(f.f.) questo lungo sentiero unisce le alture di Massa e Montignoso con Arni, da cui, con altro sentiero si può andare in Garfagnana. È sempre panoramico, ricco di belle fioriture e permette interessanti escursioni. La Cresta dei Pitoni presenta qualche tratto impegnativo.
SENTIERO 33
Il sentiero è di competenza del Cai sezione sezione di Massa dalla Foce del Campaccio fino al Passo degli Uncini e di quella di Pietrasanta dal Passo degli Uncini ad Arni.
Tragitto
Foce del Campaccio (827 m) [innesto sentiero 140] – Passo Focoraccia (1059 m) [innesto Sentiero della Libertà] - Passo del Pitone (1151 m) - Passo della Greppia (1201 m) [innesto sentiero 188; innesto Sentiero della Libertà] - [innesto sentiero NN per cave] - Passo degli Uncini (1366 m) [innesto sentiero 143] - [innesto marmifera Fondone] - [innesto sentiero 41] - Casa Henraux alle Gobbie (1037 m) - Madonna del Cavatore (1055 m) [innesto sentiero 31] - Rifugio Puliti (1013 m) [innesto sentiero 155] – Arni S. Agostino (916 m) [innesto sentiero 144]
Nel suo lungo percorso alcuni tratti sono comuni con altri sentieri. Il tratto di Canale Giuncona con il sentiero 41. Il tratto dalla Madona del Cavatore fino al Rifugio con il sentiero 31 e il tratto finale dal Rifugio ad Arni con il 155.
Informazioni sulla zona di partenza
Dalla Foce del Campaccio
Dalla strada statale Aurelia al semaforo per Montignoso si devia verso monti. Si segue la strada che tocca le varie frazioni di questo comune: Capanne, Prato, Piazza e a 2,5 km evitare l’indicazione per Vietina e svoltare a sinistra. Si attraversano altre frazioni come S. Eustachio (5,1 km), Cerreto e si prosegue. A 10,2 km si prende a destra verso il Pasquilio (indicazioni) dove si arriva a circa 13 km. La parte finale della strada è molto stretta e in cattivo stato per cui deve essere percorsa con attenzione. In alternativa da Massa si prosegue per Altagnana e prima del paese, a destra, c’è una ben evidente indicazione per il Pasquilio (11,2 km) che recupera la parte finale dell’itinerario precedente.
Da Arni
Da Massa, passando per Altagnana e Antona (8,4 km) si imbocca la galleria del Vestito (18,1 km) che porta in provincia di Lucca. Si continua e si supera una seconda galleria (del Castellaccio) dopo la quale alla prima curva a U si devia a sinistra e dopo 100 m si trova il parcheggio (21 km). Da Seravezza si segue la strada provinciale di Arni (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano e poi a quella per Levigliani (12 km), si supera il bivio per Terrinca. Poi si continua fino alla Galleria del Cipollaio (20 km) e presso la località Tre Fiumi (20 km) si prosegue a sinistra per Arni superando Campagrina e la chiesa e al curvone a U si devia a destra per il parcheggio (22,7 km). Provenendo da Castelnuovo Garfagnana servono 16,7 km per arrivare a Tre Fiumi e 19,6 per arrivare al parcheggio di Arni.
Il parcheggio è molto panoramico sul monte Macina che domina Arni come una piramide maestosa. L'inizio dei sentieri 33 e 155 è dalla parte opposta della strada. Inoltre dal piazzale inizia anche il sentiero 144 per il Passo di Fiocca e quello di Sella e, poco sopra, c'è una fonte. Si sale tra le case della località Sant'Agostino seguendo i segni Cai ben evidenti per scalinate di cemento poi, superata una casa rosa, si sale a destra e si arriva presso la “Casa del Nonno di Massa” dopo la quale ci si trova su un vero sentiero che sale ripido per zone terrazzate e panoramico su Fiocca, Macina e Sella e si arriva a 15' al Rifugio Puliti.
Descrizione del percorso
Difficoltà: EE (difficile), il sentiero è per la maggior parte del percorso E, qualche problema nel percorrere la Cresta dei Pitoni giustificano la classificazione EE. Naturalmente neve e ghiaccio aumentano le difficoltà. Qualche cavo d'acciaio nella Cresta dei Pitoni permetterebbe una maggiore fruizione del percorso.
Stato del sentiero: un certo degrado nella parte iniziale del percorso. Adeguata la segnaletica, anche se nella prima parte, fuori dal bosco, con folta vegetazione si perdono le tracce, anche se poi il percorso è piuttosto scontato.
