(f.f.) il monte Spallone è una cima secondaria del gruppo del monte Sagro, ma è molto interessante sia per gli ampi panorami, sia per la splendida cresta
che porta al Sagro. Permette di effettuare percorsi interessanti e di godere, inoltre, di bellissime e rare fioriture. La cresta non è difficile, ma va affrontata con il rispetto che
è sempre necessario con gli ambienti apuani.
MONTE SPALLONE
È questa una cima secondaria che si diparte dal monte Sagro esattamente verso sud e si trova nei comuni di Carrara, Massa e Fivizzano e, in particolare, la vetta, su cui si trova un ometto di pietre, è proprio punto di incontro dei tre confini.
Raggiunge la quota di 1639 metri (nelle carte IGM 1650), ma la breve cresta che inizia dalla Foce della Faggiola e termina nel corpo principale del Sagro si alza in vette minori permettendo una divertente “cavalcata” molto panoramica.
Lo spartiacque tra i bacini del fiume Carrione (Carrara) e del fiume Frigido (Massa) segue la cresta che scende dal monte Sagro e si dirige a sud per poi deviare a sud-est dalla vetta dello Spallone fino a Foce Luccica da cui devia ancora verso sud-ovest con un contrafforte secondario che è la Cima d’Uomo (960 metri) che finisce nel paese di Colonnata nel comune di Carrara.
Invece verso sud-ovest, sempre dalla vetta dello Spallone, la cresta si abbassa verso Foce della Faggiola e la quota 1456 da cui scende per risalire con la mole del Monte Maggiore (1396 metri) che poi scende con i suoi contrafforti a dividere i canali marmiferi di Carrara.
La salita al monte è semplice e panoramica partendo dalla Foce della Faggiola. È possibile salire anche dal sentiero blu per la vetta del Sagro con itinerario libero che porta alla cresta. Più difficoltose le salite da Foce Luccica e dalle Bore del Sagro, con possibilità anche di impegnative arrampicate.
Interessanti sono le fioriture tra cui il raro endemismo apuano Saxifraga oppositifolia (già latina) e certe relazioni sostengono la presenza residuale anche dell’endemismo apuano, localizzato solo in queste zone, che è la Centaurea montis-borlae.
I VERSANTI DEL MONTE
Cresta Nord
Dalla vetta principale si dirige al monte Sagro, infatti è considerata anche cresta sud del Sagro, in questo caso con inizio da Foce della Faggiola. Le cime dei due monti distano in linea d’aria solo 500 metri e la cresta che li unisce è movimentata con saliscendi che la rendono interessante senza che sia troppo difficoltosa.
Dalla vetta si scende fino alla sella 1612 IGM (in realtà 1603 metri) da cui si sale nuovamente, ma non ripidamente. Questo tratto necessita di attenzione essendo a tratti un po’ stretto ed esposto.
In breve si perviene a una selletta alla base di due cime ravvicinate: quota 1662 IGM (in realtà 1639 metri) da cui, con tracce di sentiero, si sale alle due cime segnate da ometti.
Poi si scende ad una selletta da cui inizia la salita finale al Sagro. La cresta è molto panoramica, non è segnata, ma è molto evidente ed è abbastanza frequentata nonostante una certa esposizione.
Essa può essere raggiunta facilmente da ovest, per prati, partendo dal sentiero blu per l’ascesa normale al Sagro, mentre la salita da est, per le Bore del Sagro, presenta difficoltà adatte agli arrampicatori.
L’intera cresta dalla Faggiola al Sagro
Da Foce della Faggiola 1464 IGM (1453 m) si sale il mammellone quadrato fino alla prima vetta 1568 metri da cui il panorama si apre sulla cresta e sulla valle del Frigido. Si scende in pochi minuti ad una selletta per risalire alla seconda vetta 1594 metri. Si scende ancora per pochi minuti per poi risalire alla vetta principale 1662 IGM (1639 m) poi si scende alla sella 1612 IGM (1603 m). Dopo si sale leggermente fino ad una sella alla base della cima bifida 1662 IGM (1639) da cui si arriva alla vetta più prossima al Sagro, l’altra dista pochi metri verso sud. Si scende ancora pochi metri ad una piccola sella per risalire a un pianoro e da qua per tracce di sentiero si raggiunge la vetta del Sagro.
