ARENARIA DI BERTOLONI
(Arenaria Bertolonii)
LO SPAZIO DI FABIO - rubrica curata da Fabio Frigeri
07 dicembre 2009

(f.f.) l’arenaria è un’altra bella pianta facile a trovarsi sulle rupi e sui ghiaioni apuani dove forma bei cespi fioriti di bianco.

ARENARIA BERTOLONII

Arenaria bertolonii Fiori[1]

Il nome generico deriva dal latino tardo (h)arenarius derivato da (h)arena: sabbia. Infatti le piante del genere amano i terreni sabbiosi. Il nome specifico ricorda il famoso botanico sarzanese Antonio Bertoloni[2] al quale sono dedicate anche altre importanti piante apuane.

Alla famiglia delle Caryophyllacee appartengono, tra l’altro, i generi: Cerastium, Dianthus, Saponaria, Silene. Tra esse ci sono importanti fiori presenti sulle Apuane: Cerastium apuanum[3] (endemismo apuano e dell’appennino lucchese), Dianthus seguieri, Dianthus monspessulanus, Saponaria ocymoides, Silene graminacea, Silene lanuginosa(endemismo apuano), dei quali parleremo su queste pagine.

Così riporta il botanico apuano Pietro Pellegrini[4]:Arenaria bertolonii

215. – Arenaria saxifraga – Fenzi

= Stellaria saxifraga – Bert

=Arenaria Bertoloni – Fiori e Paol.

(luoghi in cui è stata osservata:) Nelle Alpi Apuane al Sagro (Bert.), alla Tambura (P. Salv.), alla Maestà di Vinca (Somm.), sopra Vinca al Pizzo d’Uccello, in Lunigiana in luoghi sassosi e rupestri tra Fivizzano e Sassalbo (Part.), al M. Orsaro (Ross.), nei colli di Argenia e a Pugnano sopra Casola, al Passo Cirone sopra Pracchiola in territorio di Pontremoli e a Camporaghena presso Comano.

Fiorisce in luglio e agosto. Pianta perenne erbacea.

LA PIANTA

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta (Angiospermae); Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Caryophyllidae; Ordine: Caryophyllales; Famiglia: Caryophyllaceae; Genere: Arenaria; Specie: Bertolonii.

Forma biologica: Camefita suffruticosa (simbolo: CH suffr). Camefita (simbolo Ch): piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm. Suffruticosa (simbolo: suffr): le parti erbacee seccano ogni anno e rimane in vita la parte legnosa.

Descrizione: piccola pianta erbacea da 2 a 15 cm con fusti striscianti con i rami ascendenti con cima ramosa. Essi portano da 2 a 5 fiori. Essi hanno diametro di 2-3 cm e cinque petali bilobati. Le foglie sono ovali o ellittiche, pelose, opposte e grassette al tatto e quasi sessili.

Antesi:.giugno-agosto.

Tipo corologico: è un endemismo della regione italiana, si trova solamente sulla Alpi Apuane, sull’Appennino, in Sardegna ed in Corsica. Le Apuane e l’Appennino ligure costituiscono il limite settentrionale dell’areale di distribuzione.

Habitat: la pianta abita rupi e ghiaioni dai 750 metri a 2300. Infatti viene indicata come specie glareicola[5]. Sulle Apuane si trova di preferenza su rupi calcaree esposte a nord, dai 1000 metri fino alle vette. Può trovarsi anche su scisti filladici ed in Appennino anche su macigno. Spesso sporge da fenditure delle rocce formando caratteristici cespi e, a volte, tappezza pareti di piccoli canali. Ama luoghi riparati, ma luminosi.

Conservazione: la specie non è considerata a rischio, anche se, naturalmente, non deve essere danneggiata ed il fiore non deve essere colto.

Altre foto possono essere consultate qui

 

Attenzione: le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimentari eventualmente indicati sono a puro scopo informativo. Decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro uso a scopo alimentare, curativo e/o estetico.



note

1 Adriano Fiori (Casinalgo di Formigine MO 1865- Casinalgo di Formigine 1950) laureato in medicina e poi in scienze naturali, ma fu esclusivamente botanico. Studiò la flora italiana e fu attivo alle università di Padova e Firenze. Insieme a Giulio Paoletti scrisse la Flora Analitica d’Italia (1896-1904) seguita dalla Nuova Flora Analitica d’Italia (1923-1929) completata con una iconografia (1933).

2 Antonio Bertoloni (Sarzana 1775 – Bologna 1869), si laureò in medicina e si dedicò poi alla botanica ed è considerato il più insegne botanico italiano del 1800. Scrisse una monumentale opera in 10 volumi sulla flora italiana: “Flora italica: sistens plantas in Italia et insulis circumstantibus sponte nascentes”, Masi, Bologna, 1833-1854. E in particolare scrisse opere dedicate alla flora apuana come Flora alpium Apuanarum compresa nel testo: Amoenitates italicae sistentes opuscola ad rem herbarium et zoologiam Italiae spectantia, De Nobili, Bologna, 1819 e Mantissa plantarum florae alpium Apuanarum, Da Olmo e Tiocchi, Bologna, 1833.

3 Il fiore del cerastio somiglia molto a quello dell’arenaria di Bertoloni.

4 Pietro Pellegrini “Flora della Provincia di Apuania ossia Rassegna delle piante fanerogame indigene, inselvatichite, avventizie esotiche e di quelle largamente coltivate nel territorio di Apuania e delle crittogame vascolari e cellulari, con la indicazione dei luoghi di raccolta”, Stab. Tip. Ditta E. Medici, Massa, 1942. Il testo è stato ristampato in copia anastatica nel maggio 2009 dalla Società Editrice Apuana di Carrara per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Pag. 56.

5 Glareicolo: che ama i ghiaioni, dal latino glarea: ghiaia.