Tempi:
andata: 05h 40'
ritorno: 05h
i tempi si riducono per giovani allenati che non si fermano a fotografare
Il percorso
Sintesi:il primo tratto è in un bosco umido, poi si sviluppa per praterie alla base del Carchio. Un breve tratto di corda metallica porta al Passo Focoraccia, poi segue la Cresta dei Pitoni, fino al passo della Greppia, con qualche tratto che deve essere percorso con attenzione. Poi sale ripido fino al Passo degli Uncini da cui scende tranquillamente fino alle Gobbie. Qua il sentiero entra nel bosco dove sale lievemente costeggiando le ultime propaggini del monte Macina, esce su roccia e paleo e aggira la quota 1235 e passa vicino alla Madonna del Cavatore. Costeggia alcune case e arriva al rifugio Puliti da cui scende alle case di Arni.
L'inizio del sentiero è uno slargo-parcheggio dominato da un monumento in marmo alla guerra di liberazione, eretto nel 1971. Qua si trova il cartello indicatore Pasquilio che indica
l'intero alpeggio nel comune di Montignoso. In realtà questa è la Foce di Campaccio, detta anche Foce del Termo o Collescritto. Essa si trova tra il modesto monte Belvedere e il monte Carchio, ormai dilaniato dalle cave, peraltro abbandonate. Spostandoci pochi metri abbiamo una bella vista sulle Alpi Apuane e sulle vicine cave della Madielle.
Oltre al sentiero 33 qua inizia anche il sentiero 140 per Riomagno di Seravezza che permette, con breve deviazione, di salire al vicino monte Folgorito (esso inizia sopra il piazzale come sterrato nel bosco) e al suo inizio si trova il cippo di marmo (termine) da cui Foce del
Termo. Il nostro sentiero inizia a nord del piazzale (presente indicazione), il primo tratto si sviluppa per un bosco umido, a mezzacosta in leggera discesa. Ricordiamo che il
primo tratto del sentiero è conosciuto, localmente, come Sentiero dell'Omomorto, per la presenza di acqua stagnante che scende dal Carchio. A 10' superiamo un canalino molto umido,
che scende dal Carchio in direzione della zona del Campaccio, continuiamo per saliscendi in un rimboschimento ad abeti. Poi scendiamo ancora con qualche tratto spesso scivoloso, da
percorrere con attenzione. Arriviamo a incrociare un altro canale umido che scende sempre dal Carchio presso il quale si trova una captazione di acqua. Da qua si risale e a 30'
usciamo dal bosco. Il sentiero, in salita, è evidente quando la vegetazione non è molto folta, prosperano, purtroppo, i fastidiosi ginestroni oltre alle eriche. A 40' troviamo sulla
destra una traccia non numerata che porta alla agevole marmifera del monte Carchio. Dalla marmifera è possibile sia tornare al punto di partenza sia percorrere la bella cresta
panoramica del monte Focoraccia dalla quale è possibile recuperare il sentiero che stiamo percorrendo. Il percorso adesso si sviluppa parallelo alla cresta Carchio-Focoraccia in
lieve salita ed è panoramico su vecchie cave e vie di lizza (zona Madielle). A 50' costeggiamo alcuni ruderi e poi saliamo a mezzacosta per praterie che nella giusta stagione sono
ricche di fioriture di Aquilegia bertolonii. Continuiamo per sentiero ben evidente e ben segnato e i
panorami sono molto interessanti su Apuane settentrionali dal monte Sagro fino al Sella di fronte e sulla zona del Carchio sulla destra. A 01h 20' arriviamo presso altri ruderi dai quali si può scendere in pochi minuti
alla cava Granaiola ormai abbandonata che si trova verso sinistra. Qua arriva anche una traccia dalla vicina vetta del monte Focoraccia, con andamento casuale per sfasciumi di
roccia. Dai ruderi saliamo al crinale che scende verso nord dal monte Focoraccia tra facili spuntoni di roccia fino ad arrivare a 01h 32' presso un intaglio roccioso con un
improbabile indicazione "Passo Focoraccia Quota 1059 metri". [È doveroso chiarire alcune cose relativamente ai nomi dei luoghi che andiamo a raggiungere: questo intaglio da cui
scende il sentiero 33 è chiamato da alcuni passo Focoraccia mentre quello posto a 1058 metri dove si trova la lapide e la croce è conosciuto come passo del Pitone (o Pittone). In
realtà quello che comunemente è il passo del Pittone è in realtà il Passo Focoraccia, anche seguendo la cartina IGM e la guida delle Alpi
Apuane del Cai e il vero passo del Pittone si trova più avanti sul sentiero 33. Alcuni sostengono che il termine Pittone (spuntone di roccia) sia da riferirsi all’intera zona che
gravita tra il passo Focoraccia e il Passo della Greppia. Noi abbracciamo questa tesi. Inoltre preferiamo Passo Focoraccia rispetto a Passo della Focoraccia, anche perché, caso mai,