Versante Ovest
È erboso ed è continuazione di quello del Sagro. Dal sentiero blu della via normale si sale facilmente alla sella 1612 o anche alla vetta oppure alla cima bifida. Da aggiungere che in inverno, con buona neve ghiacciata, qua passa la direttissima per salire al Sagro con belle ramponate. Raggiunta la base della cima bifida poi si prosegue per la vetta del Sagro.
Cresta Sud
Fu conquistata per la prima volta nel 1908 da Emilio Questa[1], Belviglieri e Ferro della sezione ligure del Cai. L’itinerario inizia da Foce Luccica (1029 metri) in parte per tracce scalpellate nella roccia. Poi si superano alcune cime minori e la quota 1482 IGM (1469 metri) da cui la cresta diventa erbosa. L’itinerario richiede attenzione.
Versante Est
È quello più difficile. Sono possibili diverse salite lunghe e faticose partendo dal sentiero 38 in particolare dalla zona della casa al Riccio (1084 metri) presso le Bore del Sagro. Inoltre sono possibili in zona anche impegnativi itinerari di arrampicata.
COME SI SALE
L’itinerario più agevole è quello che da Foce di Pianza arriva a Foce della Faggiola e percorre l’intera cresta come descritto sopra.
Il percorso della cresta è molto bello e panoramico, ma alcuni tratti della cresta del monte Spallone sono un po’ esposti e vanno fatti solo da persone che non soffrano di vertigini e abbiano un po’ di dimestichezza con il terreno apuano.
Splendidi sono i panorami, in particolare nelle giornate con poca foschia, sulla valle del Carrione e su quella del Frigido, sui bacini marmiferi, sulla costa e le isole e sulle Apuane settentrionali e centrali. Il percorso è naturalmente sconsigliato con pioggia e ghiaccio.
Una volta saliti alla vetta dello Spallone si può continuare fino a quella del Sagro e scendere per il versante ovest del monte Sagro seguendo il sentiero segnato di blu fino a un bivio. A sinistra il sentiero prosegue fino alla Foce della Faggiola mentre a destra segue la cresta ovest fino a immettersi nel sentiero 173. Scegliendo questa seconda opzione si torna a Pianza descrivendo un interessante anello che richiede circa 4 ore e mezzo.
LA VETTA
La vetta principale è marcata da un ometto in pietra, è abbastanza ampia ed erbosa ed è panoramica come l’intera cresta.
INTORNO AL MONTE
Foce della Faggiola
Valico erboso a quota 1464 metri ai piedi dello Spallone tra il canale del Sagro e quello di Colonnata. È attraversato dal sentiero 172 che unisce Foce di Pianza con Foce Luccica. Inoltre qua parte il sentiero segnato blu per l’ascesa normale al Monte Sagro e tracce di sentiero portano al Monte Spallone e da esso al Sagro per il crinale. Il nome Faggiola è attribuito alla zona lungo il sentiero 172 tra quota 1341 e la Foce omonima dove prospera un boschetto di faggi a contrasto con il circostante ambiente marmoreo brullo.
Foce Luccica
È situata a quota 1029 metri, è un intaglio sul crinale che separa la valle di Forno da quella di Colonnata, all’inizio della cresta Sud del Monte Spallone. È presente un’icona marmorea dedicata alla Madonna. Passa per questa foce il sentiero 38 diretto alla Foce di Vinca, e vi si arriva facilmente da Forno, dalle Casette, da Colonnata e dalla Foce della Faggiola. Poco sotto c’è proprio il bivio per quest’ultima località. Il luogo è ameno e molto panoramico sulle Apuane dal Sagro fino al monte Sella con in primo piano il monte Rasóri. In primavera è possibile ammirare una bellissima fioritura di crochi.
