio-Luglio
Tipo corologico: endemismo esclusivo delle Alpi Apuane
Habitat: è specie eliofila che vegeta in rade boscaglie, negli erbosi aridi e rocciosi e tra le pietre, in ambiente luminoso e su substrato calcareo dai 200 ai 1600 metri.
Conservazione: la specie è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali protette. In un articolo del 2004[6] è stato proposto di classificarla come VU cioè vulnerable (= vulnerabile) quindi esposta ad alto rischio di estinzione in natura. Il fatto di essere una emicriptofita la protegge dal rischio derivante dagli incendi e dal pascolo, ma il numero stimato di individui e la frammentazione dell’areale di distribuzione giustificano la classificazione proposta. Naturalmente, non deve essere danneggiata.
Altre foto relative a questa specie, presenti su questo sito possono essere consultate qui
Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.
note
1 Dal latino Brassĭca che significa cavolo.
2 Mauro Raffaelli, nato ad Arezzo nel 1944, è professore universitario di Botanica all’Università di Firenze e fa parte del comitato tecnico-scientifico dell’Orto Botanico di Pian della Fioba a Massa. Tra i sui studi alcuni riguardano proprio il genere Biscutella e si deve a lui, nel 1993, la creazione della specie Biscutella apuana come specie distinta dalla laevigata.
3 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 34-35.
4 Questa pianta però presenta anche caratteristiche delle emicriptofite scapose.
5 Siliqua è il frutto tipico delle crucifere, è un frutto secco ed ha forma stretta e allungata, a maturità si apre in due valve lasciando scoperto il setto mediano con i semi. La siliquetta si distingue dalla siliqua per il fatto che lunghezza e larghezza sono simili.
6 Riccardo Vaira, Maria Ansaldi, Gianni Bedini, Fabio Garbari, Demografia, distribuzione e aspetti conservazionistici di specie minacciate della flora apuana, Atti Soc. tosc. Sci. Nat. (Pisa), Mem., Serie B, 11 (2004), pagg. 65-93. Articolo disponibile sul web. Posso aggiungere che confermo la stazione del monte Corchia dove ho personalmente fotografato la Biscutella apuana. Questo articolo riguarda le seguenti specie: Anagallis tenella, Biscutella apuana, Biscutella cichoriifolia, Centaurea arachnoidea, Centaurea montis-Borlae, Daphne alpina subsp. Alpina, Horminum pyrenaicum.