sarebbe più preciso del Focoraccia] Adesso scendiamo a destra per un canalino ripido piuttosto esposto, ma attrezzato con una corda metallica cui segue un secondo tratto
attrezzato fino a poi salire al passo Focoraccia dove arriviamo a 01h 45’. Esso è un evidente passo tra la Cresta dei Pitoni che andremo a percorrere e il monte Focoraccia. Il luogo
era usato come passaggio del fronte nella seconda guerra mondiale ed è presente una croce di marmo e un lapide che ricorda due eroi della guerra partigiana. La zona è molto ricca di
Aquilegia bertolonii nella giusta stagione. Sulla destra segni rossi in ripida discesa segnano un sentiero della Libertà che si innesta sul 32, invece sulla sinistra altri segni
rossi indicano lo stesso sentiero che a sua volta scende in direzione Campiglia e poi Colle della Tecchia. [Ricordiamo che questo sentiero della Libertà non è sufficientemente
segnato e quindi è adatto ad escursionisti esperti in grado di orientarsi.]Il passo è molto panoramico sul monte di Antona e zone circostanti, sulla costa e sul Sagro e Apuane
settentrionali e su Altissimo, Picco di Falcovaia e Apuane meridionali. Il tratto di sentiero che affronta la Cresta dei Pitoni per arrivare al Passo della Greppia è, a tratti, difficile con un
minimo di esposizione e passa e ripassa il crinale costeggiando alcune quote prive di nome (alcune evidenti Pitoni) per arrivare infine al Passo della Greppia. Inizialmente il
sentiero lascia a destra il modesto cucuzzolo alla cui base c'è la croce marmorea poi, a 01h 50', il sentiero si dirige a destra nel versante di Azzano e scende per un canalino
roccioso da fare con attenzione, ma non molto complicato, all'inizio di esso c'è anche un breve tratto di corda metallica di limitata utilità. [Attrezzando questo tratto si
renderebbe più facilmente fruibile la Cresta dei Pitoni.] A 01h 56' finiamo il canalino e il sentiero adesso costeggia rocce calcaree alla base di una quota senza nome che si
trova sulla nostra sinistra. Il sentiero si fa più tranquillo e sale, di fronte abbiamo il monte
Altissimo, con il Picco di Falcovaia e le marmifere. Più avanti il sentiero si sviluppa tra eriche e paleo, prima in lieve discesa e poi in salita. A 02h 27' siamo a un punto
panoramico che presumo sia il Passo del Pitone indicato dalla cartina IGM, si vede bene anche la costa e dietro di noi un notevole cucuzzolo (Pitone) che dovrebbe giustificare il
nome del Passo. Adesso siamo nuovamente nel versante a mare e di fronte c'è la catena degli Uncini. A 02h 40' iniziamo a vedere il torrione alto 1231 metri che domina il Passo della
Greppia. Scendiamo qualche metro e poi risaliamo tra roccette e paleo. A 02h 58' siamo nel versante interno, ci troviamo di fronte il torrione della Greppia che costeggiamo e a 03h
04' siamo ai tavolini del Passo della Greppia. Il passo si trova tra un gruppo di denti scuri che sembrano fiamme di pietra e il Pitone alto 1231, oltre al tavolo c'è anche un
albero solitario. La zona è molto panoramica sulla costa, sul crinale Folgorito-Carchio-Focoraccia e sul Colle della Tecchia. A sinistra scende il sentiero 188 diretto al Colle
della Tecchia mentre a destra in alto sale un altro Sentiero della Libertà, questo è ben segnato e si innesta nel 32, come quello che scende dal Passo Focoraccia, ma a quota superiore. Questo sentiero è stato segnato dal Cai di Pisa e inaugurato quest'anno. Adesso il sentiero sale per un ripido canale erboso contornato ai
due lati da guglie calcaree. Esso, sempre sicuro, si sviluppa a tornantini molto ripidi su sfasciumi. A 03h 28' troviamo sulla destra l'indicazione "Cava Tacca Bianca per esperti"
qua, infatti, inizia un sentiero che si raccorda con la marmifera dell'Altissimo nella parte più alta proprio dove passa il sentiero 32 per la Foce dell'Onda e, con deviazione, per
la Cava della Tela e quella dei Colonnoni (dalla quale tornando sulla marmifera, è possibile salire alla Cava Macchietta e, appunto, alla Tacca Bianca). Saliamo ancora e in una
decina di minuti, a 03h 38', siamo a una forcelletta panoramica sul monte Altissimo, ancora 5' di salita e siamo al punto più alto del sentiero (1395 metri) tra la quota 1401 a
sinistra (raggiungibile in pochi metri) e quella 1390 a destra. [Consigliamo di spostarsi per pochi metri alla quota 1401 dove si trova un appostamento-trincea della
guerra (un altro si trova più in basso), la zona è molto panoramica sulla costa e su Folgorito, Carchio, Focoraccia oltre che sulle Apuane Settentrionali.]