Foce di Pianza
È un largo valico tra il bacino marmifero di Ravaccione e quello del Sagro. Deriva dal termine planciu (=tabula plana) ad indicare luogo pianeggiante. Si trova a 1279 metri ed è il luogo di partenza per le ascese al Monte Sagro e permette il parcheggio ad un numero elevato di vetture. La strada di cava a sinistra scende a case Walton ed alle cave del Sagro e al Balzone. Verso destra la strada porta alla zona del Monte Maggiore attraverso una galleria. La foce è importante nodo di sentieri: il 39 Torano-Vinca-Equi Terme, il 172 Foce di Pianza-Foce Luccica, il 173 Campocecina-Capanna Garnerone e il 174 Foce di Pianza-Casa Cardeto.
Bore del Sagro
Anche Borre. Il toponimo bora/borra deriva dal greco bóthros che significa fossa, voragine e come tale è piuttosto diffuso nella zona apuana. È un orrido canale tra la cima
del Sagro e quella dello Spallone lungo il quale sono possibili alcune salite impegnative e alcune vie di arrampicata della zona Sud-Est.
SENTIERI
Foce Luccica (1029) innesto con 38 - I Vallini - Foce della Faggiola (1464m) sentiero blu per il Sagro – innesto 173 - Foce Pianza (1279m). Costeggia il monte Spallone tra ruderi,
cave abbandonate e cave di recente riaperte per dirigersi alla Foce della Faggiola. Qua prosegue per il boschetto della Faggiola e poi segue il crinale che porta alla base della quota
1456 presso cui è possibile deviare per il Monte Maggiore. Adesso il sentiero curva decisamente verso nord-ovest, arriva a un pianoro panoramico sulle cave e la costa e poi si
mantiene a mezzacosta rispetto al crinale, scende e aggira la quota 1341 e da destra si innesta il 173. Poi arriva alla foce di Pianza per un’ampia e panoramica cresta marmorea.
Rifugio Carrara (Campocecina) (1320m) - Retroborla - Foce Pianza (1279m) innesto 39 e 172 e 174 - innesto sentiero blu per il Sagro - Foce Faneletto (1425m) - Il Catino – Foce del Pollaro (1364m) - Foce Vinca (1333m) innesto 38 - Foce Navola (1295m) innesto 37 – Foce Rasóri (1320m) innesto 168 e 186 – Capanna Garnerone (1250m). Molto impegnativo con neve e ghiaccio. Con la revisione del 2008 continua con il vecchio 173 A. il sentiero percorre i prati di Campocecina e poi entra nel bosco da cui esce aggirando il monte Borla fino alla foce di Pianza. Prosegue per ampia e panoramica cresta marmorea poi devia a sinistra per aggirare quota 1341. Continua a lato della cava del Sagro per poi salire alla foce del Faneletto da cui prosegue nel bosco per il Catino e la Foce del Pollaro. Poi scende fino alla foce di Vinca. Mantenendosi in quota arriva alle due successive foci e poi scende nel bosco alla Capanna Garnerone dalla quale, seguendo il vecchio 173 A, arriva alle Prade e poi alla strada dei Tedeschi dalla quale, per un boschetto, termina sulla strada asfaltata in disuso che proviene da Vinca.
ITINERARI RELATIVI AL MONTE SPALLONE:
note
1 Emilio Quèsta (1878 -1906) alpinista genovese grande estimatore delle alpi Apuane a lui si deve la prima scalata della Punta omonima insieme a Bartolomeo Figari, ma scalò in prima assoluta diverse cime tra cui il monte Contrario. Morì in montagna l’8 settembre 1906 all’Aiguille Centrale d’Arves. Insieme a Lorenzo Bozano e Gaetano Rovereto fu autore della prima Guida delle Alpi Apuane pubblicata nel 1905 dalla sezione ligure del Cai.