Scendiamo tra pinnacoli marmorei e a 03h 49' siamo al Passo degli Uncini. Poco prima di esso troviamo il sentiero 143 diretto alla Foce del Frate dove si innesta con il 41 diretto
alla Tecchia e poi a Antona e Canevara (nel tratto verso l'Angiola è ancora indicato con il vecchio numero 41). Questa piccola sella si trova al termine della Cresta degli Uncini e
sulla destra il sentiero 143 sale verso la vetta del monte Altissimo. Il panorama è splendido sulle Apuane dal Sagro al Sumbra e sulla parete meridionale del monte Altissimo. A destra dello stesso ci sono le cave di Falcovaia e in basso le vecchie Cave dei Colonnoni con la marmifera,
dietro ci sono le Apuane meridionali. Il sentiero 33 scende di fronte a noi verso le Gobbie percorrendo una zona ricca di fenomeni carsici con presenza di numerose grotte di
interesse speleologico. Nel primo tratto abbiamo di fronte il monte Pelato e a fianco giovani faggi, a 03h 55'
arriviamo a uno spiazzo panoramico sulla Apuane. Segue una breve discesa a tornantini e poi entriamo decisamente nella faggeta dove il sentiero scende ameno. Il tratto dal Passo
degli Uncini ai tornantini è ricco, nella giusta stagione, di belle fioriture di Genziane clusii e,
dove è più umido, di Pinguicole. A 04h 16' arriviamo all'ingresso di una delle grotte di cui è ricca la zona e
a 04h 23' siamo sulla marmifera che proviene dalle cave delle Fondone poste ai piedi dell'Altissimo nel versante settentrionale. Proseguiamo per pochi minuti e a 04h 30' si innesta,
da destra, il sentiero 41 per la Foce del Frate (il tratto che andiamo a percorrere fino al Piazzale delle Gobbie è comune ai sentieri 33 e 41). Si segue adesso una mulattiera
costruita dai tedeschi durante l'ultima guerra per permettere di raggiungere facilmente il crinale e le strutture difensive della Linea Gotica. Questo tratto del sentiero percorre
il Canale di Grotta Giuncona (sulle cartine Giancona) che divide la zona del monte Pelato da quella del Monte Altissimo. Il primo tratto è aperto e
panoramico, in particolare su Sella e Macina (qua è possibile vedere qualche bella fioritura di Peonia nella giusta stagione), dopo 5' entriamo nuovamente nel bosco e, scendendo, nella mulattiera principale si innestano
vecchie vie di lizza delle cave del Pelato. A 04h 45' siamo al piazzale delle Gobbie che si trova di fronte all'omonimo albergo ristorante (ex Casa Henraux) separato da esso dalla
strada che da Massa porta in Garfagnana passando per la vicina Galleria del Vestito. Attraversiamo la strada portandoci presso il ristorante che lasciamo a sinistra. Seguiamo un
ampio e ameno stradello nel bosco che a 04h 50' devia a sinistra in leggera salita. Il percorso è a saliscendi nel bosco, a volte su rocce e tra arbusti, sulla destra incombe la
mole del monte Altissimo. A 05h 12' usciamo dal bosco percorriamo un tratto erboso a mezzacosta che ci porta a 05h 22' a innestarci nel sentiero 31 che proviene dalle cave di
Falcovaia (sale dalla vicina galleria del Castellaccio sulla strada del Vestito). [Consigliamo di spostarsi alla vicina Madonna del Cavatore posta in un punto molto panoramico
sul paese di Arni, su Fiocca, Sella e Macina, sull'Altissimo e sul monte dei Ronchi e sul Corchia, il Freddone e le Panie. Oltre alla
statua di marmo delle Madonna c'è un altare, un leggio e una stele dedicata alle vittime del lavoro.] Adesso il sentiero scende costeggiando subito tre croci di ferro (simboli
del Calvario) poi superiamo alcune case ristrutturate con vicino un rudere avendo di fronte la mole del Macina e la Valle di Arni dominata da Sella e Fiocca e percorsa da una marmifera (oggi sentiero 31). A 05h 32' siamo presso un altro gruppo di ruderi e case molto colorate (case
Giannelli) dopo le quali arriviamo al Rifugio Puliti. Da questo scendiamo verso il paese, per tratto ripido e panoramico, in 5' siamo alla “Casa del Nonno di Massa”, attraversiamo
il paese e a 05h 40' siamo al parcheggio di Arni presso una bella fontana dove il sentiero termina.
Aspetti di rilievo del sentiero
Pasquilio
È un alpeggio posto a circa 800 metri, terrazzato a boschi e a prati, che guarda verso la conca di Montignoso (nel cui comune si trova) e la costa. Il toponimo deriva dal latino
pascŭum (= pascolo) e fu a lungo conteso tra le popolazioni di Montignoso e Massa. Esso è circondato dalle falde dei monti Belvedere, Carchio e Folgorito. È zona
amena in cui si trovano diverse case ancora abitate ed è facilmente raggiungibile sia da Montignoso che da Massa, passando da Pariana. La zona è molto panoramica sulla costa
apuo-versiliese, sul golfo della Spezia e sulle isole dell'arcipelago. Il Pasquilio fu amato e frequentato da poeti e scrittori come Pea, Montale e Ungaretti. Fece parte della Linea
Gotica nella seconda guerra mondiale. Dalla Foce del Campaccio partono i sentieri 33 e 140. In zona, alle falde del Carchio, è presente il rifugio privato Alleluia e più in basso si
trova la Chiesetta del Pasquilio. Questo edificio fu iniziato dai partigiani, alla fine del 1943, e completato dopo la guerra, è conosciuto come Madonnina del Pasquilio ed è
intitolata alla Regina della Pace.
Foce del Campaccio / Il Termo
È situata a confine tra i comuni di Massa e di Montignoso. Si trova a quota 827 metri ed è detta anche, impropriamente, Pasquilio, anche se, in realtà, Pasquilio è il nome che si dà
all’intero alpeggio (vedi) nel comune di Montignoso, mentre il Campaccio (vedi) è zona prativa nel comune di Massa. La foce si raggiunge facilmente sia da Montignoso che da Massa
passando per Pariana. Alla fine della strada asfaltata si apre uno slargo-parcheggio dominato da un monumento alla guerra di liberazione, eretto nel 1971, e qua si trova, appunto,
il cartello indicatore Pasquilio. Questa foce è chiamata anche del Termo (o Il Termo, per la presenza di un termine, cioè un cippo di confine) o Collescritto ed è situata tra il
monte Belvedere e il Carchio. Si gode di bella vista sulle Apuane settentrionali e sulle cave delle Madielle. Da qua partono due sentieri: il 33 e il 140. Il 33 per Passo della
Focoraccia, il Passo degli Uncini, le Gobbie e poi Arni. Il 140 invece si dirige al Folgorito e a Riomagno di Seravezza. A piccola distanza dalla Foce, salendo di poco le pendici
del Belvedere, c’è un busto del poeta e prosatore Enrico Pea (Seravezza LU 1881 - Forte dei Marmi LU 1958), che in uno dei suoi libri intitolato "Montignoso" così si esprimeva:
"Una vite si arrampica in comune con l'edera selvaggia, su pel muro, che guarda il Carchio dilaniato e strano". E ancora: "Montignoso vestito di splendore apriva le
finestre al buon augurio, stendeva sul davanzale le coperte dai colori di sangue e di speranza".
Sentiero dell'Omomorto
O Violo dell'Omomorto. È la parte iniziale del sentiero 33 dalla Foce del Campaccio alle pendici del monte Carchio. Il nome deriva dalla Polla dell'Omomorto con probabile
riferimento alla presenza di acqua stagnante.
Cave Granarola
Anche Granaiola. Sul versante sud-ovest del crinale che scende dal monte Focoraccia, e a sud delle cave della Caprara, si trovano alcune cave abbandonate chiamate cave Granarola. La
loro quota va da 1050 a 1000 metri di quota. Oltre le cave rimangono resti delle antiche vie di lizza. In pochi minuti si accede al piazzale della principale di essa dal sentiero 33
poco prima della salita alla cresta che scende dal Focoraccia. Sul piazzale rimangono massi di marmo squadrati e pronti per essere lizzati. Il ravaneto di queste cave ha
parzialmente ricoperto vecchi terrazzamenti a uso agricolo.
Monte Focoraccia
Alto 1147 metri è una quota della cresta tra il monte Carchio e il passo della Greppia, non è la più alta, ma è sicuramente la più massiccia. A nord-est il monte scende al vicino
passo omonimo. Nei pressi passa il sentiero 33 dal quale è facile salire alla vetta in pochi minuti, inoltre c'è un sentiero non segnato che, in parte, segue la cresta
nord-est del Carchio che arriva in vetta. Il termine deriva dal latino faux, faucis (= fauce, gola di animale; foce, passo montano). Termini simili sono abbondanti in tutta
la zona apuana. Focolaccia invece di Focoraccia deriva da rotacismo di l per influenza dialettale lucchese.
Passo Focoraccia
Questo passo si trova tra la breve parete nord-est del monte omonimo e una quota rocciosa senza nome. Il passo è molto panoramico sul monte di Antona e zone circostanti, sulla costa
e sul Sagro e Apuane settentrionali e su Altissimo, Picco di Falcovaia e Apuane meridionali. La quota è 1059 metri e il passo è attraversato dal sentiero 33 (Foce del Campaccio -
Arni) e dal Sentiero della Libertà (Colle della Tecchia - Azzano). Nella seconda guerra mondiale, infatti, questo era uno dei passi principali che permetteva di passare il fronte
andando da Antona ad Azzano. Infatti il fronte si fermò per diverso tempo sulla linea gotica: Antona e la zona di Massa, Montignoso e Carrara erano sotto i tedeschi e i fascisti,
loro alleati, mentre Azzano era già liberata. Al passo è presente una croce marmorea e una lapide, poste nel 1977, in memoria di Andrea Marchini (medaglia d’oro al valor militare) e
di Giuseppe Antolini. Così recita: Caddero/ combattendo perchè tu potessi/ vivere/ in libertà/ Marchini Andrea MOVM 15 2 1944/ Antolini Giuseppe 15 2 1944/ memori gruppo
patriotti apuani/ Passo del Pitone Linea Gotica 25 4 1977. Un gruppo di partigiani stava tornando da Azzano e, poco dopo aver superato il passo, furono sorpresi dal fuoco
nemico: morirono oltre a Marchini anche Flavio Cortesini e Ireneo Mignani. Il giorno dopo morì anche Antolini nel tentativo di recuperare il corpo di Marchini. La lapide ha tre
errori: la data di morte di Marchini è in realtà il 15 dicembre e quella di Antolini il giorno dopo. Il terzo è la denominazione Passo del Pitone. Infatti molti considerano questo
come Passo del Pitone mentre chiaramente sia la cartina IGM, che la Guida delle Alpi Apuane del Cai lo chiamano Passo Focoraccia. Il vero Passo del Pitone (vedi) si trova più avanti sul sentiero 33 prima di quello della Greppia.
Cresta dei Pitoni
È quella tra il Passo Focoraccia, il Passo del Pitone e il Passo della Greppia a confine tra le province di Massa e di Lucca. Essa è percorsa dal sentiero 33, in parte nel versante
massese e in parte in quello lucchese. Il termine Pitone è comune in zona e significa spuntone di roccia. Infatti questa breve cresta è caratterizzata da diversi di questi Pitoni.
Il primo domina il Passo Focoraccia, un altro il Passo del Pitone e un altro ancora quello della Greppia. La cresta è panoramica sulla costa, sulle Apuane settentrionali,
sull'Altissimo Picco di Falcovaia e Apuane meridionali.
Passo del Pitone
Il passo del Pitone si trova a quota 1151 lungo la Cresta dei Pitoni tra il Passo Focoraccia e quello della Greppia. Come dice la guida Cai delle Apuane: … si giunge al Passo
Focoraccia. Girato un piccolo cucuzzolo, si scende sul versante S e si costeggia la base delle rocce calcaree di una notevole quota senza nome; quindi si torna a un'altra foce.
Presumiamo che quest'altra foce sia quella del Pitone. Il toponimo Pitone o Pittone è comune in zona. Nel dialetto di Bergiola di Carrara pitòn significa spuntone di
roccia, pizzo, inoltre in tutto il territorio carrarese a pitòn significa dritto impalato. In Liguria Pitone è il Belvedere e in altre località Pittone è
lo stesso che Pizzone. In lucchesia Pitone/Pittone e, a Massa, significa cosa appuntita. Quindi il nome del passo deriva dalla presenza di uno spuntone roccioso che lo
sovrasta. Il luogo è panoramico sulla costa e sulle Apuane settentrionali. Se poi questo luogo fosse effettivamente luogo di passo è controverso. Ricordiamo il ricorrente errore di
confonderlo con il Passo Focoraccia.
Passo della Greppia
È una sella a quota 1201 metri della cresta che dal Passo degli Uncini si dirige a sud-ovest verso il monte Focoraccia. È attraversato dal sentiero 33 (Foce del Campaccio - Arni) e
qua arriva il 188 dal Colle della Tecchia. Inoltre scende il sentiero della Libertà, inaugurato nel 2015, che si innesta nel sentiero
32. Il passo si trova tra un gruppo di denti scuri che sembrano delle fiamme di pietra e un modesto torrione (pitone) alto 1231 metri. Presso il passo c’è un tavolo per il riposo
degli escursionisti e un albero solitario. Il toponimo dovrebbe derivare dal latino medioevale grippus (= dirupo, luogo scosceso). La zona è molto panoramica sulla costa,
sul crinale Folgorito-Carchio-Focoraccia e sul Colle della Tecchia.
Passo degli Uncini
È una piccola sella posta a quota 1366 metri al termine della cresta degli Uncini a sud-est. Essa si trova in testa al Canale della Grotta Giuncona a nord-est mentre a sud e a
sud-est si affaccia sugli scoscesi versanti meridionali del monte Altissimo che guardano la valle del Serra. È attraversato dal sentiero 33 (Foce del Campaggio - Arni) e dal 143
(Foce del Frate - Passo del Vaso Tondo) che passa per la vetta del monte Altissimo. Il passo è panoramico sulle Apuane settentrionali dal Sagro al Sumbra, sull'Altissimo, sul Picco
di Falcovaia e le Apaune meridionali. Inoltre permette la visione delle marmifere dell'Altissimo e delle vecchie cave dei Colonnoni.
Casa Henraux alle Gobbie
Si trova nel comune di Seravezza a quota 1037 metri poco dopo l’uscita, in direzione Arni, della galleria del Vestito che mette in comunicazione Massa con Arni e la Garfagnana. Va
precisato che esistono altri fabbricati con il nome di Casa Henraux dal nome dell’imprenditore francese (vedi) e tutti legati alle cave di marmo di proprietà di questo imprenditore
o dei suoi eredi. Oggi questa è sede di un bar Albergo Ristorante, immerso nel verde, denominato naturalmente “Le Gobbie” e impropriamente chiamato anche Rifugio. Comunque è un buon
punto di appoggio per gli escursionisti e di fronte c’è un bel piazzale dove partono i sentieri 41 (per Canevara) e 150 (per il Passo di Sella). Qua transita inoltre il sentiero 33
Arni - Foce del Campaccio che passa proprio di fronte al fabbricato.
Madonna del cavatore di Arni
Sopra il paese di Arni e, a pochi minuti dal rifugio Puliti, nel 1979, è stata eretta una statua di marmo dedicata alla Madonna del Cavatore, essa è illuminata di notte. La quota è
1055 metri e in questo sito c’è anche una stele dedicata alle vittime delle cave risalente al 1989 e poco distante ci sono tre croci di ferro (in ricordo del Calvario). Si gode di
bella vista sul paese di Arni e la marmifera per il passo di Sella e sui monti circostanti. La Madonna del cavatore si festeggia a Gorfigliano dal 1947 e da qua il culto si è
diffuso a molti paesi. Ad Arni si celebra la festa nel mese di agosto. Il luogo è molto panoramico su Arni e la sua valle percorsa dalla marmifera e circondata dai monti Macina,
Sella e Fiocca, inoltre la vista si apre su Altissimo, Monte dei Ronchi, Freddone Corchia e Panie. Nei pressi si incrociano i sentieri 31 (Arnetola - Picco di Falcovaia) e 33 (Foce del Campaccio - Arni).
Rifugio Puliti
Il rifugio Adelmo Puliti (quota1013 m), del Cai di Pietrasanta, si trova sopra il paese di Arni, poco distante dalle case Giannelli. Esso è facilmente raggiungibile sia dal paese
(con il sentiero 33/155), che dalla strada provinciale, prima della galleria del Castellaccio (con il sentiero 31). È intitolato all'ingegner Puliti, che fu tra i soci fondatori
della sezione di Pietrasanta e ne fu il primo presidente. Fu aperto nel 1965, poi negli anni '80 fu dichiarato inagibile. É stato recentemente ristrutturato ed è aperto tutte le
domeniche, anche in inverno, salvo neve o pioggia e in qualsiasi altro momento, su prenotazione. Il rifugio dispone di 14 posti letto. Qua arriva il sentiero 31 (Falcovaia -
Passo di Sella) e il 33 (Foce del Campaccio - Arni) e il 155 (Passo di Sella - Arni).
Arni
Arni è la frazione più settentrionale e più alta (916 metri) del comune di Stazzema. Il nome potrebbe derivare da Alnus (= alno, ontano) con r da l per dissimilazione
oppure dalla radice mediterranea arno (= alvo di fiume). Essa si trova sul versante garfagnino, alle sorgenti della Turrite Secca, a nord-est del Monte Altissimo. Il colle
del Cipollaio la separa dalla Versilia e il passo del Vestito la separa da Massa. La valle di Arni ha forma longitudinale, in direzione da ovest a est, per un'estensione di circa 3
Km. Vi si trovano pascoli, boschi e ottime acque. La valle è dominata dal monte Macina e dal monte Fiocca ed è chiusa dal Sella. I monti che la circondano sono ricchi di minerali,
in particolare di marmo. Geograficamente Arni è garfagnina, con legami storici con Vagli, ma economicamente si è poi legata all’alta Versilia anche mediante la costruzione della
strada del Cipollaio. Il borgo nacque agli inizi del 1800 da preesistenti abitazioni di pastori e nel 1822 fu costruito dagli abitanti l’oratorio di S. Agostino (il campanile invece
è del periodo 1910-27), il più antico libro della chiesa è il Registro dei Morti dell’anno 1827. I giacimenti marmiferi furono sottoposti a intenso sfruttamento che sconvolse
l’aspetto della valle a partire dalla fine del XIX secolo a causa dell'apertura della Galleria del Cipollaio, ma lo sfruttamento, intensivo e velleitario, durò poche decine di
anni. Oggi le cave sono quasi tutte abbandonate e questo ha portato allo spopolamento del borgo. La strada marmifera presente nella valle conduce verso le cave Ronchieri del
versante massese del monte Sella invece ancora molto attive. Attiva è pure la cava del Faniello. Il geografo Repetti (1833) riportò circa 30 famiglie di pastori e 219 abitanti, la
popolazione nel 1931 ammontava a 848 unità mentre oggi se ne contano meno di 300. Ancora oggi l'attività economica prevalente è quella legata all'estrazione del marmo. Da Arni parte
il sentiero 144 per il Fatonero, il Fiocca e il Sumbra; il 33 per il passo degli Uncini e la Foce del Campaccio; il 155 per il passo di Sella che, nella sua prima parte, coincide
con il 33. Inoltre la marmifera che sale dal paese è, in alto, sentiero 31 per Arnetola. Poco sopra il paese c’è anche il rifugio Puliti del Cai di Pietrasanta.
Deviazioni e possibilità di escursioni
Questo sentiero permette di percorrere interessanti escursioni raccordandosi ai sentieri presenti in zona. Accenniamo a qualche possibilità.
Itinerari relativi al sentiero CAI 33 presenti sul sito:
Commento
Il sentiero 33 è molto vario e panoramico. Permette di rendersi conto dell'escavazione del marmo, piuttosto casuale, effettuata nel passato sia a Massa che a Seravezza che ad Arni. Offre panorami stupendi sulle Apuane settentrionali e sulla costa e sul vicino monte Altissimo. Nell'ultimo tratto anche su Macina, Fiocca e Sella. Sempre molto interessanti le fioriture. Un tratto impegnativo della Cresta dei Pitoni scoraggia gli escursionisti più titubanti, ma attrezzandolo molti potrebbero apprezzare la bellissima Cresta. In ogni modo gli altri tratti del sentiero sono percorribili senza grosse difficoltà con la dovuta preparazione e la solita prudenza. Con neve e ghiaccio tutto diventa molto più complicato.